Il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, ha espresso la sua profonda indignazione per l’attacco avvenuto il 23 marzo a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove un convoglio di ambulanze e un camion dei pompieri sono stati colpiti dal fuoco israeliano. Questo tragico evento ha portato alla scoperta di una fossa comune contenente i corpi di 15 soccorritori. Valastro ha lanciato un appello accorato affinché venga rispettato il principio fondamentale di protezione degli operatori umanitari.
La gravità dell’attacco e la risposta della Croce Rossa
Rosario Valastro ha definito la situazione “inaccettabile”, sottolineando che il simbolo della Croce Rossa non è più sufficiente a garantire la sicurezza degli operatori e dei mezzi impiegati nelle zone di conflitto. “In questo come in altri conflitti in corso, il nostro Emblema non è più sufficiente a garantire protezione ai nostri operatori, ai nostri mezzi, nonché alle strutture nelle quali operiamo”, ha dichiarato Valastro. Questo attacco rappresenta un grave colpo non solo per i soccorritori coinvolti, ma anche per l’intero sistema umanitario che opera in contesti di crisi.
Valastro ha messo in evidenza che gli operatori umanitari e sanitari, insieme ai veicoli e alle strutture destinate al soccorso, non devono mai diventare un bersaglio. “Nessuno spari sulla Croce Rossa“, ha affermato con fermezza, richiamando l’attenzione sulla necessità di proteggere chi si dedica ad alleviare le sofferenze degli altri.
Leggi anche:
L’importanza del rispetto delle norme umanitarie
Il presidente della Croce Rossa Italiana ha ribadito che attaccare ambulanze, operatori e volontari significa ostacolare l’arrivo dell’aiuto a chi ne ha bisogno. Questo comportamento è contrario ai principi fondamentali della Croce Rossa e al diritto internazionale umanitario. “Lo ripeto ancora una volta: gli operatori sanitari e umanitari che operano in zone di conflitto non devono essere dei target“, ha sottolineato Valastro, evidenziando l’importanza di rispettare le regole che governano i conflitti armati.
La Croce Rossa, da sempre impegnata nella protezione della vita e della dignità umana, si trova ora a fronteggiare una realtà in cui le regole sembrano essere ignorate. Valastro ha richiamato l’attenzione su questo aspetto, sottolineando che “le guerre hanno delle regole chiare. Non tutto è permesso. Ogni vita ha una dignità e va rispettata”.
Il triste bilancio degli operatori umanitari
Dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, sono stati trenta gli operatori del movimento della Croce Rossa uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Questo dato allarmante mette in evidenza il rischio costante che affrontano coloro che si dedicano a salvare vite umane in situazioni di emergenza. “Questo è inaccettabile”, ha dichiarato Valastro, esprimendo la sua preoccupazione per la sicurezza degli operatori umanitari.
La Croce Rossa Italiana continua a fare appello alla comunità internazionale affinché vengano adottate misure concrete per garantire la protezione degli operatori umanitari e per assicurare che il diritto internazionale umanitario venga rispettato. La vita e la sicurezza di chi lavora in prima linea per alleviare le sofferenze non possono essere messe in discussione.