Pierpaolo Pretelli, volto noto della tv italiana come inviato dell’Isola dei Famosi su Canale 5, si è raccontato in un collegamento speciale. Con la sua consueta spontaneità, ha condiviso dettagli sul lavoro nel reality, le difficoltà affrontate, e la sua speciale relazione con Milano, città che definisce la sua seconda casa. L’intervista offre uno sguardo approfondito sull’esperienza in Honduras, le dinamiche della trasmissione e il legame quotidiano con la metropoli lombarda.
La vita sull’isola dei famosi tra lavoro e natura selvaggia
L’esperienza di Pretelli sull’isola honduregna assume toni realistici e diretti. Ha spiegato che là il tempo sembra rallentare, contrastando con la frenesia tipica della televisione. Quello che si vede in onda è il frutto di un impegno collettivo intenso: decine di persone lavorano per creare ogni puntata, cercando di trasmettere tradizioni locali e atmosfera autentica. Pretelli ha sottolineato la passione della popolazione per le proprie usanze, senza nascondere i disagi: i mosquitos rappresentano un problema non indifferente per chi si trova a vivere all’aperto in quelle latitudini.
Un episodio con la fauna locale
Ha inoltre raccontato un episodio curioso con un granchio che gli ha pizzicato il piede, un incontro simbolico che mostra come la natura sull’isola mantenga il suo equilibrio e comandi l’ambiente intorno. Oltre ai granchi, l’inviato ha citato una fauna ricca e variegata: due cani, qualche gatto, iguane, pellicani, tarantole e la presenza costante di un geco. Questo elenco dà l’idea della convivenza quotidiana con la natura selvaggia e gli animali, una dimensione ben lontana dalla vita di città a cui è abituato.
Il percorso professionale e le aspirazioni di pierpaolo pretelli
Sentirlo parlare della sua carriera televisiva fa emergere subito la convinzione con cui si è dedicato a questo mestiere. Da bambino sognava di lavorare in tv e oggi dice di essere “sulla buona strada”. Ha cambiato ruoli e mansioni diverse, adattandosi a situazioni multiple. Il suo approccio è semplice e diretto: per realizzare un obiettivo bisogna crederci e non lasciare spazio ai dubbi.
Il carattere di pretelli nel lavoro
Pretelli si definisce un eterno “Peter Pan”, quella voglia di scherzare e ridere non l’ha mai abbandonato. Racconta di amare un ambiente allegro e gradevole, segno di un carattere pronto a infondere leggerezza anche nel contesto professionale. Nel campo artistico ammette di non voler ambire al ruolo di cantante, ballerino o attore ma dichiara di cavarsela un po’ in tutti gli ambiti. Per il futuro vorrebbe condurre un game show, un progetto che sembra incastrarsi bene con le sue qualità di intrattenitore.
Alla domanda sulla competizione nel mondo dello spettacolo si è espresso con naturalezza: la competizione esiste ovunque ci sia un premio in ballo, ma per lui si tratta di confrontarsi soprattutto con se stesso, evitando di schiacciare gli altri per emergere. Un atteggiamento che pone l’accento sull’importanza del gioco corretto, senza scorrettezze.
Milano, tra ricordi, colori e una seconda casa da scoprire
Milano occupa un posto centrale nel racconto di Pretelli, in particolare attraverso un ricordo legato al primo provino. Ricorda l’emozione, la tensione di quel momento e la sua immagine un po’ fuori dal tempo, con sciarpa e cappotto lunghi, come “Totò e Peppino nel celebre film ambientato alla stazione centrale”. Nonostante la nostalgia lieve per quei giorni, riconosce che la città gli ha offerto opportunità concrete senza grandi prove d’accoglienza plateali, semplicemente aprendogli una porta.
Definisce Milano la sua “seconda casa”, da cui trae stimoli continui, una città che gira veloce e richiede di mantenersi sempre in forma e pronti. Ama muoversi in bici, cogliere il ritmo della metropoli, che pur con i suoi difetti e un cielo spesso grigio, non smette di offrire occasioni. Per lui la città ha fasi diverse che identifica con colori: giallo per l’energia trasmessa, verde per la crescita personale, blu per i momenti più complicati. Questo insieme di colori forma una realtà complessa, una città che non regala niente ma può cambiare la vita se si ha la volontà di agire.
La famiglia e la ricerca di un’isola felice tra affetti e natura
Quando parla della sua isola felice, Pretelli non si riferisce solo al luogo geografico in Honduras. La sua vera “isola” è la famiglia, l’ambiente domestico in cui ritrova energia e serenità. Descrive la casa come un guscio sicuro, circondato dall’affetto della compagna e dei figli, un rifugio dalle difficoltà quotidiane. Milano rappresenta questa seconda dimensione, un luogo dove imparare e vivere stimoli diversi.
La bellezza dell’isola naturale è tutta nella semplicità: l’essenziale basta per godersi la vita senza distrazioni. Il ricordo del tramonto sul mare, con il sole che si tuffa nell’acqua, resta un’immagine indelebile per lui. A Milano magari si brinda con uno spritz, sull’isola con una cerveza, ma in entrambi i casi c’è sempre un momento per fermarsi a contemplare e apprezzare ciò che si ha. Pretelli chiude il racconto con gratitudine verso questa “sua isola”, simbolo di momenti preziosi e rigeneranti.