Achille Costacurta, figlio di Billy e Martina Colombari, ha vissuto un percorso segnato da momenti complicati e scelte estreme. Dopo un’adolescenza tormentata che lo ha portato in un centro penale minorile e a un tentativo di suicidio, oggi si è trasferito a Mondello, Palermo. Qui ha trovato una nuova vita lontano dai problemi passati. La sua storia è emersa attraverso una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, dove racconta senza filtri le difficoltà superate.
Il trasferimento a Mondello da Milano e l’ integrazione nella comunità siciliana
Nel febbraio scorso Achille si è spostato da Milano a Mondello per lavorare al bar Galatea. Il cambiamento gli ha permesso di entrare in contatto con una realtà completamente diversa rispetto alla frenesia della sua città natale. Racconta che fin dal primo giorno i locali gli hanno offerto aiuto concreto: “Chiedo informazioni sul supermercato – dice – mi hanno dato le chiavi del furgone per andare a fare la spesa”. Questo tipo di accoglienza lo ha colpito molto perché non l’aveva mai sperimentata neanche tra amici stretti.
Il giovane descrive Mondello come un posto quasi fuori dal tempo dove la gente non giudica ma sostiene chi attraversa momenti difficili. Passeggiate su Monte Pellegrino o bagni fuori stagione nelle acque limpide del mare sono diventati parte della sua routine rigenerante. L’ambiente tranquillo lo sta aiutando ad allontanarsi dai ricordi dolorosi legati agli anni trascorsi in isolamento nel centro penale minorile.
Il racconto di Achille Costacurta sul tentativo di suicidio durante il difficile periodo a Milano
Achille confessa che all’età di 17 anni aveva tentato di togliersi la vita assumendo sette boccette di metadone, quantità equivalente a 40 grammi circa d’eroina. Era recluso nel centro penale minorile di Parma da quasi due anni quando quel gesto estremo è arrivato come sfogo disperato alla sofferenza accumulata dentro quel contesto rigido e spesso violento.
Nella sua testimonianza parla anche delle condizioni dure vissute ogni giorno: restrizioni minime come togliere sigarette se non ci si presentava puntuali alla colazione; episodi violenti con agenti che rispondevano con schiaffi se veniva mostrata qualche forma minima di ribellione o disobbedienza. Quel periodo segnò profondamente Achille ma oggi sottolinea quanto sia riuscito ad abbandonare le droghe definitivamente e abbia ricostruito rapporti familiari importanti con mamma Martina Colombari e papà Billy Costacurta.
Come Achille Costacurta e Martina Colombari hanno superato le difficoltà familiari ritrovandosi tra Milano e Sicilia
I genitori sono sempre stati presenti nella vita del giovane ma spesso i conflitti erano inevitabili soprattutto fuori casa perché era riconosciuto come “figlio di” personaggi famosi della tv e dello sport italiani; questo attirava attenzioni indesiderate ovunque andasse provocando tensioni continue nelle uscite serali o negli eventi pubblici.
Achille ricorda regole ferree imposte in casa dalla famiglia ma ammette che ciò non bastava ad evitare problemi sociali ed episodi spiacevoli legati proprio al peso dell’essere figlio famoso nei luoghi pubblici milanesi. Oggi però quei contrasti sembrano superati grazie anche alla maturità raggiunta dal ragazzo stesso; mantiene rapporti più sereni tanto da chiamare i genitori se torna tardi o semplicemente per aggiornamenti quotidiani.
La difficile esperienza di Achille nel centro penale minorile di Palermo
L’ingresso nel centro penale avvenne quando aveva solo quindici anni dopo essere stato trovato con due coltelli nascosti nell’armadietto scolastico; Achille specifica però che non voleva far male nessuno ma era tormentato da paranoie giovanili mal gestite. Dentro quella struttura dovette affrontare condizioni dure fatte anche dei piccoli rituali punitivi quali privazioni minime oppure intimidazioni fisiche da parte degli agenti addetti alla sorveglianza.
Racconta uno degli episodi più duri quando sputò contro uno degli agenti dopo avergli chiesto semplicemente pazienza mentre fumava una sigaretta proibita; fu picchiato assieme ad altri ragazzi senza alcuna reale motivazione oltre quella repressione autoritaria tipica delle strutture carcerarie minorili italiane.
Due anni fa inoltre riporta un episodio increscioso accaduto ancora a Milano dove durante una lite lanciò scarpe Gucci fuori dal taxi rompendo pure una telecamera stradale: fu coinvolto dalla polizia locale ricevendo pugni prima ancora dell’intervento ufficiale delle forze dell’ordine.
L’ abuso di mescalina e le sue conseguenze devastanti tra giovani di Milano e Sicilia
Il racconto sulle droghe emerge soprattutto riguardo agli otto mesi successivi al suo diciottesimo compleanno quando iniziò ad assumere mescalina, sostanza psichedelica messicana capace d’indurre fortissime allucinazioni. Descrive quei periodi come illusionistici momentanei dove si sentiva onnipotente fino al punto d’immaginarsi capace d’aiutare intere persone bisognose donando oggetti preziosi ai senzatetto o ospitando giovani tossicodipendenti in casa propria.
Nonostante questi gesti altruistici apparenti rimaneva intrappolato nella spirale autodistruttiva generata dalle sostanze stupefacenti definite “demonio” proprio perché sottraggono lentamente tutto ciò che rende umana una persona. Oggi dice chiaramente d’essere pulito dall’uso delle droghe mantenendo saldo questo stato grazie anche all’ambiente nuovo creato intorno a lui nella Sicilia occidentale.
Achille Costacurta e Martina Colombari Uniti in nuovi progetti tra solidarietà sociale e iniziative positive a Milano e Sicilia
Oltre aver lasciato alle spalle comportamenti rischiosi Achille sta pensando ora concretamente al futuro proponendosi obiettivi solidali rivolti ai più fragili. Tra questi c’è l’intenzione d’aprire un centro dedicato ai ragazzi affetti dalla sindrome di Down offrendo loro supporto concreto attraverso attività educative personalizzate.
Spiega quanto trovare senso nell’aiutare altre persone rappresenta per lui motivo autentico capace persino far vibrare emozioni profonde dentro allo stomaco. Questa svolta testimonia cambiamenti realizzati rispetto agli errori commessi negli ultimi anni mostrando volontà concreta verso nuove responsabilità socialmente utili.
L’esperienza vissuta resta comunque impressa nella memoria personale senza cancellarne aspetti traumatici ma serve ora soprattutto come base sulla quale costruire giorni diversi lontani dalle ombre passate.
Ultimo aggiornamento il 13 Luglio 2025 da Davide Galli