Giulia Foscari: l’architetta che dà voce all’Antartide e ai beni comuni globali

Giulia Foscari, architetta veneziana, lancia “Voice of Commons” alla Biennale di Venezia 2025 per promuovere la tutela dell’Antartide e dei beni comuni globali attraverso un movimento di attivismo ambientale.
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Giulia Foscari: l'architetta che dà voce all'Antartide e ai beni comuni globali - unita.tv

La storia di Giulia Foscari è un esempio di come la passione possa trasformarsi in attivismo concreto. Architetta di fama, Foscari ha dedicato la sua carriera a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati all’Antartide e alla salvaguardia dei beni comuni. Attraverso iniziative innovative e collaborazioni con esperti di vari settori, sta cercando di creare un movimento globale per la tutela dell’ambiente e della biodiversità.

L’inizio di un viaggio verso la consapevolezza

Tutto ha avuto inizio quando un amico di Giulia Foscari le ha raccontato della sua esperienza in Antartide. Da quel momento, l’architetta ha avvertito un forte desiderio di approfondire le sue conoscenze su questo continente così remoto e cruciale per il nostro pianeta. La sua curiosità si è trasformata in una vera e propria ossessione, portandola a esplorare le questioni ambientali legate al Polo Sud. Con il tempo, Foscari ha compreso che la sua ignoranza su questi temi era inversamente proporzionale alla loro importanza.

Nel 2019, ha fondato Unless, un’agenzia non-profit dedicata al cambiamento, affiancando il suo studio di architettura, Una. Attraverso questa iniziativa, ha pubblicato “Antarctic Resolution“, un’opera che raccoglie fotografie, cartografie, disegni e saggi di esperti, rendendola accessibile a tutti online. Questo progetto ha segnato l’inizio di una serie di mostre in tutto il mondo, contribuendo a diffondere la consapevolezza sui temi legati all’Antartide.

Voice of Commons: un’iniziativa per la Biennale di Venezia 2025

Giulia Foscari sta ora lavorando a un nuovo progetto, “Voice of Commons“, che sarà presentato alla Biennale di Architettura di Venezia 2025. Questo ambizioso programma avrà luogo nella storica biglietteria dei Giardini, progettata da Carlo Scarpa nel 1952 e recentemente restaurata. L’obiettivo è quello di creare una “ambasciata planetaria” che lanci un messaggio chiaro: unisciti al movimento per dare voce all’Antartide, all’Oceano, all’Atmosfera e allo Spazio.

Foscari invita le persone a diventare guardiani dei beni comuni globali, sottolineando che questi spazi, al di fuori dei confini nazionali, devono essere gestiti nell’interesse di tutte le specie. La mancanza di una governance adeguata per la loro tutela è un tema centrale del progetto. Le registrazioni per partecipare a Voice of Commons sono già aperte, e l’architetta spera di coinvolgere speaker provenienti da 195 Paesi, dai giovani attivisti agli esperti di scienza e geopolitica.

Un messaggio di urgenza e responsabilità

L’Antartide rappresenta il 90% dei ghiacci del pianeta, e il suo scioglimento potrebbe portare a un innalzamento del livello del mare di ben 60 metri. Anche un piccolo cambiamento climatico potrebbe avere conseguenze devastanti per le coste e le popolazioni di tutto il mondo. Foscari sottolinea che una grande inondazione potrebbe innescare la più massiccia migrazione della storia, aggravando le disuguaglianze sociali già esistenti.

In questo contesto, l’Antartide si rivela fondamentale per raccogliere dati utili a impostare politiche ambientali efficaci. La scoperta del buco dell’ozono, avvenuta proprio in questo continente, ha portato nel 1987 alla firma del Protocollo di Montreal, un trattato che ha contribuito a chiudere quel buco. Foscari invita tutti a rendersi conto che siamo custodi dei beni comuni per le generazioni future e che è fondamentale esercitare pressione sui governi affinché agiscano.

L’ottimismo di un’attivista

Giulia Foscari non si limita a lanciare un appello alla responsabilità, ma incoraggia anche un’azione concreta. Secondo lei, non basta più essere virtuosi con la raccolta differenziata o il risparmio energetico; è necessario diventare attivisti e contagiare anche gli altri con il proprio impegno. La scelta del nome “Unless” per la sua agenzia riflette il suo ottimismo: se ci si impegna, il cambiamento è possibile.

Foscari si confronta anche con le parole di Carlo Ratti, curatore della Biennale, che ha affermato che l’architettura deve passare dalla mitigazione all’adattamento alle nuove realtà climatiche. L’architetta ritiene che entrambe le strategie debbano essere perseguite in parallelo, e Venezia, con la sua vulnerabilità, rappresenta un palcoscenico ideale per lanciare segnali di cambiamento.

Un legame profondo con Venezia

Essendo veneziana, Foscari sente un forte legame con la sua città e la sua fragilità. Ogni alta marea le ricorda la vulnerabilità di ciò che è stato costruito. La realtà lagunare, con la sua natura anfibia, offre spunti di riflessione su come convivere con il cambiamento. Cresciuta in una famiglia di architetti, ha sempre visto l’architettura come un riflesso del clima politico e sociale delle epoche.

Dopo aver studiato a Roma e Londra, Foscari ha lavorato in importanti studi di architettura, tra cui OMA di Rem Koolhaas. La sua carriera l’ha portata a viaggiare in tutto il mondo, ma il suo cuore è rimasto legato a Venezia, dove ha fondato il suo studio, Una, nel 2016. Con una visione chiara e un forte senso di responsabilità, Giulia Foscari continua a lavorare per un futuro migliore, non solo per la sua città, ma per il pianeta intero.