La chiesa e i sacerdoti si confrontano con l’evangelizzazione digitale tra nuovi volti e realtà locali

La Chiesa affronta la sfida dell’evangelizzazione digitale tra volti nuovi e comunità locali. - Unita.tv

Serena Fontana

2 Settembre 2025

Negli ultimi anni la Chiesa cattolica ha preso posizione sull’uso dei social media come strumento di diffusione della fede. L’evento simbolico del giubileo degli influencer cattolici, tenutosi a Roma nel luglio 2025, ha sancito ufficialmente questa apertura, riconoscendo il ruolo che piattaforme come TikTok e Instagram svolgono nell’evangelizzazione moderna. Tra nuovi sacerdoti che usano queste tecnologie per rivolgersi soprattutto ai giovani, e parrocchie più tradizionali che preferiscono il contatto diretto, si delinea un quadro variegato di come la spiritualità cerca spazio nel mondo digitale.

Il giubileo degli influencer cattolici e la nuova frontiera dell’evangelizzazione social

Il giubileo degli influencer cattolici rappresenta un rito dal forte valore simbolico per la Chiesa, segno di una maggiore attenzione verso i linguaggi del web. Durante l’incontro internazionale a Roma, sono stati messi in luce i nuovi volti della comunicazione religiosa, che si fanno carico di raggiungere i giovani attraverso mezzi digitali largamente diffusi. I partecipanti hanno condiviso esperienze e strategie per un evangelizzazione più vicina al modo in cui i giovani consumano contenuti, con riferimenti espliciti a TikTok e Instagram.

Il cambiamento è evidente: la fede non è più veicolata esclusivamente dentro le chiese o tramite i tradizionali media, ma anche attraverso video brevi, dirette streaming e post che mescolano sacro e linguaggi contemporanei. Questo approccio si confronta con la sfida di non perdere il senso profondo della dottrina, ma di renderla accessibile senza rinunciare alla rigore e al rispetto dei canoni cristiani.

Sacerdoti influencer, modelli di nuova comunicazione religiosa

Tra i volti più noti emersi in questa nuova ondata di evangelizzazione digitale ci sono Padre Jefferson Merighetti e don Giuseppe Fusari. Il primo, sacerdote brasiliano residente a Roma, conta oltre 120.000 follower su TikTok e Instagram. I suoi contenuti sono religiosi e rispettano le regole della fede, ma comunicati con uno stile vicino ai giovani. Sui social cattura attenzione non solo per i temi trattati, ma anche per il suo aspetto fisico e il modo fresco di porsi, elementi che lo rendono particolarmente popolare.

Don Giuseppe Fusari, che opera a Brescia, ha superato i 66.000 follower su Instagram. È riconoscibile per capelli e barba bianchi abbinati a una figura atletica e tatuata. Il sacerdote parla nei suoi video come farebbe in chiesa, mostrando uno stile diretto e contemporaneo. Anche lui rappresenta un esempio di come il ruolo del sacerdote si stia arricchendo di sfumature nuove: oltre al ministero tradizionale, si fa comunicatore digitale.

Un altro sacerdote lombardo noto nel mondo web è don Alberto Ravagnani, che conferma questa tendenza di un clero che non rinuncia a parlare di fede ma con strumenti e linguaggi aggiornati.

La realtà Di Bolzano tra comunicazione diretta e approcci digitali cauti

Nel contesto di Bolzano, l’atteggiamento verso i social media è più prudente. Anche se molti sacerdoti hanno profili sui social, la maggior parte preferisce mantenere un rapporto diretto con i fedeli, riservando al web solo la trasmissione delle messe. La realizzazione di contenuti digitali di qualità, in grado di catturare un pubblico ampio, richiede competenze tecniche e un impegno costante che non sempre sono disponibili nelle parrocchie locali.

Michele Dalla Serra, referente della Pastorale giovanile a Bolzano e insegnante di religione, sottolinea le difficoltà nel creare contenuti che non risultino banali e testimonia la realtà di una diocesi dove si predilige ancora la comunicazione di persona. Questo tipo di scambio costruisce senso di comunità, ma raggiunge principalmente chi frequenta già la chiesa. L’impiego dei social potrebbe invece servire per avvicinare anche chi si tiene distante dalle parrocchie.

Dalla Serra segnala inoltre che i sacerdoti non temono i commenti negativi, pur sapendo che la vetrina digitale espone a critiche che difficilmente verrebbero espresse in presenza. Restano però preferenze per un contatto più tradizionale, in grado di consolidare legami nelle comunità esistenti.

Esperienze positive di trasmissione online e produzione di contenuti a Bolzano

Il modo in cui Bolzano utilizza le piattaforme digitali si concretizza soprattutto nelle dirette streaming della messa del sabato pomeriggio dalla parrocchia Tre Santi. Attive dal maggio 2020, con l’emergenza Covid, le trasmissioni su YouTube continuano con costanza, contano tra le 300 e 400 visualizzazioni a celebrazione. Questo dato è rilevante, soprattutto considerando che le chiese spesso non registrano più grandi affluenze durante le funzioni.

Oltre alle dirette, un gruppo di catechisti dell’Azione cattolica della stessa parrocchia ha creato una piccola redazione per realizzare video semplici ma efficaci. Questi contenuti si focalizzano sul messaggio di fratellanza, perdono e accoglienza della diversità, ma anche sul racconto di vite di santi e personaggi cristiani a cui ispirarsi. Le clip si ispirano anche alle omelie di don Jimmy Baldo, contribuendo così a prolungare l’esperienza della catechesi oltre le mura della chiesa.

Questo approccio dimostra che l’impegno nel digitale non necessita di grandi produzioni, ma richiede coerenza e una certa organizzazione. Anche piccole realtà possono ottenere risultati apprezzabili e dare nuova linfa alla comunicazione religiosa.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Serena Fontana