Il governatore dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha espresso preoccupazione per le conseguenze dei dazi del 200% minacciati dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sui prodotti vinicoli italiani. Questa situazione è particolarmente critica per l’Emilia-Romagna, una delle regioni italiane più attive nell’export verso gli Stati Uniti. L’allerta di De Pascale si concentra sul Lambrusco, un vino che ha ottenuto un notevole successo nel mercato americano. La questione dei dazi potrebbe avere un impatto devastante sull’economia locale e sull’intero settore agroalimentare.
L’export dell’Emilia-Romagna e il mercato americano
L’Emilia-Romagna si colloca tra le prime cinque regioni italiane per volume di esportazioni verso gli Stati Uniti, posizionandosi al secondo posto dopo la Lombardia. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno superato la Germania come principale mercato di destinazione per l’export regionale. Nei primi nove mesi del 2024, l’Emilia-Romagna ha esportato beni per un valore di circa 8 miliardi di euro verso gli USA, rappresentando il 12,7% dell’export totale della regione. Questo segna un incremento del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2023, il valore totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti ha raggiunto i 10,4 miliardi di euro, mentre le importazioni si sono attestate a 1,4 miliardi.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti costituiscono il 16,5% dell’export italiano verso quel mercato. In termini pratici, ogni mille euro esportati globalmente verso gli Stati Uniti, 3 euro provengono dall’Emilia-Romagna. Nonostante l’importanza di questi dati, il governo italiano non ha ancora adottato misure concrete per proteggere i produttori locali dai potenziali danni causati dai dazi.
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I rischi per il settore agroalimentare
I prodotti agroalimentari italiani, in particolare il vino, sono tra i più vulnerabili ai dazi imposti dagli Stati Uniti. Nel 2024, il mercato americano ha rappresentato un valore di 7,8 miliardi di euro per il cibo e il vino italiani. Le minacce di Trump di applicare dazi del 200% sul vino pongono un serio rischio per l’Emilia-Romagna, dove il settore agroalimentare è cruciale per l’economia.
Oltre al vino, altri prodotti a rischio includono il Pecorino romano, oli e aceti, e i vini a denominazione di origine protetta con prezzi di fascia media. L’export regionale verso gli Stati Uniti è concentrato principalmente in due settori: mezzi di trasporto e macchinari, che insieme rappresentano il 60% del totale delle esportazioni. Tuttavia, il settore agroalimentare rimane il più esposto e vulnerabile a queste nuove politiche commerciali.
Le preoccupazioni per il Parmigiano Reggiano e il Lambrusco
Il Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti simbolo dell’Emilia-Romagna, ha visto un incremento delle esportazioni verso gli Stati Uniti, con oltre 14.000 tonnellate vendute nel 2023, segnando un aumento del 7,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il prodotto è stato identificato da Trump come un simbolo della guerra commerciale, a causa delle tensioni legate al “Parmesan“, un termine utilizzato per prodotti americani che si spacciano per italiani.
De Pascale ha sottolineato l’importanza di difendere l’identità dei prodotti italiani e di garantire che i consumatori sappiano cosa stanno acquistando. Mentre il Parmigiano Reggiano potrebbe resistere meglio ai dazi, il Lambrusco e altri vini di qualità potrebbero subire danni irreparabili. La situazione è particolarmente critica per i prodotti che non rientrano nel segmento di lusso, dove il prezzo è una variabile fondamentale.
La necessità di un dialogo diplomatico
Il governo italiano, secondo De Pascale, deve adottare un approccio razionale e coordinato a livello europeo per affrontare la questione dei dazi. La reazione scomposta non farebbe altro che danneggiare ulteriormente i prodotti italiani. È fondamentale che l’Unione Europea si sieda a un tavolo di trattativa con gli Stati Uniti per evitare un’escalation di misure protezionistiche.
De Pascale ha espresso la speranza che le dichiarazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, possano tradursi in azioni concrete per proteggere gli interessi italiani. La bilancia commerciale deve essere al centro delle trattative, e l’Europa deve lavorare per aumentare l’interscambio con gli Stati Uniti, senza lasciare che l’Italia si trovi in una posizione di svantaggio.
Le prospettive future e le sfide da affrontare
A partire dal 2 aprile, gli Stati Uniti implementeranno tariffe reciproche, e le conseguenze di queste politiche commerciali si faranno sentire in vari settori. De Pascale ha avvertito che i settori più colpiti saranno quelli legati all’automotive e al Lambrusco, che dipendono fortemente dal mercato americano. La situazione attuale rappresenta una sfida non solo commerciale, ma anche geopolitica, con il rischio di compromettere le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea.
In un contesto di crescente tensione commerciale, è cruciale che l’Italia adotti una strategia più assertiva per proteggere i propri interessi. La capacità di negoziare in modo efficace e di mantenere aperti i canali di dialogo sarà fondamentale per affrontare le sfide future e garantire la sostenibilità del settore agroalimentare italiano.