Il panorama attuale in cui i brand operano è caratterizzato da una società italiana sempre più insoddisfatta e confusa. I consumatori mostrano una crescente diffidenza nei confronti delle aziende, spingendosi a verificare con maggiore attenzione i comportamenti delle stesse. Secondo un recente studio di Omnicom pr group, il 75% degli intervistati ritiene che le azioni delle aziende abbiano un impatto significativo sulla qualità della vita. Le associazioni di consumatori, i portali online specializzati e le istituzioni emergono come le fonti di informazione più affidabili, mentre i social media guadagnano terreno. La trasparenza e la certificazione dei prodotti e servizi si confermano elementi chiave per la reputazione aziendale.
La fotografia della reputazione aziendale in Italia
Il report ‘Post-invasion 2024/2025‘ di Omnicom pr group, che ha coinvolto oltre 2.000 consumatori e analizzato 64 brand in otto settori chiave dell’economia italiana, offre una visione dettagliata della reputazione aziendale. Tre fattori principali influenzano il percepito dei brand: l’impatto sociale, i comportamenti aziendali e i benefici per i clienti.
Il primo fattore, l’impatto sociale, rappresenta il 34% della percezione generale e include aspetti come la cura dei dipendenti, il contributo alla comunità e il rispetto per l’ambiente. I comportamenti aziendali, che incidono per il 26%, riguardano l’impegno a mantenere standard etici e trasparenti, oltre a una comunicazione chiara e coerente. Infine, i benefici per i clienti, che pesano per il 40%, comprendono la qualità dei prodotti e servizi offerti, la trasparenza nella produzione e la protezione dei dati dei consumatori.
Leggi anche:
Le aspettative degli italiani sulla sostenibilità
Nel contesto attuale, le aspettative degli italiani riguardo agli standard ESG sono chiare. La lotta all’inquinamento è considerata la priorità assoluta, con il 69,7% dei consensi. Seguono il rispetto per i consumatori e la lotta ai cambiamenti climatici . Questa priorità è particolarmente evidente nei settori dell’automotive, dell’energia, della moda e del retail. Per quanto riguarda il settore alimentare e tecnologico, il rispetto dei consumatori emerge come un aspetto cruciale.
Le recenti rilevazioni mostrano un cambiamento significativo nella percezione dei vari comparti. Mentre nel dicembre 2022 i settori automotive e retail occupavano le prime posizioni, nel 2024 la tecnologia e l’alimentare hanno preso il loro posto. La moda ha perso terreno, mentre il comparto della cura della persona ha guadagnato posizioni. Il settore energetico, pur rimanendo in ultima posizione, ha mostrato segni di crescita.
Le fonti di informazione più credibili per i consumatori
Le associazioni di consumatori continuano a essere la fonte più affidabile per gli italiani alla ricerca di informazioni sui brand, con un consenso del 28,1%, in aumento rispetto al 2022. I portali online specializzati hanno registrato una crescita significativa, raggiungendo il 25,2%. Le istituzioni, pur mantenendo una certa stabilità, hanno visto un leggero calo, attestandosi al 23,7%. Anche i dipendenti e i social media hanno guadagnato credibilità, con rispettivamente il 23,3% e il 20,8%.
Un dato interessante riguarda la diminuzione della fiducia verso “nessuna fonte in particolare”, che ha registrato una contrazione del 5,7%, indicando una crescente ricerca di fonti di informazione attendibili.
La confusione informativa e le aspettative sulla sostenibilità
Massimo Moriconi, general manager e amministratore delegato di Omnicom pr group Italia, ha sottolineato come lo studio evidenzi una crescente confusione informativa e polarizzazione delle opinioni. Gli italiani si sentono spinti a verificare i comportamenti dei brand, affidandosi principalmente alle associazioni di consumatori e ai media online per ottenere dati affidabili. La trasparenza e le certificazioni della filiera sono diventate aspetti cruciali nella scelta dei prodotti e servizi.
Un altro punto rilevante è la diminuzione delle aspettative sulla sostenibilità ambientale delle imprese, a favore della sicurezza dei posti di lavoro. Questo tema è di grande attualità, soprattutto in considerazione delle discussioni in sede europea riguardo a una possibile semplificazione della Corporate Sustainability Reporting Directive . Le misurazioni neuro metriche sui contenuti delle aziende leader nei settori analizzati evidenziano come il pragmatismo e la visione a breve termine possano influenzare le conversazioni tra italiani e brand.
L’engagement emotivo dei consumatori
L’analisi del ‘non dichiarato‘ ha rivelato che il settore della cura della persona genera il maggiore engagement emotivo, grazie a una vicinanza valoriale positiva. Questo dato supera le rilevazioni del 2022 e sottolinea l’importanza della fisicità e dell’apparenza nella società contemporanea. Al contrario, il settore energetico, pur registrando un alto coinvolgimento emotivo, è associato a una vicinanza valoriale negativa, segnalando ampie aree di miglioramento.
Il settore finanziario si distingue per il suo engagement emotivo positivo, evidenziando il ruolo centrale dei player finanziari nella comunità e il loro impatto sulle vite degli italiani, specialmente in un contesto di incertezze economiche. Il retail, pur mantenendo un certo coinvolgimento emotivo, ha mostrato segnali di contrazione rispetto al 2022.