A Milano, è stata lanciata una petizione online per opporsi al blocco delle moto Euro 0, 1 e 2, che entrerà in vigore ad ottobre 2025. L’iniziativa è stata promossa da Roberto Parodi, noto personaggio televisivo e influencer, attraverso un video condiviso sui social. La decisione del Comune di Milano, guidato dal sindaco Giuseppe Sala e dalla responsabile della viabilità, Censi, ha suscitato polemiche e proteste tra i motociclisti.
Il blocco delle moto Euro 0, 1 e 2: dettagli e motivazioni
Il provvedimento prevede il divieto di accesso alle aree B e C per tutte le moto Euro 0, Euro 1 e Euro 2. Secondo Parodi, questo blocco rappresenta un’ingiustizia nei confronti di molti cittadini milanesi, in quanto le emissioni di questi veicoli sono considerate trascurabili. Nel suo appello, Parodi ha descritto la misura come vessatoria e priva di un reale legame con la salvaguardia ambientale. La petizione, che richiede l’uso dello SPID per la firma, è stata avviata per far sentire la voce dei motociclisti e chiedere una revisione della decisione.
Il blocco è stato ufficializzato con l’ordinanza numero 273918 del 2024, che ha posticipato l’entrata in vigore rispetto alla data inizialmente prevista. La decisione di rinviare il divieto, originariamente fissato per il primo ottobre dell’anno scorso, ha suscitato ulteriori critiche, poiché molti ritengono che il provvedimento colpisca in modo eccessivo una categoria di utenti della strada già penalizzata.
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La manifestazione dei motociclisti e le reazioni
Nel mese di marzo, diverse associazioni di motociclisti hanno organizzato una manifestazione per esprimere il loro dissenso nei confronti del blocco. La protesta, caratterizzata da un forte rumore di motori, ha messo in evidenza il malcontento di chi utilizza queste moto, considerate da molti come mezzi di trasporto più agili e meno inquinanti rispetto alle automobili. Parodi ha sottolineato che, sebbene le moto Euro 0, 1 e 2 siano datate, il loro impatto ambientale è limitato e contribuiscono a ridurre il traffico veicolare.
Le preoccupazioni espresse dai motociclisti riguardano non solo l’impatto economico della misura, ma anche le conseguenze ambientali. Infatti, molti temono che l’abbandono delle moto possa portare a un aumento dell’uso delle automobili, con un conseguente incremento delle emissioni inquinanti.
Deroghe e condizioni per l’accesso alle aree
Nonostante il blocco, l’amministrazione comunale ha previsto alcune deroghe. Le moto iscritte al Registro Storico potranno accedere alle aree B e C per un massimo di 25 volte all’anno. Inoltre, le moto con almeno 40 anni di età, prodotte prima del 1985 e dotate di certificato CRS, avranno accesso illimitato a queste zone. Questa misura è stata pensata per tutelare i mezzi storici e per incentivare la loro conservazione.
Le deroghe, tuttavia, non sembrano soddisfare le richieste dei motociclisti, che continuano a chiedere una revisione complessiva del provvedimento. La questione rimane aperta e si attende di vedere se l’amministrazione comunale deciderà di rivedere la propria posizione o se procederà con l’attuazione del blocco come previsto.