Kiran Maccali, noto per la partecipazione al Grande fratello nel 2011, si trova oggi recluso nel carcere di Cremona. La sua storia attraversa momenti di successo televisivo, relazioni sentimentali complicate e una lunga serie di problemi con la giustizia. In questo articolo emerge il racconto diretto dell’ex concorrente sul suo passato difficile, le accuse subite e il percorso dentro e fuori dal mondo dello spettacolo.
Dall’infanzia in india all’adozione in italia: un percorso segnato dal razzismo
Nato a Vythiri, India, nel 1986, Kiran è arrivato in Italia appena aveva tre mesi grazie all’adozione da parte di una coppia residente a Romano di Lombardia. Racconta un’infanzia piena d’affetto tra i genitori adottivi e la nonna ma anche un’adolescenza segnata dalla difficoltà ad essere accettato per il colore della pelle. Il razzismo vissuto ha lasciato cicatrici profonde che lo hanno spinto verso l’alcol prima e poi verso la droga come vie di fuga.
Ha passato anche un periodo in comunità per disintossicarsi dove però ha subito trattamenti durissimi: «Era come stare in un lager», dice ricordando le punizioni fisiche inflitte solo perché chiedeva di tornare a casa. Questi episodi mostrano quanto sia stato difficile il suo tentativo di superare i problemi legati alla dipendenza.
L’esperienza al grande fratello e l’incontro con fabrizio corona
Nel 2011 Kiran entra nella casa del Grande fratello dove resta 64 giorni sotto i riflettori nazionali. Definiva se stesso «indiano fuori e bergamasco dentro» con uno slogan personale che richiamava al lavoro duro: «làura làura làura». I guadagni derivanti dalla trasmissione erano importanti ma non bastavano a garantire stabilità.
In quegli anni conosce Fabrizio Corona attraverso un paparazzo ed è affascinato dal suo modo rapido ed efficace di fare soldi: «Quello che lui guadagnava in un giorno io lo avrei fatto in anni». L’ambizione era imparare da lui quel mestiere fatto anche d’inganni ma soprattutto denaro facile.
Durante quel periodo Kiran vive alcune storie sentimentali significative come quella con Donatella Negro o Manila Boff ex volto noto dei programmi tv italiani che gli rimane vicina nei momenti più difficili dopo gli arresti.
Attività imprenditoriali tra marketing fallito e relazioni tormentate
Dopo l’esperienza televisiva apre una piccola agenzia chiamata KM dedicata alla comunicazione per locali ed eventi privati; inizialmente tutto sembra andare bene fino a quando una relazione finisce lasciandolo senza risorse economiche dopo aver acquistato regali costosi alla fidanzata ormai lontana da lui.
Il colpo finanziario lo porta nuovamente sull’orlo della dipendenza da sostanze stupefacenti mentre cerca lavoro nell’ambiente milanese del marketing collaborando anche con riviste emergenti come Lei Style. Viveva con due ragazze contemporaneamente; entrambe incinte ma solo una delle gravidanze viene portata avanti mentre l’altra viene interrotta su decisione della donna coinvolta.
Questi eventi destabilizzano ulteriormente Kiran provocandogli forti crisi emotive che si riflettono nei suoi comportamenti successivi.
Prime denunce ed episodi violenti contro i genitori
Il 30 giugno 2017 segna il primo arresto ufficiale dopo uno scontro acceso telefonico degenerato poi nella discussione violenta coi genitori adottivi presenti durante l’intervento dei carabinieri chiamati proprio dalla madre preoccupata dai toni aggressivi del figlio ubriaco. Durante quell’arresto spinge anche uno degli agenti tentando inutilmente resistenza prima dell’arresto vero e proprio seguito da condanna penale per resistenza a pubblico ufficiale durata sette mesi scontati nel carcere bergamasco dove definisce quei giorni “i più lunghi”.
Nonostante le accuse giornalistiche diffuse allora sulla stampa riguardo maltrattamenti ai familiari stessi genitori testimoniano durante il processo negando ogni forma fisica subita confermando invece solo tensioni verbali aggravate dall’abuso d’alcol o droga del figlio adottivo portando così all’assoluzione completa sulle accuse più gravi rivoltegli contro i parenti stretti.
Nuovi guai giudiziari: accuse senza prove certe tra stalking ed estorsioni negate
Dopo essere uscito dal carcere riprende alcuni rapporti personali compresa quella con una ragazza bolognese pur dovendo rispettare obblighi restrittivi imposti dalle misure cautelari ancora attive su territorio lombardo; questa frequentazione però diventa motivo ulteriore per nuove denunce mosse dall’ex fidanzata bresciana accusandolo falsamente secondo Kiran stesso – sia di violazioni domiciliari sia addirittura tentativi sessuali forzati senza prove concrete presentate durante il dibattimento conclusosi con condanna pesante pari a due anni detentivi.
Altri procedimenti riguardano presunte estorsioni ai danni degli uffici postali locali dove sarebbe stato accusato insieme ad altri complici minacciando impiegati pubblici; qui arriva invece assoluzione totale confermata dai tribunali perché ritenuto innocente rispetto alle contestazioni ricevute.
Sentenze definitive e riserbo su appelli futuri
L’ultima sentenza nota riguarda fatti avvenuti nella Bassa Bergamasca risalenti allo scorso gennaio quando viene condannato definitivamente – sei anni sei mesi – per reati quali estorsione, lesioni personali e stalking nei confronti dell’uomo pensionato ospitante. Su questo caso Maccali mantiene riserbo aspettando svilupparsi appelli futuri confidando nella possibilità chiarificatrice della giustizia ordinaria.
La storia personale raccontata mette insieme realtà dure fatte spesso d’incertezza, errori di scelte passate, lotte interiori e momenti di speranza cercati per uscire dalla spirale negativa.