Ritiro catastrofico delle forze ucraine: testimonianze dal fronte di Kursk

A Sudzha, le forze ucraine affrontano un ritiro critico sotto attacchi incessanti dei droni russi. Soldati come Volodymyr e Maksym descrivono una situazione catastrofica e insostenibile.
Ritiro catastrofico delle forze ucraine: testimonianze dal fronte di Kursk Ritiro catastrofico delle forze ucraine: testimonianze dal fronte di Kursk
Ritiro catastrofico delle forze ucraine: testimonianze dal fronte di Kursk - unita.tv

La situazione sul fronte di Kursk, in Russia, si fa sempre più drammatica per le forze ucraine. Dopo l’offensiva lanciata nell’agosto dello scorso anno, i soldati stanno affrontando un ritiro che viene descritto come “catastrofico”. Le testimonianze raccolte da diverse fonti, tra cui la BBC, rivelano un quadro allarmante, caratterizzato da attacchi incessanti e difficoltà logistiche. Questo articolo analizza le recenti dichiarazioni dei soldati e le implicazioni strategiche del conflitto.

La situazione attuale a Sudzha

Le forze ucraine stanno vivendo un momento critico a Sudzha, la città che rappresentava uno dei pochi avamposti sotto il loro controllo. Secondo le parole di un soldato, identificato con il nome di fantasia ‘Volodymyr‘, il morale è basso e il panico si diffonde tra le truppe. Il 9 marzo, ‘Volodymyr‘ ha comunicato via Telegram che le forze ucraine stanno cercando di ritirarsi, ma i droni russi stanno attaccando le colonne militari, rendendo impossibile il movimento durante il giorno. La strada che collega Sudzha a Sumy, che fino a poco tempo fa era considerata relativamente sicura, è ora sotto il costante fuoco nemico. La situazione è aggravata dalla mancanza di informazioni chiare e dalla sorpresa del comando ucraino riguardo alle manovre russe.

Il ritiro non è solo una questione di strategia militare, ma anche di sopravvivenza. Le forze ucraine devono affrontare un nemico che ha accumulato un numero considerevole di soldati, tra cui anche truppe nordcoreane. Gli esperti stimano che la Russia possa aver schierato fino a 70.000 soldati per riprendere il controllo della regione, mentre le forze ucraine, secondo le stime, ammontano a circa 12.000 unità, equipaggiate con armi fornite dall’Occidente.

Testimonianze di soldati in difficoltà

Le testimonianze di altri soldati confermano il quadro desolante. ‘Maksym‘, un altro militare, ha raccontato che l’11 marzo le forze ucraine erano impegnate a mantenere aperta la strada di rifornimento. Tuttavia, la Russia ha intensificato gli attacchi, utilizzando droni avanzati che hanno distrutto numerosi mezzi e congestionato le rotte di rifornimento. La situazione è diventata insostenibile, con ‘Anton‘, un soldato del quartier generale, che ha descritto l’11 marzo come un giorno “catastrofico”, evidenziando l’impossibilità di garantire consegne di armi, munizioni e cibo.

Alcuni soldati, come ‘Dmytro‘, hanno paragonato il ritiro a scene da un film dell’orrore, descrivendo strade piene di veicoli distrutti e feriti. La situazione è diventata così critica che ‘Artem‘, un soldato ferito, ha confermato che le forze ucraine stanno combattendo con determinazione, ma il controllo della situazione sta sfuggendo di mano.

Le perdite e le prospettive future

Gli analisti militari stimano che le forze ucraine abbiano perso circa due terzi dei mille chilometri quadrati conquistati all’inizio dell’offensiva. Il generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze ucraine, ha dichiarato che il ritiro verso “posizioni più favorevoli” è in corso, ma la realtà sul campo è ben diversa. Le perdite russe sono state stimate in oltre 50.000 tra soldati feriti, caduti e catturati, ma ciò non sembra bastare a fermare l’avanzata russa.

La situazione a Kursk rimane tesa e incerta, con le forze ucraine che devono affrontare una sfida sempre più difficile. Le testimonianze raccolte dai soldati evidenziano un conflitto in evoluzione, dove la determinazione e la resilienza delle truppe ucraine sono messe a dura prova da un nemico ben equipaggiato e motivato. La guerra in corso continua a generare preoccupazioni non solo per le conseguenze immediate, ma anche per gli sviluppi futuri che potrebbero influenzare l’intera regione.