Il tema dell’inclusione finanziaria in Italia si presenta come una questione di rilevanza crescente, soprattutto in un contesto in cui si discute ampiamente di innovazioni come l’intelligenza artificiale e le criptovalute. Attualmente, circa 1,3 milioni di italiani, corrispondenti a quasi 600 mila famiglie, si trovano esclusi dal sistema bancario. Queste persone non possiedono conti correnti, conti deposito o conti postali, e vivono quindi ai margini non solo dell’economia digitale, ma dell’intero sistema economico. La situazione è paragonabile a quella di un’intera città come Milano, costretta a operare esclusivamente in contante e senza accesso ai servizi finanziari essenziali.
Dati allarmanti sull’esclusione finanziaria
Secondo il rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito” realizzato dal gruppo Banca Etica, Carlo Borgomeo e Ritmi, la situazione è preoccupante. Tuttavia, emerge anche un dato positivo: rispetto al 2020, circa 500 mila famiglie, il 46% di quelle precedentemente escluse, hanno acquisito strumenti bancari. Questo cambiamento, sebbene incoraggiante, non elimina le disuguaglianze che caratterizzano il panorama italiano. Anna Fasano, presidente di Banca Etica, ha sottolineato che, nonostante alcuni miglioramenti nei volumi di microcredito, molte famiglie continuano a essere escluse dall’accesso al credito, fondamentale per lo sviluppo del benessere delle comunità. È necessario implementare interventi strutturali e sistemici per affrontare questa problematica.
Disparità territoriali nell’accesso ai servizi bancari
Un aspetto cruciale dell’inclusione finanziaria è rappresentato dalle disparità geografiche. Il 72% delle famiglie non bancarizzate risiede nel Sud Italia e nelle isole, mentre il 77% appartiene al quintile di reddito più basso, con un reddito annuo che non supera i 17 mila euro. Questo scenario porta a un accesso al credito fortemente sbilanciato: il 53% delle richieste di finanziamento proviene dal Nord, mentre solo il 28% arriva dal Sud e dalle isole. La situazione è ulteriormente aggravata dalla desertificazione bancaria, che ha visto una riduzione del 4% degli sportelli nel 2023, lasciando 4,4 milioni di italiani in comuni privi di servizi bancari fisici.
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L’indice di inclusione finanziaria e le categorie vulnerabili
L’indice di inclusione finanziaria elaborato da Banca Etica ha registrato nel 2022 il peggior risultato dall’inizio delle rilevazioni, con un punteggio di 8,4 punti in meno rispetto al valore di riferimento fissato a 100 nel 2012. Questa situazione riflette le restrizioni quantitative, la riluttanza del sistema bancario a concedere finanziamenti e la diminuzione dei punti di accesso ai servizi finanziari. Due categorie particolarmente vulnerabili in questo contesto sono le donne e i migranti, che continuano a subire le conseguenze di un sistema che non garantisce pari opportunità di accesso ai servizi bancari.
L’analisi della situazione attuale mette in luce la necessità di un intervento mirato per garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica o situazione economica, possano accedere ai servizi finanziari di base.