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Ravenna festival 2025, serata inaugurale con riccardo muti e joseph gibboni al palazzo mauro de andrè

Il ravenna festival 2025 ha inaugurato la sua XXVI edizione con concerti di Beethoven e Mozart, featuring Riccardo Muti e Giuseppe Gibboni, culminando in masterclass sulla coralità verdiana.

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Il Ravenna Festival 2025 si è aperto al Palazzo Mauro De Andrè con un concerto diretto da Riccardo Muti e il giovane violinista Giuseppe Gibboni, seguito da masterclass sulla coralità verdiana con la partecipazione di oltre 3000 coristi italiani. - Unita.tv

Quando la musica si fa protagonista, l’arte prende vita e trasforma ogni luogo in uno spazio di fascino e intensità. Il 31 maggio 2025, il palazzo mauro de andrè di ravenna ha ospitato l’inaugurazione della XXVI edizione del ravenna festival. Una serata scandita da brani classici di grande rilievo, che ha attirato un pubblico attento e appassionato, offrendo momenti di autentica emozione grazie alla presenza di interpreti di alto livello come riccardo muti e il giovane violinista giuseppe gibboni.

Il programma musicale della serata d’apertura

La serata ha preso il via con l’ouverture coriolano di ludwig van beethoven, un pezzo che mette subito in evidenza l’energia e la potenza dell’orchestra. A seguire, il concerto per violino e orchestra n.4 in re maggiore di wolfgang amadeus mozart ha messo al centro della scena giuseppe gibboni, un talento italiano di soli 24 anni con una carriera internazionale in rapido sviluppo. Gibboni ha eseguito il concerto con una precisione tecnica e una sensibilità che hanno conquistato il pubblico, tanto da concedere un bis, con l’adagio introduttivo della sonata n.1 per violino.

Dopo la pausa, la sinfonia n.7 in la maggiore op. 92 di beethoven ha chiuso il programma con una forza coinvolgente. Questo brano, definito da richard wagner “l’apoteosi della danza”, ha trovato nel direttore riccardo muti un interprete appassionato, che ha guidato con misura e intensità ogni passaggio orchestrale. Il pubblico ha risposto con lunghi applausi e ovazioni, sottolineando il successo dell’esecuzione.

Riccardo muti premiato e ricordi di un’epoca d’oro

Al termine del concerto, riccardo muti ha ricevuto il premio cappuccilli, consegnato da patrizia cappuccilli in ricordo del baritono triestino scomparso vent’anni fa. Durante la breve cerimonia, muti ha condiviso aneddoti legati alle registrazioni di “aida” e “un ballo in maschera” effettuate negli anni settanta, insieme a grandi nomi come placido domingo e montserrat caballé. Ha ricordato un periodo in cui gli artisti dedicavano ampio tempo alle prove, intensificando la collaborazione tra direttori e cantanti.

Questo ricordo sottolinea una differenza importante con i tempi attuali, in cui la velocità e l’efficienza spesso limitano la qualità dello studio e della preparazione. Muti ha evidenziato come la cura del dettaglio sia stata un elemento chiave per il successo di quelle produzioni, ben lontane da una fretta crescente nel mondo musicale contemporaneo.

Il cuore del ravenna festival: le masterclass e la coralità verdiana

Il 1 e il 2 giugno, il ravenna festival ha proposto un evento che richiama un grande numero di partecipanti: cantare amantis est, un progetto ideato da anna leonardi e michele marco rossi. Questa iniziativa si sviluppa come masterclass guidata da riccardo muti, nella quale si approfondisce la coralità verdiana, componente fondamentale dell’opera di giuseppe verdi.

Quest’anno l’appuntamento ha visto la partecipazione di 104 cori provenienti da tutta italia, per un totale di 3116 coristi. Si tratta di un evento di grande valore, che mette in contatto appassionati, cantanti e musicisti di differente livello, creando un’occasione per apprendere tecniche vocali e interpretative sotto la guida di uno dei direttori più amati in italia e nel mondo.

La coralità verdiana al ravenna festival

La coralità verdiana rappresenta un aspetto centrale nell’interpretazione del repertorio lirico italiano. La masterclass del ravenna festival offre un’opportunità rara di confronto e crescita, promuovendo un approccio alla musica che valorizza la collaborazione e la comunione di intenti tra le voci. Questi momenti contribuiscono a mantenere vivo il legame tra tradizione e pratica contemporanea nel campo della musica classica.