Wes Anderson e la fede nel cinema: la trama fenicia al festival di cannes 2025
Wes Anderson presenta “La trama fenicia”, un film che esplora la religione attraverso la storia di Zsa-zsa Korda, un uomo d’affari in cerca di redenzione e riconciliazione con la figlia Liesl.

La nuova opera di Wes Anderson, presentata a Cannes, esplora per la prima volta il tema della religione attraverso la storia di un controverso uomo d’affari, tra famiglia, colpa e redenzione, con il consueto stile visivo distintivo del regista. - Unita.tv
La nuova opera di Wes Anderson, presentata in concorso al festival di Cannes, affronta per la prima volta il tema della religione. La trama fenicia racconta la storia di un uomo d’affari controverso, immerso in vicende criminali e personali tormenti legati alla famiglia e alla fede. Il film segna un’evoluzione nel percorso artistico di Anderson, che mescola per la prima volta il suo stile riconoscibile con riflessioni sulla spiritualità e la redenzione.
Un uomo in bilico tra passato oscuro e speranza di cambiamento
Il protagonista della trama fenicia è Zsa-zsa Korda, un uomo d’affari senza scrupoli, che vive una vita all’orlo della legalità e ben lontano da una coscienza morale limpida. Korda ha avuto molte mogli e una vasta prole, ma si è sempre dimostrato distante e poco presente nella crescita dei figli. La svolta arriva dopo il sesto incidente aereo, dal quale sopravvive miracolosamente. Questo evento segna per lui uno spartiacque, un momento per pensare al futuro e soprattutto alla famiglia.
Dialogo difficile tra padre e figlia
Non a caso, Korda decide di ricontattare la figlia Liesl, che da anni non vede. Liesl è vicina a prendere i voti religiosi e vede il padre con diffidenza, condannandone gli errori e le scelte. Tra i due si apre un dialogo complicato, segnato dal passato e dallo scontro tra mondi opposti: il percorso spirituale della figlia e l’etica fragile del padre. La distanza tra loro rappresenta il nodo centrale della trama, con un’attenzione particolare al tentativo di un possibile rinnovamento morale e affettivo.
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Korda è inoltre sospettato dell’omicidio della madre di Liesl, un’accusa che aggiunge tensione e profondità al racconto. Pur negando, deve fare i conti con il senso di colpa e il perdono della figlia. Qui si inserisce il fil rouge della pellicola: la possibilità di redenzione, anche per chi sembra ormai perso.
Lo stile di Wes Anderson al servizio della narrazione spirituale
Wes Anderson porta il suo tipico linguaggio visivo nel racconto di fede e salvezza. È noto per il suo gusto per il montaggio sincopato, le inquadrature simmetriche e l’uso di una palette cromatica che ricorda le arti figurative, dai fumetti alla pittura. Questo approccio conferisce al film un’atmosfera riconoscibile e originale, che si sposa con la delicatezza del tema religioso.
Sacralità ed ironia nelle immagini
Le immagini sacre, le miniature, le icone cristiane fungono da riferimento per costruire le inquadrature, mescolando la sacralità con il tocco leggero che il regista sa donare. La spiritualità non si mostra mai in modo didascalico, ma viene evocata con rispetto e insieme ironia. Si percepisce il senso dell’aldilà, dell’invisibile, un tema raro nelle opere di Anderson.
Lo stile caricaturale e teatrale abituale del regista non si perde, ma assume un tono più profondo. Le visioni che Korda vive nei momenti di pericolo, rappresentate in bianco e nero, portano lo spettatore a confrontarsi con un Dio imponente e un giudizio imminente. Questi passaggi mutano l’andamento del film, che alterna sorrisi e momenti malinconici, e pongono la fede in una dimensione concreta e complessa.
Famiglia, fede e orizzonti oltre il visibile
La trama fenicia riflette sulla famiglia, sui legami fragili che si rompono e a volte si ricompongono. La fede è intesa come uno dei valori messi in discussione nelle vicende di Korda, insieme a quelle personali e morali. La narrazione si snoda tra passato e presente, offrendo uno sguardo sulle incomprensioni e sulle possibilità di perdono.
L’ambientazione internazionale del film intreccia un intrigo terreno con elementi spirituali; la fede non è un tema astratto ma attraversa concretamente le azioni e le scelte dei personaggi. Qui si percepisce una riflessione di ampio respiro sui conflitti dell’animo umano e sulle tensioni che caratterizzano le relazioni familiari.
Il cast riunisce volti noti come Tom Hanks, Benedict Cumberbatch, Scarlett Johansson e Bryan Cranston. Al centro, Benicio del Toro dà vita a Korda in un viaggio che assume i toni di una nuova genesi personale. Non si tratta di un racconto di fede banale, ma di un confronto aperto con la spiritualità, attraverso un cinema che sa essere accessibile e profondo allo stesso tempo.