Nuovi dazi globali: l’impatto delle misure di Trump sulle importazioni e i mercati

Il 6 gennaio 2025, l’amministrazione Trump introduce nuovi dazi globali del 10% sulle importazioni, escludendo temporaneamente metalli preziosi e materie prime, generando incertezze nei mercati internazionali.
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Nuovi dazi globali: l'impatto delle misure di Trump sulle importazioni e i mercati - unita.tv

Il 6 gennaio 2025 segna un’importante svolta nelle relazioni commerciali internazionali, con l’entrata in vigore dei nuovi dazi globali imposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Queste misure, che prevedono un balzello del 10% sulle importazioni provenienti da tutti i paesi, escludono temporaneamente alcuni settori chiave come metalli preziosi, materie prime, chip, legname e prodotti farmaceutici. Tuttavia, si prevede che nei prossimi giorni possano essere annunciati dazi specifici per alcuni di questi prodotti, creando un clima di incertezza nei mercati globali.

Dettagli sui nuovi dazi e le merci esenti

A partire dalle 6 del mattino ora italiana, le nuove tariffe doganali hanno iniziato a influenzare il commercio internazionale. Le merci esenti da questi dazi, che includono metalli preziosi come oro, argento, platino e rame, così come materie prime fondamentali come petrolio e gas, rappresentano un valore significativo. Secondo le stime, l’elenco delle merci esenti vale circa 644 miliardi di dollari, comprendendo beni importati per 185 miliardi di dollari da Canada e Messico, i quali sono già soggetti a tariffe specifiche non coperte dal trattato di libero scambio nordamericano.

Questa esclusione di alcuni settori strategici potrebbe essere temporanea, poiché l’amministrazione Trump ha già annunciato che nei prossimi giorni potrebbero essere introdotte tariffe specifiche su prodotti come chip e legname. L’incertezza su quali beni saranno colpiti da queste nuove misure sta generando preoccupazione tra le aziende e gli investitori, che temono un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali.

Reazioni dei mercati e impatti economici

L’annuncio dei nuovi dazi ha avuto un immediato impatto sui mercati azionari globali, che hanno registrato una caduta significativa. Le stime parlano di una perdita complessiva di valore di circa 9 mila miliardi di dollari, con Wall Street che ha subito un colpo di 5.200 miliardi di dollari. Gli investitori stanno reagendo con cautela, preoccupati per le ripercussioni economiche che queste misure potrebbero avere sul commercio internazionale e sulle relazioni tra Stati Uniti e altri paesi.

Il vero momento di verifica si avrà mercoledì 9 gennaio, quando entreranno in vigore le tariffe personalizzate, stabilite in base al deficit commerciale preesistente con ciascun paese. Per l’Unione Europea, i dazi potrebbero arrivare al 20%, mentre per altri partner commerciali, come Cina, Vietnam e Giappone, le tariffe potrebbero essere ancora più elevate, rispettivamente del 54%, 46% e 24%. Questa situazione sta creando un clima di incertezza e tensione tra le nazioni coinvolte.

La risposta della Cina e le conseguenze future

La reazione della Cina non si è fatta attendere. A partire dal 10 aprile, Pechino ha annunciato l’introduzione di dazi aggiuntivi del 34% sui prodotti importati dagli Stati Uniti, insieme a controlli più severi sulle esportazioni di terre rare. Questi materiali, fondamentali per la produzione di tecnologia avanzata, potrebbero diventare un punto di contesa cruciale nelle relazioni commerciali tra le due potenze.

Le misure cinesi rappresentano una risposta diretta alle politiche americane e potrebbero innescare una spirale di ritorsioni che aggraverebbe ulteriormente la situazione economica globale. Le aziende e gli analisti stanno monitorando attentamente gli sviluppi, consapevoli che le decisioni prese nei prossimi giorni potrebbero avere ripercussioni durature sul panorama commerciale internazionale.

La situazione attuale richiede un’attenta osservazione, poiché le dinamiche economiche e politiche si intrecciano in un contesto di crescente tensione tra le nazioni. Gli effetti di queste nuove tariffe potrebbero risuonare ben oltre i confini americani, influenzando le strategie commerciali e le politiche economiche di molti paesi nel mondo.