L’afflusso di visitatori sulle Dolomiti continua a creare tensioni tra residenti e turisti. Un contadino della Val Gardena ha installato un tornello a pagamento all’ingresso di un sentiero molto frequentato, scatenando reazioni contrastanti. Questa iniziativa vuole richiamare l’attenzione sul fenomeno del turismo mordi-clicca-fuggi, che mette sotto pressione gli spazi naturali più amati delle montagne altoatesine.
La protesta del contadino e il tornello a pagamento sulla dolomiti
Sabato scorso, un agricoltore della Val Gardena ha posizionato un tornello simile a quelli usati nei bagni pubblici o negli stadi all’ingresso di uno dei sentieri panoramici più fotografati delle Dolomiti. L’accesso sarebbe dovuto costare 5 euro, una cifra simbolica pensata per scoraggiare l’assalto continuo dei visitatori senza freni. L’obiettivo non era guadagnare ma sensibilizzare su come il turismo incontrollato danneggi i prati circostanti e lasci rifiuti sparsi ovunque.
La pressione sul territorio e il fenomeno influencer
Il terreno da cui si gode una vista sulle vette delle Odle è stato preso d’assalto da influencer, youtuber e semplici appassionati che spesso si limitano a fermarsi solo per lo scatto perfetto prima di ripartire velocemente. I proprietari sono esasperati dall’usura causata dal calpestio incessante e dalla mancanza di rispetto verso l’ambiente naturale.
La provocazione è durata poco: il tornello è stato rimosso dopo poche ore ma ha acceso nuovamente il dibattito sul modo in cui viene gestito oggi il turismo nelle zone montane più frequentate d’Italia.
Esempi precedenti di restrizioni contro l’overturism nelle alpi
Non è la prima volta che qualcuno tenta misure drastiche per contenere le masse nei luoghi simbolo dell’arco alpino italiano. Qualche anno fa un altro agricoltore aveva messo un sistema simile alla chiesetta della Val di Funes proprio per evitare assembramenti continui davanti alla cappella famosa nel mondo.
Anche le Tre Cime di Lavaredo subiscono pressioni paragonabili alle attrazioni urbane come Fontana di Trevi: migliaia ogni giorno arrivano solo con lo scopo fotografico senza curarsi troppo degli effetti sull’ambiente o sulla comunità locale.
Nel frattempo l’accesso in auto al Lago di Braies richiede prenotazione tramite smartphone durante i periodi più affollati, misura adottata dopo anni in cui parcheggi selvaggi hanno rovinato uno dei paesaggi lacustri più belli delle Dolomiti.
Questi esempi dimostrano come anche territori montani notoriamente meno urbanizzati affrontino problemi legati al sovraffollamento turistico con soluzioni talvolta impopolari ma necessarie secondo molti abitanti locali.
Le parole del presidente cai alto adige carlo alberto zanella sulla situazione attuale
Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige, ha rilanciato sui social media la vicenda della Val Gardena commentando duramente questa forma crescente di turismo “mordi-clicca-fuggi”. Nel suo post evidenzia come molti visitatori arrivino solo con strumenti digitali pronti a immortalare ogni angolo senza soste prolungate o rispetto verso chi vive quei luoghi tutto l’anno.
Le critiche di zanella sul ritorno economico e la necessità di educazione
Zanella sottolinea inoltre quanto poco rimanga ai contadini o ai volontari che mantengono pulite malghe e sentieri rispetto alle cifre pagate dai turisti per funivie o pasti tipici . Questi ultimi non percepiscono alcun ritorno economico diretto dal flusso turistico massiccio mentre devono faticare quotidianamente tra danni ambientali e pulizie continue.
Secondo Zanella serve educazione mirata ai visitatori affinché imparino comportamenti rispettosi dell’ambiente montano. Senza questo cambiamento rischiano seri problemi sia naturali sia sociali nelle aree alpine sempre più prese d’assalto da chi cerca foto veloci invece che esperienze autentiche nella natura dolomitica.