Trieste ospita il futuro della moda: l’International Talent Support 2025
L’International Talent Support di Trieste celebra la moda senza confini con dieci finalisti, tra cui Maximilian Raynor, premiato per la sua collezione che affronta temi sociali e ambientali.

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L’International Talent Support di Trieste si conferma come un importante palcoscenico per i giovani designer emergenti, offrendo loro l’opportunità di mostrare il proprio talento e creatività. L’edizione 2025, con il tema “Borderless“, celebra la moda senza confini, accogliendo dieci finalisti provenienti da diverse parti del mondo. Questa iniziativa, fondata da Barbara Franchin nel 2002, non è solo una competizione, ma un percorso di crescita collettiva, dove l’idea di comunità e collaborazione prevale sull’individualismo.
I finalisti e il loro impatto sulla moda contemporanea
I dieci designer finalisti dell’ITS Contest 2025 sono: Cindy Zhaohan Li , Gabrielle Szwarcenberg , Macy Grimshaw , Maximilian Raynor , Mijoda Dajomi , Naya El Ahdab , Patrick Taylor , Qianhan Liu , Yifan Yu e Zhuen Cai . Le loro collezioni affrontano temi cruciali come l’identità, la crisi climatica e la fragilità degli ecosistemi, riflettendo un forte senso di responsabilità sociale. Nonostante le differenze culturali e stilistiche, i finalisti condividono un messaggio chiaro: la forza del “noi” è superiore all’ “io“.
La giuria internazionale, composta da esperti del settore come Sara Sozzani Maino, Matteo Ward e Maria Sole Ferragamo, ha premiato tutti i partecipanti con borse di studio e opportunità formative. La mostra “Borderless“, che si terrà dal 27 marzo all’ITS Arcademy, rappresenta un ulteriore passo verso la valorizzazione di questi talenti, sottolineando l’importanza della collaborazione nel mondo della moda.
Maximilian Raynor e il premio della giuria
Tra i finalisti, Maximilian Raynor ha ricevuto il riconoscimento speciale della giuria, l’ITS Jury’s Rewarding Honours. Nato nel 1998 in Inghilterra, Raynor ha presentato la collezione “Manor For Heaven“, ispirata a un maniero inglese immerso nella nebbia. I suoi abiti, caratterizzati da un’estetica teatrale, affrontano il tema dell’emarginazione, proponendo un’interpretazione innovativa della tradizione britannica. Raynor descrive i suoi capi come “armature” o “coperte“, a seconda di come vengono indossati, evidenziando la versatilità e il significato emotivo della moda.
Il designer ha già attirato l’attenzione di figure iconiche come Lady Gaga e Skin, che hanno indossato le sue creazioni. Le sue influenze spaziano da Alexander McQueen a Cristobal Balenciaga, con un forte desiderio di ripensare l’industria della moda in chiave sostenibile, utilizzando materiali di recupero e riducendo gli sprechi.
La moda come specchio della società
Raynor sostiene che la moda non deve essere considerata un elemento superficiale, ma piuttosto un’arte che riflette le dinamiche sociali e politiche del nostro tempo. La sua collezione è definita “politically charged“, con un focus particolare sulla comunità trans. La sua intenzione è di continuare a utilizzare la moda come strumento di cambiamento e consapevolezza, affrontando questioni urgenti come i diritti e l’identità.
Emanuele Coccia, filosofo e membro della giuria di ITS, condivide questa visione, sottolineando che la moda è un mezzo attraverso il quale i designer possono esprimere idee personali e politiche. Coccia avverte, però, che la moda non deve cadere nella trappola della denuncia o dell’escapismo, ma deve essere un veicolo per immaginare e costruire mondi alternativi.
Le collezioni finaliste e i temi emergenti
Le collezioni presentate dai finalisti dell’ITS Contest 2025 evidenziano una forte connessione con la natura e un desiderio di ricostruire comunità. Qianhan Liu, ad esempio, utilizza tecniche di tintura innovative che richiamano le venature del legno, mentre Zhuen Cai esplora le armonie geometriche dei giardini cinesi tradizionali. Yifan Yu si concentra sulla sostenibilità, cercando alternative alla pelliccia per le sue creazioni.
Cindy Zhaohan Li ha proposto accessori unici, come spazzole da indossare, che richiamano il contatto umano in un’epoca dominata dalla tecnologia. Mijoda Dajomi ha presentato cappelli-cisterna, un’idea distopica che affronta il tema della scarsità d’acqua. Altri finalisti, come Naya El Ahdab e Macy Grimshaw, hanno esplorato il tema della malattia e della fragilità attraverso le loro collezioni, creando capi che raccontano storie personali e collettive.
Barbara Franchin e il futuro della moda
Barbara Franchin, fondatrice dell’ITS, osserva con attenzione le nuove direzioni che la moda sta prendendo. Negli ultimi vent’anni, ha visto emergere talenti che oggi occupano posizioni di rilievo nel settore, come i direttori creativi di Chanel e Gucci. Franchin sottolinea che molti dei progetti presentati dai giovani designer affrontano il tema della sofferenza, non come una condizione negativa, ma come un’opportunità di crescita e reazione.
Il manifesto programmatico condiviso dai finalisti evidenzia l’importanza della comunità e della collaborazione, sottolineando che il successo non è mai il risultato di un singolo individuo, ma il frutto di un lavoro collettivo. Con il suo impegno, l’International Talent Support continua a essere un faro di innovazione e creatività nel mondo della moda, preparando i giovani designer a un futuro ricco di opportunità e sfide.