La nautica italiana raccontata attraverso gli occhi di Gaspare Borghini, protagonista di una carriera che attraversa decenni cruciali per il settore. Dal cantiere Picchiotti ai Codecasa fino alla presidenza dei Baglietto, Borghini ripercorre momenti chiave, episodi curiosi e passaggi decisivi che hanno segnato il passaggio da un artigianato pionieristico a una produzione su scala globale. Il suo libro “Gossip da diporto”, scritto con Raoul de Forcade e pubblicato da De Ferrari Editore, offre uno sguardo diretto sul mondo degli yacht con dettagli inediti.
Dal cantiere picchiotti ai codecasa: i primi passi nella nautica
Gaspare Borghini comincia la sua esperienza nel mondo della cantieristica navale nei cantieri Picchiotti. Qui lavora per undici anni vivendo in prima persona le sfide di un’azienda impegnata a costruire imbarcazioni prestigiose ma destinata al fallimento dopo una commessa importante non andata a buon fine: un mega yacht lungo 100 metri destinato al sultano dell’Oman. Questo episodio segna profondamente l’andamento del cantiere.
Nel libro emergono anche storie legate a personaggi come Nicodemo Picchiotti, figura centrale del cantiere omonimo. Poi si passa all’esperienza presso Codecasa, dove Borghini diventa amministratore delegato. Qui ricorda Fulvio Codecasa che riuscì a convincere Leonardo Del Vecchio – noto imprenditore patron di Luxottica – durante la trattativa per l’acquisto del 62 metri Moneikos mostrando con ironia su un metro quanto ancora gli restava da vivere.
Questi capitoli raccontano molto più delle singole imprese: offrono uno spaccato sulla trasformazione della nautica italiana negli anni ’80 e ’90, quando si consolidavano rapporti commerciali internazionali e si affermavano strategie produttive più strutturate.
Aneddoti sorprendenti dal mondo degli yacht
Il sottotitolo del libro “Aneddoti e retroscena dal mondo degli yacht” anticipa bene il tono vivace dei racconti raccolti da Borghini insieme al giornalista Raoul de Forcade. Tra le storie più curiose emerge quella dell’uomo dotato di sensore hi-tech capace di “scansionare” barche intere per replicarle fedelmente grazie ad avanzati programmi informatici; questa tecnica innovativa conquistò diversi clienti nel settore.
Un altro racconto riguarda un episodio drammatico avvenuto su un Baglietto gestito da armatori tedeschi: il comandante venne fatto letteralmente sbarcare nudo dopo aver sorpreso l’armatore con sua moglie; quest’ultima fu poi protetta dai proprietari del cantiere Pietro e Giampiero Baglietto mentre il comandante venne lasciato in banchina senza vestiti né protezione perché “aveva tradito la fiducia ricevuta”.
Tra le immagini più vivide resta quella delle turbine Mercury accese al massimo su uno dei 30 metri Picchiotti dell’avvocato Roberto Memmo nel porto di Beaulieu; dalla potenza sprigionata scaturì una fiammata che incendiò parte del ristorante vicino creando panico tra i presenti.
Questi episodi non sono solo curiosità ma mostrano anche aspetti meno noti della vita nei cantieri navali dove tecnologia avanzata conviveva con tensione umana ed eventi imprevedibili legati alle personalità coinvolte.
L’acquisizione baglietto tra crisi finanziarie e nuovi investimenti
Una parte consistente del racconto è dedicata all’avventura imprenditoriale legata all’acquisizione dei cantieri Baglietto negli anni ’90. Dopo essere passati attraverso diverse proprietà , i Baglietto finirono in amministrazione controllata rischiando la chiusura definitiva.
Borghini ricorda come sia riuscito a coinvolgere Guido Orsi nell’investimento decisivo nel 1996 mettendo sul piatto circa un miliardo e mezzo di lire per salvare lo storico marchio ligure diventando CEO oltre che socio paritetico fino al 1999. L’affare si rivelò redditizio perché pochi anni dopo Orsi cedette Baglietto alla famiglia Camuzzi ottenendo quasi quaranta milioni di euro, cifra molto superiore rispetto all’investimento iniziale fatto quando lo stabilimento era sull’orlo della bancarotta.
In queste pagine emergono anche altri protagonisti come Paolo Vitelli fondatore Azimut Yachts interessato ad acquisire i Baglietto soprattutto per sfruttare la grande concessione demaniale detenuta dal cantiere nell’area portuale oggi nota come Marina Varazze. La trattativa fu complessa ma alla fine Vitelli ottenne parte delle concessioni necessarie realizzando infrastrutture fondamentali quali banchine gratuite richieste proprio dai proprietari originari dei cantieri liguri in cambio dello spazio occupabile dall’ampliamento portuale.
Rilanci aziendali ed eredità perdute nel mercato degli yacht
Dopo aver superato momenti difficili sotto la guida Orsi-Borghini partì una fase nuova fatta anche dall’ingresso nella scena imprenditoriale italiana d’imprese come Golden Lady guidate da Nerino Grassi o Tiberio Lonati noto produttore macchine tessili specializzato nelle calze; entrambi portarono risorse fresche ai cantieri contribuendo ad ampliare clientela ed ordini importanti nel segmento lusso degli yachts italiani.
Non mancano però storie meno fortunate come quella legata a Mike Bongiorno cliente perso durante una trattativa vinta dai fratelli Stroppiana titolari Mondomarine grazie alla presenza influente della moglie Daniela Zuccoli attrice principale nella decisione finale d’acquisto.
Questi dettagli testimoniano quanto sia complesso mantenersi competitivi sul mercato internazionale dello yachting dove relazioni personali spesso incidono tanto quanto qualità tecniche o piani industriali elaborati dalle aziende stesse.
L’opera firmata Gaspare Borghini insieme Raoul de Forcade restituisce dunque non solo memorie private ma documenta pezzi importanti dell’evoluzione economica culturale attorno agli yachts made in Italy dagli anni settanta fino agli inizi Duemila offrendo lettura utile sia agli appassionati sia agli addetti ai lavori interessati alle vicende dietro le quinte delle grandi barche italiane.