
L'articolo analizza come il mercato digitale italiano, dominato da influencer e social network, sia diventato terreno anche per la camorra e altre organizzazioni criminali, che sfruttano la popolarità online per riciclaggio, propaganda e controllo sociale. - Unita.tv
Il valore dell’audience sui social network ha trasformato profondamente il mercato digitale in italia. Sempre più organizzazioni, anche quelle criminali, guardano con interesse a questo fenomeno in rapida espansione. Il business che nasce dal coinvolgimento digitale e dai contenuti social muove miliardi di euro e ha trasformato molti volti sconosciuti in influencer capaci di raggiungere milioni di persone. Il seguente articolo esplora come la camorra e altri gruppi criminali abbiano iniziato a inserirsi in questo ecosistema, sfruttando la popolarità e la visibilità offerte dai social per i propri scopi.
Audience digitali: un mercato che genera ricavi milionari
Le visualizzazioni e le interazioni sui social rappresentano la base su cui si costruisce l’audience digitale, una specie di flusso di attenzione che si traduce in entrate economiche. Influencer e creator sono abili nello sfruttare trend e gusti di massa per aumentare il proprio seguito e, di conseguenza, il potere contrattuale con i marchi o promotori di eventi. In italia, solo nel 2024, la content economy ha toccato un giro d’affari superiore ai 4 miliardi di euro, a conferma che la popolarità online è diventata un bene prezioso e spendibile.
Questa popolarità può emergere anche da account apparentemente anonimi, trasformando sconosciuti in personaggi mediatici. Il valore dell’audience non si limita a una mera presenza numerica, ma si riflette in offerte concrete che spaziano dalle sponsorizzazioni a inviti per apparire a eventi. Il mercato dell’audience è quindi un circuito in cui l’attenzione diventa merce e si muove attraverso tutte le piattaforme social più diffuse.
Il numero e la forza degli influencer in italia
Ad oggi, in italia sono stimati circa 37.700 influencer, con numeri in crescita rispetto agli anni passati. Quest dato può essere paragonato al peso di altre categorie professionali ben più tradizionali come i commercialisti o gli avvocati. Instagram si conferma come leader assoluto, con un fatturato di 3,3 miliardi di euro, seguito da TikTok, che produce 446 milioni, e YouTube, con 279 milioni in entrate annuali.
Un aspetto interessante è la distribuzione del guadagno: il 34% dei ricavi proviene da creator con follower tra i 10.000 e 49.999, quindi da influencer medi che spesso mantengono un rapporto più diretto e di fiducia con il pubblico. Mentre il 23% dei ricavi è appannaggio dei mega influencer con più di un milione di follower. Questa gerarchia mostra quanto sia variegato il mercato, con opportunità diffuse in più fasce di popolarità.
L’interesse e l’ingresso delle organizzazioni criminali nel mercato digitale
Organizzazioni come la camorra hanno iniziato da tempo a comprendere il potenziale dei social media e del loro valore economico e comunicativo. Seppure tale coinvolgimento non rappresenti la loro attività principale, risulta ormai evidente la presenza di queste realtà nell’ecosistema digitale. Loro scopo consiste sia nel riciclare denaro attraverso investimenti in attività legate ai social, sia nel presidiare narrazioni pubbliche attraverso influencer controllati o affiliati.
Indizi che rimandano a questo fenomeno emergono facilmente navigando gli account di Instagram e TikTok popolati da personaggi legati o vicini a questi gruppi criminali. I contenuti spesso mostrano uno stile di vita lussuoso, denaro esibito pubblicamente e momenti celebrativi che sottolineano dominio e potere. Questa presenza online non sfugge agli occhi di chi monitora i social con attenzione.
La narrazione social: come la camorra usa i social per mostrare potere e opulenza
La narrazione è fondamentale per consolidare il controllo sul territorio, anche attraverso medium digitali. I gruppi criminali utilizzano i social per far vedere non solo la loro ricchezza, ma anche i simboli che certificano potere e status sociale. Su TikTok e Instagram si trovano video dove si mostrano mazzette di banconote da cinquanta euro, feste organizzate per scarcerazioni, o momenti conviviali pieni di agi.
Non è raro che ex affiliati o figure vicine diventino influencer a loro volta, raccontando storie che si intrecciano con attività commerciali legali, facendo così percepire la “normalità” e la vicinanza della camorra alla vita quotidiana dei quartieri popolari. Questo tipo di comunicazione contribuisce a diffondere modelli di vita dominanti e atteggiamenti di impunità tra le nuove generazioni.
Domenico Giordano, spin doctor e amministratore dell’agenzia Arcadia, analizza da anni il legame tra comunicazione digitale e politica, offrendo spunti cruciali sul ruolo dei social nella società contemporanea. Le dinamiche descritte descrivono un fenomeno complesso e in crescita che richiede attenzione da parte delle istituzioni e di chi si occupa di sicurezza digitale e sociale.