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Chiara Ferragni e la chiusura di Fenice Retail: bilanci in perdita e scioglimento della società nel 2024

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La gestione dei negozi fisici di Chiara Ferragni si è conclusa con la chiusura definitiva di Fenice Retail, la società incaricata di amministrare i punti vendita a Milano e Roma. I dati economici emersi mostrano una situazione finanziaria critica, con perdite crescenti e un patrimonio netto negativo che ha portato allo scioglimento ufficiale dell’azienda nel 2024. Ecco cosa è successo nei dettagli.

Fenice retail tra bilanci in rosso e calo dei ricavi

Fenice Retail ha registrato due anni consecutivi di risultati economici negativi. Nel 2023 i negozi hanno incassato circa 419 mila euro, cifra che è scesa a poco più di 329 mila euro nel corso del 2024. Nonostante il fatturato registrato, entrambe le annualità si sono concluse con perdite ingenti: oltre mezzo milione di euro nel primo anno e un deficit ancora più pesante l’anno successivo . Questi numeri evidenziano come l’attività commerciale non sia riuscita a coprire i costi operativi legati alla gestione degli store fisici.

Patrimonio netto negativo e chiusura dei punti vendita

Il patrimonio netto della società si è così ridotto drasticamente fino a diventare negativo, segnale evidente delle difficoltà finanziarie accumulate dall’impresa durante questo periodo. Le chiusure dei punti vendita principali nelle città strategiche come Milano e Roma hanno certamente influito sul deterioramento della situazione economica complessiva.

L’assemblea singolare tra presidente socio unico: il dialogo interno che ha sancito lo scioglimento

Un aspetto particolare riguarda l’assemblea che ha approvato i bilanci del biennio difficile per Fenice Retail. Il verbale racconta infatti un curioso scambio “interno”: Chiara Ferragni ricopre contemporaneamente il ruolo di presidente della società e quello del socio unico tramite Fenice srl, controllata al 99,8% da lei stessa.

Durante l’incontro ufficiale per approvare i conti consuntivi del 2023-24, la presidente chiede al socio unico se intenda coprire le perdite accumulate o procedere alla ricostituzione del capitale sociale necessario per mantenere attiva la società. La risposta arriva dallo stesso soggetto – Chiara Ferragni – che decide invece di non intervenire per ristabilire il capitale sociale.

A quel punto la stessa presidente invita l’assemblea – composta da sé medesima – ad accettare lo scioglimento della società visto il valore patrimoniale sceso sotto il minimo legale previsto dalla normativa italiana sulle imprese commerciali. L’approvazione dello scioglimento avviene quindi all’unanimità in questa singolare assemblea dove tutti gli attori coinvolti coincidono nella stessa persona.

Implicazioni economiche dietro la decisione finale

Lo stop alle attività commerciali gestite da Fenice Retail rappresenta una decisione drastica ma necessaria davanti ai risultati finanziari negativi accumulati negli ultimi due anni fiscali. La mancata ricapitalizzazione indica una volontà precisa: quella di non proseguire ulteriormente nell’investimento diretto nei negozi fisici collegati al marchio Ferragni.

Questa scelta lascia spazio ad altre forme organizzative o strategie imprenditoriali meno vincolate ai costi fissi elevati tipici degli spazi commerciali tradizionali nelle grandi città italiane. A livello societario, lo scioglimento formale consente inoltre un azzeramento delle passività residue attraverso procedure previste dal diritto commerciale italiano.

La sfida delle realtà digital native nel mercato offline

La vicenda mette in luce anche le difficoltà incontrate da alcune realtà imprenditoriali digital native quando tentano una presenza stabile offline. Le sfide operative ed economiche appaiono rilevanti soprattutto in contesti urbani dove affitti, personale, logistica incidono pesantemente sui bilanci aziendali.

Il caso Fenice Retail conferma quanto sia complesso trasformare notorietà online in successo commerciale duraturo fuori dal web, specie quando manca un modello sostenibile sul lungo termine.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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