L’annuncio di Donald Trump riguardo ai dazi del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, in vigore dal 2 aprile 2025, ha immediatamente avuto ripercussioni sul mercato automobilistico. Ferrari ha risposto prontamente, comunicando un incremento del 10% sui prezzi delle sue vetture vendute in Nord America. Questa decisione, motivata dalla necessità di adattarsi alle nuove tasse, ha suscitato interesse e preoccupazione tra i clienti e gli analisti del settore.
L’impatto dei dazi sulle auto Ferrari
La Ferrari, simbolo del Made in Italy, produce la maggior parte delle sue vetture nello stabilimento di Maranello, compresi motori e telai. Pertanto, l’applicazione dei dazi imposti da Trump colpirà direttamente il costo di produzione delle auto. L’aumento del 10% sui prezzi non riguarderà tutte le vetture del marchio, ma solo una parte della gamma. Modelli come la Roma, la 296 e la SF90 non subiranno l’incremento, mentre altre vetture, tra cui il SUV Purosangue e le ultime creazioni, vedranno un aumento significativo.
Questo aumento di prezzo è una strategia di Ferrari per mitigare l’impatto dei dazi e mantenere la competitività nel mercato statunitense. L’azienda ha scelto di assorbire una parte dei costi, pari al 15%, per rendere l’acquisto delle sue auto più attraente per i clienti. Tuttavia, l’adeguamento dei prezzi potrebbe influenzare le vendite, anche se Ferrari si rivolge a una clientela d’élite, che potrebbe non essere particolarmente colpita da un incremento del 10%.
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Dettagli sui nuovi prezzi delle auto Ferrari
Un esempio concreto dell’impatto dei nuovi prezzi è la Ferrari F80, il cui costo base negli Stati Uniti è attualmente di 3,5 milioni di dollari. Con l’aumento del 10%, il prezzo salirà di 350.000 dollari, portando il costo totale a circa 3,85 milioni di dollari. È importante notare che questo aumento si applicherà solo alle auto importate dopo il 2 aprile 2025. Le vetture già presenti negli Stati Uniti non subiranno variazioni di prezzo, anche se vendute successivamente a tale data.
Ferrari ha chiarito che le nuove tariffe riguarderanno esclusivamente le auto importate, lasciando intatte le vendite delle vetture già in circolazione. Questo approccio potrebbe aiutare a mantenere la stabilità delle vendite nel breve termine, ma resta da vedere come reagiranno i clienti all’aumento dei prezzi per i nuovi modelli.
Le reazioni degli analisti e del mercato
Gli analisti di Private Wealth Management Bernstein, tra cui Stephen Reitman, prevedono una reazione positiva da parte dei clienti di Ferrari. Secondo le loro stime, la maggior parte delle auto vendute negli Stati Uniti va a proprietari che possiedono già più di una Ferrari. Questo significa che l’aumento dei prezzi potrebbe essere percepito come meno significativo, poiché anche le altre vetture nel garage dei clienti vedranno un incremento del loro valore.
Gli Stati Uniti rappresentano il mercato più importante per Ferrari, con oltre 3.400 auto vendute nel 2024, pari a circa un quarto delle consegne totali. L’amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna, ha recentemente sottolineato l’importanza di rispettare i clienti, evidenziando che l’azienda si impegna a trattarli nel modo giusto. Questo approccio potrebbe rivelarsi fondamentale per mantenere la fiducia e la lealtà dei clienti, anche in un contesto di aumenti di prezzo.
Ferrari si trova quindi a dover affrontare una sfida significativa, ma la sua reputazione e la sua clientela d’élite potrebbero contribuire a mitigare gli effetti negativi dei nuovi dazi sulle vendite.