La Siria al bivio: oltre 350mila persone tornano a casa dopo anni di conflitto

In Siria, oltre 350mila profughi sono tornati a casa, ma la crisi umanitaria persiste con 16 milioni di persone bisognose di aiuti. Filippo Grandi dell’UNHCR lancia un appello da Aleppo.
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La Siria al bivio: oltre 350mila persone tornano a casa dopo anni di conflitto - unita.tv

La Siria, dopo un conflitto che ha segnato profondamente la sua storia per quasi 14 anni, si trova oggi in una fase cruciale. Con oltre 13 milioni di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni, il Paese sta lentamente cercando di ricostruire la propria identità e stabilità. Attualmente, circa 350mila siriani sono rientrati nel loro Paese e oltre 885mila sfollati interni hanno fatto ritorno nelle loro comunità. Tuttavia, la crisi umanitaria continua a essere drammatica, con più di 16 milioni di persone che necessitano di aiuti urgenti, tra cui cibo, alloggi e assistenza sanitaria. Inoltre, più di 7,4 milioni di siriani rimangono ancora sfollati all’interno del Paese.

Rientro dei profughi e sfide umanitarie

Il rientro di circa 350mila siriani rappresenta un segnale di speranza in un contesto segnato da anni di violenza e instabilità. Tuttavia, il ritorno non è privo di difficoltà. Molti di coloro che tornano si trovano ad affrontare la mancanza di infrastrutture adeguate, servizi essenziali e opportunità di lavoro. Le comunità che accolgono i ritorni sono spesso già sovraccariche e faticano a garantire le necessità di base per tutti i residenti.

La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di oltre 16 milioni di siriani che necessitano di assistenza umanitaria. Questi includono famiglie che vivono in condizioni precarie, senza accesso a cibo sufficiente, alloggi sicuri o cure mediche. La scarsità di risorse e le difficoltà economiche rendono la vita quotidiana estremamente difficile per molti. La crisi umanitaria in Siria è una delle più gravi al mondo e richiede un intervento immediato e coordinato da parte della comunità internazionale.

L’appello dell’UNHCR da Aleppo

In questo contesto, Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha lanciato un appello urgente per il sostegno alla campagna di raccolta fondi, direttamente da Aleppo. Grandi ha sottolineato l’importanza di continuare a fornire assistenza salvavita e proteggere i diritti delle persone costrette a fuggire. “Le persone di questo Paese hanno vissuto anni di difficoltà inimmaginabili”, ha dichiarato, evidenziando il ruolo cruciale dell’UNHCR nel fornire aiuto durante questa lunga crisi.

L’agenzia delle Nazioni Unite è presente in Siria da anni, affrontando le sfide quotidiane per garantire che le persone vulnerabili ricevano il supporto di cui hanno bisogno. Grandi ha messo in evidenza che il lavoro di ricostruzione sarà lungo e difficile, richiedendo tempo e risorse significative. Tuttavia, ha ribadito l’impegno dell’UNHCR a continuare a lavorare con il sostegno dei donatori per affrontare le esigenze immediate e a lungo termine della popolazione siriana.

La strada verso la ricostruzione

La Siria si trova ora di fronte a una fase di transizione politica e sociale, che richiede un impegno collettivo per affrontare le sfide della ricostruzione. La comunità internazionale ha un ruolo fondamentale nel sostenere gli sforzi di recupero e nel garantire che le persone che tornano a casa possano farlo in sicurezza e dignità. La ricostruzione non riguarda solo la riparazione delle infrastrutture, ma anche il ripristino della fiducia tra le comunità e la promozione della coesione sociale.

Il futuro della Siria dipende dalla capacità di affrontare le cause profonde del conflitto e di garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine o situazione, possano partecipare attivamente alla ricostruzione del Paese. La strada da percorrere è lunga e complessa, ma i segnali di speranza, come il rientro dei profughi, offrono una luce nel buio di anni di conflitto.