Paola Del Din: la prima donna paracadutista italiana e simbolo della Resistenza

Paola Del Din, paracadutista e partigiana, simbolo della Resistenza italiana, ha dedicato la sua vita alla memoria storica e all’insegnamento, ricevendo la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo coraggio.
Paola Del Din: La Prima Donna Paracadutista Italiana E Simbolo Della Resistenza Paola Del Din: La Prima Donna Paracadutista Italiana E Simbolo Della Resistenza
Paola Del Din: la prima donna paracadutista italiana e simbolo della Resistenza - unita.tv

Paola Del Din, nota con il nome di battaglia “Renata“, rappresenta una figura di spicco nella storia della Resistenza italiana. Prima donna paracadutista del nostro Paese a effettuare un lancio di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo coraggio e il suo impegno nella lotta per la libertà. La sua vita è stata dedicata non solo alla resistenza contro l’oppressione, ma anche all’insegnamento e alla preservazione della memoria storica.

Origini e formazione di Paola Del Din

Paola Del Din è nata il 22 agosto 1923 a Pieve di Cadore, in una famiglia con forti legami con la tradizione militare. Suo padre, Prospero Del Din, era un generale degli Alpini, e questo background ha influenzato profondamente il suo carattere e le sue scelte future. Cresciuta a Udine, Paola ha frequentato il liceo classico, dimostrando fin da giovane un forte interesse per la cultura e la conoscenza. Nel 1945, dopo aver affrontato le difficoltà della guerra, ha conseguito la laurea in Lettere presso l’Università di Padova.

La sua giovinezza è stata segnata da eventi drammatici, tra cui la tragica morte del fratello Renato, un comandante partigiano ucciso dai nazisti nel 1944 durante un attacco a una caserma fascista a Tolmezzo. Questa perdita ha avuto un impatto profondo su di lei, spingendola a impegnarsi ulteriormente nella lotta per la libertà e la giustizia.

Il coraggio di Paola Del Din nella Resistenza

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Paola Del Din si unì alla Resistenza veneta, entrando a far parte delle Brigate Osoppo, un gruppo partigiano attivo nel Friuli-Venezia Giulia. Il suo nome di battaglia, “Renata“, era un tributo al fratello scomparso. Inizialmente, Paola si distinse come staffetta e informatrice, dimostrando un coraggio straordinario in missioni ad alto rischio. Dopo la morte del fratello, la sua determinazione crebbe ulteriormente, spingendola a continuare la sua opera patriottica.

Nel 1945, per portare documenti cruciali agli Alleati e rientrare in Friuli, Paola partecipò a un corso di paracadutismo organizzato dalle forze britanniche. Il 9 aprile dello stesso anno, effettuò il suo storico lancio in una zona del Friuli occupata dai nazifascisti. Nonostante una frattura alla caviglia durante l’atterraggio, completò la missione, consegnando i documenti e mantenendo i contatti con le formazioni partigiane locali. La sua dedizione le valse il riconoscimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare, che sottolineava il suo “virile ardimento” e lo spirito di sacrificio dimostrato.

La vita dopo la guerra: impegno e carriera

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, Paola Del Din tornò agli studi e ottenne una borsa Fulbright per frequentare l’Università della Pennsylvania negli Stati Uniti, dove conseguì un Master of Arts. Al suo ritorno in Italia, si dedicò all’insegnamento nelle scuole medie e superiori, contribuendo alla formazione delle nuove generazioni. Nel 1965, decise di lasciare l’insegnamento per concentrarsi sulla famiglia.

Oltre alla carriera accademica, Paola ricoprì diversi ruoli istituzionali legati alla memoria storica e ai valori della Resistenza. Fu presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo e della Federazione Italiana Volontari della Libertà , nonché presidente regionale dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra. Il suo impegno per la memoria storica e la valorizzazione dei valori della Resistenza rimane un punto di riferimento importante.

Vita privata e famiglia di Paola Del Din

Nel 1955, Paola Del Din sposò Pietro Carnielli, un professore universitario di dodici anni più grande. Il loro matrimonio durò quasi cinquant’anni, fino alla morte del marito. La coppia ebbe quattro figli: Anna, Vera, Paolo e Marta, e la famiglia si allargò con l’arrivo di quattro nipoti e una bisnipote di nome Sofia. Nonostante i suoi impegni pubblici, Paola ha sempre dato grande importanza alla vita familiare. Dopo aver lasciato l’insegnamento nel 1965, si dedicò ai figli, diventando un punto di riferimento sia per la sua famiglia che per chi desiderava approfondire la storia della Resistenza italiana.

L’eredità di Paola Del Din e i riconoscimenti ricevuti

Paola Del Din è considerata una delle ultime testimoni viventi della Resistenza italiana e un simbolo del coraggio femminile durante la Seconda Guerra Mondiale. Ha sempre sostenuto l’importanza di trasmettere la memoria storica alle nuove generazioni. Durante le celebrazioni del 25 aprile 2005 a Udine, nonostante alcune contestazioni politiche legate alle sue dichiarazioni sull’organizzazione Gladio, ribadì il valore della libertà conquistata con il sacrificio dei partigiani.

Nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno civile e militare. Oltre alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, è stata spesso invitata come ospite d’onore in eventi commemorativi legati alla Resistenza, contribuendo così a mantenere viva la memoria di un periodo cruciale della storia italiana.