Pier Francesco Ferrucci è un oncologo e ricercatore italiano di grande prestigio, noto non solo per i suoi contributi nel campo della medicina, ma anche per aver orchestrato una delle più celebri beffe artistiche della storia italiana. La sua carriera è caratterizzata da successi accademici e professionali, ma la sua notorietà è aumentata anche grazie alla famosa “beffa del secolo” avvenuta nel 1984, che ha coinvolto le false teste attribuite a Modigliani.
Chi è Pier Francesco Ferrucci? Età e origini
Pier Francesco Ferrucci è nato il 4 ottobre 1964 a Livorno. Fin dalla giovane età , ha dimostrato un’intelligenza vivace e un forte interesse per la medicina. Dopo aver conseguito il diploma al liceo classico nel 1983, si è distinto per la sua eccellente prova scritta di italiano, guadagnandosi il riconoscimento come il migliore a livello regionale. Questo successo accademico lo ha spinto a proseguire gli studi, culminando con la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa nel 1990, dove ha ottenuto il massimo dei voti.
La sua formazione accademica è stata solo l’inizio di una carriera brillante. Ferrucci ha continuato a specializzarsi in Oncologia, conseguendo il titolo nel 1994 all’Università di Perugia, ancora una volta con il massimo dei voti. La sua carriera professionale è decollata rapidamente, portandolo a lavorare presso la Divisione di Ematoncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano dal 1996 al 2006. Nel 2001, ha ottenuto la certificazione europea in oncologia medica, un traguardo che ha ulteriormente consolidato la sua reputazione nel settore.
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Attualmente, Ferrucci ricopre il ruolo di Direttore dell’Unità di Oncologia del Melanoma presso l’IEO di Milano. La sua ricerca si concentra principalmente sul melanoma e sull’immunoterapia, rendendolo un pioniere in questo campo. È membro di diverse società scientifiche internazionali e ha pubblicato numerosi articoli accademici, contribuendo così alla diffusione della conoscenza nel settore oncologico.
La beffa delle teste di Modigliani
Nel luglio del 1984, quando aveva solo 19 anni, Ferrucci, insieme ai suoi amici Michele Ghelarducci e Pietro Luridiana, concepì e realizzò quella che sarebbe diventata nota come “la beffa del secolo”. In occasione del centenario della nascita di Amedeo Modigliani, i tre studenti decisero di scolpire una testa in stile modiglianesco utilizzando un trapano elettrico. La scultura fu poi gettata nei fossi di Livorno, dove si stavano svolgendo ricerche per presunte opere perdute dell’artista.
La testa fu ritrovata e, sorprendentemente, fu dichiarata autentica da critici d’arte di grande prestigio, tra cui Giulio Carlo Argan. Per un periodo di 40 giorni, Livorno divenne il centro dell’attenzione mediatica internazionale, attirando esperti e turisti desiderosi di ammirare quella che si pensava fosse un’opera di Modigliani. Tuttavia, quando la situazione iniziò a sfuggire di mano, i tre ragazzi decisero di rivelare la verità in un’intervista a Panorama. Questa confessione scatenò un vero e proprio putiferio mediatico, mettendo in imbarazzo il mondo dell’arte e sollevando interrogativi sulla credibilità degli esperti.
La vita privata di Pier Francesco Ferrucci
Nonostante la sua notorietà , Ferrucci riesce a mantenere una netta separazione tra la sua vita professionale e quella privata. Le informazioni riguardanti la sua vita personale sono limitate e non è chiaro se sia sposato o abbia figli. Questa riservatezza ha contribuito a mantenere il suo profilo professionale al centro dell’attenzione, permettendogli di concentrarsi sulla sua carriera e sulle sue ricerche senza distrazioni esterne.
Ferrucci continua a essere un punto di riferimento nel campo dell’oncologia, portando avanti la sua missione di combattere il cancro attraverso la ricerca e l’innovazione. La sua storia, che unisce successi professionali e un episodio di notorietà mediatica, lo rende una figura affascinante nel panorama della medicina e della cultura italiana.