L’Unione Europea sta considerando di attuare nuove misure contro i dazi imposti dagli Stati Uniti, con un possibile avvio a metà aprile. Durante un’audizione al Parlamento Europeo, il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha fornito dettagli sulle strategie che l’UE sta valutando per affrontare la situazione commerciale con gli Stati Uniti. Le contromisure includerebbero sia le misure già adottate in passato e poi sospese, sia nuove azioni, con l’obiettivo di allineare i tempi di attuazione.
Le nuove misure contro i dazi statunitensi
Maros Sefcovic ha spiegato che, in seguito all’annuncio da parte degli Stati Uniti di introdurre dazi aggiuntivi a partire dal 2 aprile, l’Unione Europea sta considerando di attuare le proprie contromisure in modo coordinato. L’intenzione è quella di consultare gli Stati membri su entrambe le liste di misure, sia quelle già esistenti che quelle nuove. Questo approccio permetterebbe di avere più tempo per i negoziati e di cercare una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti.
Sefcovic ha sottolineato l’importanza di una risposta ferma e proporzionata alle misure statunitensi. La proposta di attuare tutte le contromisure annunciate il 12 marzo a metà aprile mira a garantire una reazione ben calibrata e tempestiva. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha incaricato Sefcovic di continuare i colloqui con gli Stati Uniti per cercare di trovare un accordo che eviti l’escalation delle tensioni commerciali.
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L’impatto economico dei dazi sulla crescita dell’Eurozona
Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha fornito un’analisi delle conseguenze economiche che un dazio del 25% sulle importazioni europee potrebbe avere sull’Eurozona. Secondo le stime della BCE, tale misura potrebbe ridurre la crescita economica dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Se l’Unione Europea decidesse di rispondere con un aumento dei dazi sulle importazioni statunitensi, la riduzione della crescita potrebbe arrivare a circa mezzo punto percentuale.
Lagarde ha evidenziato che l’impatto più significativo si registrerebbe nel primo anno successivo all’introduzione dei dazi, con un effetto negativo persistente sulla produzione. L’Eurozona, essendo altamente integrata nelle catene di approvvigionamento globali, è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nelle politiche commerciali, specialmente quelle degli Stati Uniti.
Inflazione e incertezze economiche
Lagarde ha anche affrontato il tema dell’inflazione, sottolineando che l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti e una risposta simile da parte dell’Unione Europea potrebbero generare un clima di incertezze economiche. Nel breve termine, le misure di ritorsione e un eventuale indebolimento dell’euro, causato da una diminuzione della domanda statunitense di prodotti europei, potrebbero portare a un aumento dell’inflazione di circa mezzo punto percentuale.
Tuttavia, nel medio termine, l’effetto inflazionistico potrebbe attenuarsi a causa della minore attività economica, che ridurrebbe le pressioni sui prezzi. Lagarde ha concluso evidenziando che le stime sull’impatto delle tariffe sono soggette a un’elevata incertezza, poiché potrebbero verificarsi cambiamenti significativi nelle catene di approvvigionamento globali a seguito di tali misure.