Home Gossip Italiani sempre più confusi e bombardati da notizie, ma l’attenzione per le news resta alta nonostante tutto
Gossip

Italiani sempre più confusi e bombardati da notizie, ma l’attenzione per le news resta alta nonostante tutto

Condividi
Condividi

Nel 2025 emerge un quadro complesso dell’informazione in Italia: la società appare spaesata, sotto il peso di una valanga di notizie spesso negative e notifiche continue. Lo scenario descritto dal Digital News Report 2025, curato da Alessio Cornia per l’Italia e realizzato dall’Università di Torino, documenta una realtà dove il bisogno di informarsi resta forte, ma la qualità e l’efficacia dei contenuti non tengono il passo. I dati rivelano un paradosso: l’interesse per le notizie è calato molto negli ultimi anni, eppure molti italiani continuano a consultarle più volte al giorno.

Il paradosso della diminuzione dell’interesse e della frequenza di consumo delle news

Nel corso dell’ultimo decennio l’interesse degli italiani per le notizie è sceso da oltre il 70% a meno del 40%. Eppure, sei persone su dieci continuano a cercare informazioni più volte nel corso della giornata. Questo fenomeno indica una curiosità diffusa che rimane, nonostante la percezione prevalente di un’informazione spesso inadeguata. Si tratta di un segnale che differenzia l’Italia da altri Paesi europei simili, dove il coinvolgimento nella ricerca di notizie appare meno intenso.

La dinamica provocata dall’attuale contesto sociale, caratterizzato da un clima di incertezza e da un flusso di notizie spesso negative, contribuisce a questa ambivalenza. Le persone sono frequentemente esposte a un bombardamento mediatico che può portare a confusione, disorientamento e senso di disillusione nei confronti dei media tradizionali e digitali.

Tv ancora primo mezzo di informazione

La tv mantiene, in Italia, la posizione di principale mezzo d’informazione, contrariamente alle previsioni che indicavano un sorpasso del digitale nel 2025. Il pubblico televisivo ha registrato addirittura una lieve ripresa rispetto agli anni scorsi, consolidando la sua centralità.

Tra i mezzi online, i social network si distinguono come prima fonte , seguiti da testate native digitali e giornalisti indipendenti . I siti di quotidiani e quelli appartenenti a testate radiotelevisive si fermano rispettivamente all’8% e al 5%. Il ruolo della carta stampata risulta marginale, essendo principale fonte solo per il 2% degli italiani.

Questi numeri mostrano un’Italia ancora legata a abitudini tradizionali, pur con una crescente apertura al digitale. Il fatto che la tv abbia resistito indica che la trasformazione dei media sta procedendo con tempi differenti rispetto ad altri contesti europei.

L’informazione locale e la necessità di contenuti verificati

Il Digital News Report conferma la resilienza dell’informazione locale, che interessa l’81% degli italiani. Questa preferenza si traduce in una richiesta concreta di notizie più vicine al territorio e ai fatti quotidiani, probabilmente percepite come più affidabili. Ma la ricerca spinge oltre l’attenzione al dato di prossimità: emerge un bisogno marcato di contenuti controllati, che offrano trasparenza e fatti verificati.

Gli italiari si mostrano diffidenti verso alcune fonti: influencer e politici sono ritenuti le fonti più frequenti di disinformazione online, rispettivamente dal 42% e dal 37% dei rispondenti. Nel panorama digitale, il testo scritto domina ancora l’informazione , con una netta preferenza rispetto a video e audio , indipendentemente da caratteristiche demografiche o orientamenti.

“Questo segmento porta alla luce quanto l’offerta mediatica debba rimettere al centro la qualità e la credibilità, oltre a una migliore capacità di adattare formati e contenuti al pubblico reale.”

Mancanza di educazione mediatica e appello a una strategia condivisa

Una questione particolarmente rilevante è la bassa partecipazione alle attività di alfabetizzazione mediatica, pari solo al 19%. Questo dato mette in evidenza la fragilità della risposta sociale al problema della disinformazione, che resta alta e diffusa nel paese.

Alessio Cornia chiede un piano riconosciuto e collettivo, che metta al primo posto trasparenza delle fonti e fact-checking. “Senza interventi coordinati e continui, la giungla dell’informazione online rischia di confondere ancor di più il pubblico.”

La sensibilità verso questo problema cresce, e l’attenzione per la qualità è un passaggio chiave per migliorare la relazione tra cittadini e informazione.

Contesto e collaborazioni del digital news report 2025

Il Digital News Report Italia 2025 è stato realizzato grazie al supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo e Google. Hanno partecipato diverse organizzazioni, tra cui Community, Associazione Nazionale della Stampa Online e Festival Glocal. L’iniziativa gode di patrocinio da parte dell’Ordine dei Giornalisti nazionale e piemontese, insieme all’Università degli Studi di Torino, sede del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, coinvolto nell’elaborazione del rapporto.

Il rapporto completo è disponibile online, offrendo un quadro dettagliato sulle dinamiche dell’informazione in Italia nel 2025. Lo studio conferma la complessità del sistema mediatico e le sfide di un pubblico sottoposto a stimoli continui, confermando come la qualità e la credibilità restino elementi irrinunciabili per il futuro dell’informazione.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

Unita.tv è un sito d’informazione generalista che offre aggiornamenti su cronaca, politica, spettacolo, gossip, sport e altri temi d’attualità, con uno stile dinamico e accessibile.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@unita.tv

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.