Il Vinitaly 2025, in corso a Verona, ha messo in evidenza un tema di grande rilevanza: gli effetti del vino, in particolare quello rosso, sulla salute dei consumatori. Questo evento, che celebra una delle filiere produttive più significative d’Italia, ha visto la partecipazione di esperti che hanno discusso le implicazioni del consumo di vino, in un contesto caratterizzato da critiche e preoccupazioni espresse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale considera l’alcol un cancerogeno di tipo 1. Nonostante questa posizione, esistono anche evidenze scientifiche che offrono una visione più sfumata.
Gli esperti a confronto: la salute e il vino
Durante il Vinitaly, il Corriere della Sera ha organizzato un dialogo con esperti del settore, tra cui la nutrizionista Mariateresa Nardi, il cardiologo Flavio Ribichini e il geriatra Mauro Zamboni. Questi professionisti hanno analizzato le attuali certezze scientifiche riguardo al vino e al suo impatto sulla salute. Un punto cruciale emerso dalla discussione è che gli effetti del vino dipendono principalmente dalla quantità e dalla frequenza di assunzione. La dottoressa Nardi ha evidenziato che, se il consumo di vino diventa un’abitudine quotidiana, i benefici potenziali possono essere annullati.
Consapevolezza e qualità nel consumo di vino
Un altro aspetto importante sottolineato dalla nutrizionista è la scelta del vino. Nardi ha suggerito di optare per vini di qualità, da gustare con consapevolezza, piuttosto che per vini economici e di scarsa qualità da consumare quotidianamente. Questo approccio non solo migliora l’esperienza gustativa, ma potrebbe anche contribuire a una maggiore attenzione alla salute. Il professor Zamboni ha aggiunto che, sebbene la dose ottimale per la salute sia zero, un consumo moderato di vino può essere innocuo e persino benefico. Ha raccomandato di evitare il binge drinking, suggerendo di dilazionare il consumo di vino su più giorni.
Leggi anche:
La quantità di vino considerata accettabile
La questione della quantità di vino da considerare accettabile è stata affrontata dal dottor Ribichini, il quale ha citato uno studio condotto nel 2003. Questo studio ha dimostrato che un consumo di due bicchieri al giorno, per tre o cinque giorni a settimana, ha portato a una significativa riduzione dei casi di infarto in una popolazione maschile di circa 38mila individui osservati per oltre un decennio. Ribichini ha sottolineato l’importanza del buon senso e dell’educazione nel consumo di vino, evidenziando come, con la giusta consapevolezza, il vino possa rivelarsi un alleato prezioso nella prevenzione di eventi cardiovascolari.
Il Vinitaly 2025 ha quindi offerto un’importante piattaforma per discutere delle sfide e delle opportunità legate al consumo di vino, evidenziando la necessità di un approccio informato e responsabile.