La crescente minaccia degli attacchi informatici ha spinto la Svezia a rivedere la sua politica sui pagamenti digitali, in un contesto in cui solo il 10% delle transazioni avviene in contante. La premier Giorgia Meloni, in un recente intervento, ha sottolineato l’importanza di mantenere una parte della ricchezza in moneta cartacea, evidenziando i rischi connessi alla completa digitalizzazione delle transazioni. Questo articolo esplora le dinamiche attuali dei pagamenti in Svezia e in Italia, analizzando le implicazioni delle scelte politiche e delle tendenze economiche.
La posizione di Giorgia Meloni sull’euro digitale
Durante una discussione al Consiglio europeo del 20 marzo, la premier Giorgia Meloni ha espresso una posizione di apertura nei confronti dell’euro digitale, pur mantenendo riserve. Meloni ha citato l’esempio della Svezia, un Paese che ha cercato di ridurre l’uso del contante, ma che recentemente ha consigliato ai cittadini di conservare una parte della loro ricchezza in moneta fisica. Questo suggerimento è emerso in risposta agli attacchi informatici che hanno messo in evidenza i rischi legati all’uso esclusivo di metodi di pagamento digitali. La vice direttrice generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, ha confermato che l’euro digitale non sostituirà il contante, ma offrirà un’alternativa utile per garantire la sovranità monetaria europea.
L’esperienza svedese con i pagamenti digitali
Negli ultimi anni, la Svezia ha visto una significativa diminuzione dell’uso del contante. Le transazioni quotidiane sono sempre più effettuate tramite carte e sistemi di pagamento digitali, come Swish, che consente di trasferire denaro tramite smartphone. Un sondaggio della Riksbank ha rivelato che solo il 10% degli svedesi ha utilizzato contante per acquisti recenti. La maggior parte delle banche ha smesso di offrire servizi di cassa, contribuendo a una diminuzione della circolazione di denaro contante. Questo cambiamento ha semplificato le transazioni e ha permesso un maggiore controllo sulle operazioni finanziarie, ma ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’accesso al denaro.
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La situazione dei pagamenti in Italia e l’evasione fiscale
A differenza della Svezia, l’Italia ha mostrato una resistenza all’adozione di pagamenti digitali. Nel 2024, il Paese ha registrato il numero più basso di operazioni digitali pro capite in Europa, con 199,5 transazioni rispetto a una media di 370 nell’area euro. Gli italiani continuano a preferire il contante, una scelta che ha implicazioni significative per l’evasione fiscale. L’uso di denaro contante facilita l’anonimato e la mancanza di tracciabilità, rendendo difficile il monitoraggio delle transazioni e contribuendo a un’evasione fiscale che vale circa 100 miliardi di euro all’anno.
Rischi globali e la necessità di un approccio equilibrato
L’attuale contesto geopolitico, caratterizzato da conflitti e attacchi informatici, ha portato la Svezia a riconsiderare la sua strategia sui pagamenti. Il governo svedese ha recentemente raccomandato che alcune aziende accettino contante per beni essenziali, come farmaci e alimenti, e ha avviato misure per garantire l’accesso al denaro in tutto il Paese. La Riksbank ha suggerito che ogni famiglia dovrebbe possedere almeno due carte bancarie di istituti diversi, per ridurre i rischi legati alla dipendenza esclusiva dai pagamenti digitali.
Verso un sistema di pagamento più resiliente
La Svezia non sta abbandonando l’idea di una moneta digitale, ma sta cercando di sviluppare sistemi di pagamento che possano funzionare anche in assenza di connessione internet. La Banca centrale svedese ha avviato collaborazioni con il settore privato per creare un sistema di pagamento offline, che permetta di effettuare acquisti essenziali anche in situazioni di crisi. Questo approccio mira a garantire la sicurezza dei cittadini e a preservare l’accesso ai servizi finanziari in un contesto sempre più instabile.