Dazi reciproci americani: incertezze e strategie tra Europa e Stati Uniti

Il dibattito sui dazi reciproci di Donald Trump, previsto per aprile, genera incertezze negli Stati Uniti e in Europa. Mario Deaglio analizza le implicazioni economiche e le strategie dell’Unione Europea.
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Dazi reciproci americani: incertezze e strategie tra Europa e Stati Uniti - unita.tv

Il dibattito sui dazi reciproci annunciati da Donald Trump per il 2 aprile continua a generare incertezze sia negli Stati Uniti che in Europa. La risposta dell’Unione Europea è attualmente caratterizzata da una posizione di attesa, con il rinvio dell’entrata in vigore dei contro-dazi. Questi ultimi sono stati concepiti come una reazione alla tariffa del 25% imposta sull’importazione di acciaio e alluminio proveniente dagli Stati Uniti. Per approfondire la questione, abbiamo interpellato Mario Deaglio, professore emerito di economia internazionale all’Università di Torino.

La posizione di Trump sui dazi reciproci

L’annuncio di Trump riguardo alla possibilità di escludere alcuni settori dai dazi reciproci ha suscitato diverse interpretazioni. Secondo Deaglio, si sta delineando una discrepanza tra le dichiarazioni iniziali e l’effettiva attuazione delle misure. Non solo in relazione ai dazi, ma anche sul tema dell’immigrazione, dove l’espulsione degli immigrati non si è rivelata così massiccia come previsto. Questo potrebbe essere dovuto alla necessità di mantenere la forza lavoro in settori cruciali come l’agricoltura, che potrebbe risentire di una carenza di manodopera.

Le implicazioni economiche dei dazi

La situazione attuale presenta sfide significative, non solo per i cittadini ma anche per le istituzioni economiche come la Federal Reserve. Deaglio sottolinea che la Banca centrale americana è indipendente e che il mandato del suo presidente, Jerome Powell, scadrà l’anno prossimo. Tuttavia, l’introduzione di dazi potrebbe avere ripercussioni sull’inflazione, influenzando così le decisioni di politica monetaria. Sarà cruciale osservare come la Casa Bianca gestirà questa situazione e quali misure concrete verranno adottate.

La strategia dell’Unione Europea

Il rinvio dell’introduzione dei contro-dazi da parte dell’Unione Europea è visto da Deaglio come una scelta saggia. La mancanza di chiarezza sulle reali intenzioni di Washington rende prudente evitare l’imposizione di tariffe prima che gli Stati Uniti attuino i loro dazi. Questo approccio potrebbe prevenire l’escalation di una guerra commerciale, specialmente considerando che i prodotti colpiti dai dazi rappresentano una piccola parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti.

Le relazioni tra Europa e Cina

In un contesto di crescente tensione commerciale, la visita del commissario europeo al Commercio a Pechino assume un’importanza strategica. Deaglio sostiene che l’Unione Europea stia cercando di stabilire relazioni più solide con la Cina, non solo per la produzione, ma anche per la progettazione. L’accordo tra BYD, Pirelli e Brembo, insieme all’evento organizzato a Torino, evidenziano l’intento di rafforzare i legami con la filiera automobilistica italiana.

Le reazioni americane alle alleanze europee

La reazione degli Stati Uniti a un possibile rafforzamento delle relazioni tra Europa e Cina potrebbe variare. Deaglio fa notare che, sebbene l’Europa non sia vista con favore da alcuni vertici dell’Amministrazione americana, una partnership limitata a settori specifici come quello automobilistico potrebbe non destare preoccupazioni. Tuttavia, se le collaborazioni dovessero espandersi, Washington potrebbe considerarlo un problema, specialmente in relazione alle strategie economiche di Pechino.

La sfida del dollaro e le politiche statunitensi

Un aspetto cruciale da considerare è la sfida rappresentata dai BRICS al dollaro, con l’intenzione di creare una valuta alternativa per gli scambi internazionali. Se paesi come l’Arabia Saudita dovessero unirsi a questo gruppo e modificare la valuta di riferimento per il commercio del petrolio, il dollaro potrebbe subire un colpo significativo. Deaglio evidenzia che per gli Stati Uniti è essenziale mantenere il dollaro come valuta di riferimento, il che limita le politiche economiche che possono essere attuate.

La situazione attuale è complessa e in continua evoluzione, rendendo difficile prevedere le future dinamiche economiche e politiche.