La Cina smentisce colloqui con l’Europa per inviare peacekeeper in Ucraina

Il portavoce del ministero degli Esterni cinese, Guo Jiakun, smentisce le voci su un possibile invio di forze di peacekeeping in Ucraina, ribadendo la posizione neutrale di Pechino nel conflitto.
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La Cina smentisce colloqui con l'Europa per inviare peacekeeper in Ucraina - unita.tv

Le recenti affermazioni riguardanti presunti colloqui tra la Cina e l’Europa per l’invio di forze di peacekeeping in Ucraina sono state categoricamente negate da Pechino. Questo sviluppo si inserisce nel contesto di una crisi internazionale complessa, in cui le posizioni delle potenze mondiali sono sempre più scrutinabili. La Cina, attraverso il suo portavoce del ministero degli Esterni, ha chiarito la propria posizione, sottolineando la coerenza della sua strategia diplomatica.

La posizione della Cina sulla crisi ucraina

Il portavoce del ministero degli Esterni cinese, Guo Jiakun, ha risposto con fermezza alle domande dei giornalisti riguardo a possibili negoziati con l’Europa. “Non è affatto vero”, ha affermato, chiudendo la porta a qualsiasi speculazione su un coinvolgimento diretto della Cina in operazioni di peacekeeping in Ucraina. Questa dichiarazione evidenzia la volontà di Pechino di mantenere una posizione neutrale nel conflitto, una posizione che ha caratterizzato la sua politica estera sin dall’inizio dell’invasione russa.

La Cina ha sempre sostenuto di non voler prendere parte attivamente al conflitto, mantenendo una linea di neutralità che, tuttavia, non ha mai condannato esplicitamente l’azione militare russa. Questa ambiguità ha portato a speculazioni sulla reale posizione di Pechino, che ha più volte ribadito il suo legame con Mosca, definendo la loro partnership come “senza limiti”. La Cina quindi, si presenta come un attore diplomatico che cerca di bilanciare le proprie relazioni internazionali senza compromettere la propria immagine di neutralità.

La notizia smentita dal giornale tedesco

Nei giorni scorsi, il settimanale tedesco Welt am Sonntag aveva riportato che la Cina stava considerando l’invio di forze di peacekeeping in Ucraina, unendosi a una coalizione di paesi europei disposti a contribuire a una soluzione pacifica del conflitto. Secondo il giornale, tale decisione sarebbe stata presa nel caso in cui si fosse raggiunto un accordo tra Kiev e Mosca per porre fine alle ostilità.

Tuttavia, la smentita da parte della Cina ha messo in discussione la veridicità di queste informazioni. La posizione di Pechino, che si è sempre dichiarata neutrale, sembra non lasciare spazio a interpretazioni. La Cina continua a monitorare la situazione in Ucraina, ma il suo approccio rimane focalizzato sulla diplomazia e sul dialogo, piuttosto che su un intervento militare diretto.

Le implicazioni geopolitiche

La questione dell’invio di peacekeeper in Ucraina da parte della Cina solleva interrogativi sulle dinamiche geopolitiche attuali. La guerra in Ucraina ha polarizzato le opinioni a livello globale, con le potenze occidentali che sostengono Kiev e la Russia che continua la sua offensiva. In questo contesto, la Cina si trova in una posizione delicata, cercando di mantenere buone relazioni sia con Mosca che con l’Occidente.

Il rifiuto di Pechino di partecipare a missioni di peacekeeping potrebbe essere visto come un tentativo di preservare la propria immagine di mediatore neutrale. Tuttavia, la crescente tensione tra le potenze mondiali rende difficile mantenere questa posizione senza compromettere le relazioni con i vari attori coinvolti nel conflitto. La Cina, quindi, continua a navigare in acque turbolente, cercando di affermare la propria influenza senza compromettere la propria neutralità.

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