La vicenda legata all’audio degli «occhi spaccanti» coinvolge Fabrizio Corona, Raoul Bova e un’inchiesta per estorsione che si intreccia con questioni di privacy e tutela dell’immagine. Il Garante per la Privacy ha imposto la cancellazione di una puntata della trasmissione online Falsissimo, diffusa su YouTube, a causa della presenza di contenuti ritenuti lesivi dei diritti personali di Bova. L’episodio ha sollevato interrogativi sui limiti della diffusione di materiale audio sul web e sulle difficoltà nel contenerne la circolazione, soprattutto quando diventa virale attraverso social e nuove piattaforme.
La decisione del Garante per la Privacy e l’oscuramento su Youtube
Il 20 agosto il Garante per la Privacy ha ordinato la rimozione della puntata numero 13 del programma Falsissimo, condotto da Fabrizio Corona, dal sito YouTube. Il provvedimento riguarda la presenza della frase rivolta da Raoul Bova a Martina Ceretti: «Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti», collocata al minuto 38 e 43 secondi. Questa espressione, diffusa senza consenso, è stata considerata una violazione del diritto alla privacy e al decoro personale. Corona non ha ottemperato all’ordine, perciò Google, che gestisce la piattaforma, ha proceduto all’oscuramento del video sul sito ufficiale.
Nonostante l’oscuramento su YouTube, l’audio continua a circolare in rete, soprattutto su Instagram, Telegram, TikTok e Facebook, dove ha raggiunto ampia diffusione. In alcuni casi, parti di questo materiale sono state utilizzate da compagnie aeree e società sportive per campagne pubblicitarie. Questo rende difficile eliminare completamente la traccia sonora da internet, evidenziando le problematiche legate al controllo dei contenuti nel digitale. Nel frattempo si attende un possibile sviluppo riguardo alla registrazione del marchio presso l’Ufficio Brevetti, che potrebbe influire sul futuro dell’audio «occhi spaccanti».
Raoul Bova e la tutela della propria immagine
Raoul Bova ha affidato la difesa legale all’avvocata Rita Bernardini de Pace. La legale definisce la rimozione dell’audio come una vittoria non solo personale per l’attore, ma anche per un principio fondamentale: il rispetto della privacy e della verità in un contesto in cui i social media spesso compromettono la reputazione delle persone. L’attore, noto per il ruolo in Don Matteo, ha dovuto affrontare la diffusione di un frammento audio che lo ritrae senza consenso, un problema che va oltre YouTube.
La presenza dell’audio su diverse piattaforme rende difficile per Bova ottenere la completa cancellazione della sua voce dal web. È quasi impossibile eliminarla dalla memoria collettiva, considerato l’uso esteso in ambito pubblicitario. I legali di Bova hanno inoltre segnalato un tentativo di ricatto proveniente da un numero spagnolo, collegato ai messaggi ricevuti dall’attore. Questa situazione ha spinto il team difensivo a denunciare nuovi abusi e a sottolineare l’importanza di una tutela più efficace contro l’uso non autorizzato di immagini e registrazioni vocali di personaggi pubblici.
L’indagine penale sull’estorsione collegata all’audio e ai messaggi
Nel frattempo, l’inchiesta aperta dalla Procura di Roma segue piste penali su un possibile caso di estorsione che coinvolge Martina Ceretti e altre persone legate alla vicenda. La sostituta procuratrice Elena Dolce coordina le indagini, che hanno portato all’iscrizione di almeno un indagato nel fascicolo penale, con l’accusa di estorsione. Questo conferma come la vicenda, pur partendo da una questione di privacy, abbia sviluppi più ampi e rilevanti sul piano giudiziario.
Tra i protagonisti c’è Federico Monzino, pr milanese con legami a una famiglia industriale. È stato lui a proporre a Fabrizio Corona chat e audio di supporto per l’amica Ceretti, con l’obiettivo di darle visibilità. Monzino nega di aver inviato messaggi estorsivi a Bova. Secondo fonti giornalistiche, oltre all’indagine per estorsione, sono emersi dettagli sulle relazioni personali e professionali che hanno complicato la vicenda. Corona, nei giorni scorsi, ha dichiarato sui social di avere una relazione di tre anni con una donna torinese, psicologa e dipendente del San Giovanni Bosco, notizia che ha portato a una querela da parte della interessata. Anche questo elemento è stato rimosso, insieme ad altri contenuti, dai canali social di Corona, lasciando aperti diversi interrogativi sul caso.
La vicenda evidenzia una rete complessa di questioni legali, privacy e rapporti personali che si intrecciano con il mondo digitale e i media contemporanei. Il percorso giudiziario e mediatico prosegue, mentre il pubblico attende sviluppi su tutti i fronti coinvolti.
Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Matteo Bernardi