Al-Kikli, il signore della guerra libico, in visita a Roma: un incontro controverso

Abdel Ghani Al-Kikli, leader miliziano libico accusato di crimini contro l’umanità, visita il ministro Adel Jumaa Amer all’European Hospital di Roma dopo un attentato a Tripoli del 12 febbraio.
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Al-Kikli, il signore della guerra libico, in visita a Roma: un incontro controverso - unita.tv

Abdel Ghani Al-Kikli, noto leader miliziano libico, è stato recentemente avvistato a Roma, suscitando preoccupazioni e polemiche. Accusato di crimini contro l’umanità, Al-Kikli ha fatto visita al ministro libico Adel Jumaa Amer, ricoverato dopo un attentato avvenuto a Tripoli. Questo incontro ha riacceso i riflettori sulla complessa situazione politica e sociale della Libia, evidenziando le relazioni tra il governo italiano e figure controverse del panorama libico.

Chi è Abdel Ghani Al-Kikli

Abdel Ghani Al-Kikli, meglio conosciuto con il soprannome di Gheniwa, è un personaggio di spicco nel panorama militare libico. Comandante della Stability Support Authority , una milizia che opera sotto l’apparente egida di un’istituzione statale, Al-Kikli è stato segnalato da diverse organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International e il European Center for Constitutional and Human Rights , per gravi violazioni dei diritti umani. Le accuse a suo carico includono torture, sparizioni forzate e omicidi, rendendolo una figura controversa e temuta nel contesto libico.

Il suo arrivo in Italia è avvenuto tramite un volo di Stato, lo stesso utilizzato in precedenza dal primo ministro libico Abdulhamid Dabaiba. Questa scelta ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle relazioni tra i due paesi e sulla legittimità della presenza di un personaggio così discusso sul suolo italiano. Al-Kikli è considerato un attore chiave nel finanziamento delle milizie libiche, spesso attraverso pratiche corruttive, e il suo legame con Dabaiba ha contribuito a consolidare il potere di quest’ultimo.

Il contesto dell’incontro con il ministro Jumaa

L’incontro tra Al-Kikli e il ministro Adel Jumaa Amer si è svolto all’interno dell’European Hospital di Roma, dove Jumaa è stato ricoverato dopo un attentato subito a Tripoli il 12 febbraio. La visita di Al-Kikli, immortalata in una fotografia diffusa dall’attivista libico Husam El Gomati, ha destato scalpore e ha messo in luce le dinamiche interne al governo libico. Jumaa, che ha subito diverse operazioni chirurgiche, è considerato un elemento chiave nel governo di Dabaiba, e la sua convalescenza ha attirato l’attenzione delle autorità italiane.

Il governo italiano ha manifestato preoccupazione per la situazione del ministro, tanto che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha menzionato il caso in un contesto di discussione su altre questioni politiche, evidenziando l’importanza dell’episodio. La visita di Al-Kikli si inserisce in un quadro più ampio di incontri tra figure di spicco del governo libico, suggerendo un tentativo di mantenere un equilibrio di potere e di solidarietà tra i membri del governo.

Le relazioni tra Italia e Libia

Il viaggio di Al-Kikli a Roma non è un episodio isolato. Già nel luglio scorso, il miliziano aveva accompagnato l’Al-Ahly SC di Tripoli, una squadra di calcio sotto il suo controllo, alle finali del campionato libico in Toscana. Questo evento era stato presentato come un simbolo di amicizia tra Italia e Libia, con il governo italiano che aveva espresso il proprio sostegno a questa iniziativa. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva sottolineato l’importanza di tali eventi per rafforzare le relazioni bilaterali.

Tuttavia, la presenza di Al-Kikli in Italia solleva interrogativi sulla reale natura di queste relazioni e sulla possibilità di un dialogo costruttivo con figure accusate di crimini gravi. La visita del miliziano coincide con un periodo di instabilità in Libia, dove le milizie continuano a esercitare un’influenza significativa sulla politica e sulla sicurezza del paese. La situazione è ulteriormente complicata da dissidi interni al governo, che potrebbero aver contribuito all’attentato subito da Jumaa.

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