Il lavoro di maura delpero sta conquistando attenzione e premi importanti in tutto il mondo. Il suo ultimo film, vermiglio, ha appena ricevuto il leone d’argento – gran premio della giuria alla mostra del cinema di venezia. Delpero racconta la vita di una piccola comunità durante la seconda guerra mondiale, esplorando la storia attraverso gli occhi delle donne della famiglia graziadei. Il film ha già raggiunto il festival di toronto e promette di essere uno dei titoli più discussi della stagione.
Vermiglio e la memoria di una comunità tra storia e affetti
Il film vermiglio è ambientato nell’omonimo paese di montagna e narra le vicende della famiglia graziadei, al centro di un affresco corale in cui emergono le difficoltà e i sogni durante gli anni bui della guerra. Delpero, alla guida del progetto, fa emergere i dettagli di una realtà complessa ma custodita dal calore dei legami familiari e della solidarietà femminile. Ogni personaggio contribuisce a costruire un ritratto vivido della vita quotidiana, dove le speranze si alternano a momenti duri e dove la famiglia diventa rifugio.
Ispirazione e legami personali
L’ispirazione del regista nasce da ricordi personali, anche se lei non è nata a vermiglio ma a bolzano, città del nord italia. Vermiglio, ci racconta, era il luogo delle vacanze estive e dell’infanzia, dove i nonni rappresentavano un punto di riferimento e l’odore delle frittelle di patate è rimasto vivo nella sua memoria. In questo contesto si inserisce l’amore per le storie diffuse e condivise, che probabilmente hanno spinto delpero verso il cinema come mezzo per dare voce a quelle esperienze. L’attenzione al mondo femminile e ai rapporti tra le persone si traduce in un film che dà rilievo a figure a lungo trascurate nella narrazione storica.
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Il discorso di delpero alla mostra del cinema e il ruolo della famiglia
Durante la premiazione a venezia, delpero ha sottolineato l’importanza della famiglia come fulcro non solo del film ma anche della vita artistica e personale. Il suo discorso ha richiamato l’idea di un nucleo famigliare allargato, comprendente amici e affetti in tutte le sue forme. La regista ha ribadito che la sensazione di protezione nasce dal legame umano e non dal luogo geografico, un concetto estendibile a qualunque parte del mondo.
Lavoro, famiglia e stereotipi di genere
Un tema centrale nel suo intervento riguarda la difficile conciliazione tra il lavoro nel cinema e la vita familiare, specialmente per chi ha figli. Delpero ha ammesso la fatica nel trovare un equilibrio e il carico emotivo che, spesso, grava sulle donne. Ha invitato a cambiare prospettiva culturale, chiedendo che anche gli uomini si assumano parte della responsabilità e che si superino gli stereotipi legati al ruolo materno e alla carriera lavorativa. La regista mette in evidenza un ritardo culturale, ormai da affrontare, che non deve più considerare la scelta tra essere genitore e lavoratore come un conflitto inevitabile.
Maternità e radici personali nel cinema di maura delpero
Il rapporto con la maternità torna più volte nel lavoro di maura delpero, assumendo significati diversi rispetto al passato. Non sempre la regista aveva riconosciuto questo filo conduttore nei suoi film; negli anni si è resa conto che la maternità è legata alla sua esperienza personale e familiare, in particolare al rapporto complesso con la madre. L’infanzia e la sua elaborazione rimangono al centro del suo universo narrativo.
Un’infanzia segnata e la forza del cinema
Delpero racconta di un’infanzia segnata dalla solitudine e dai ritmi improntati al lavoro del padre, lontano a lungo durante la giornata. Nonostante la serenità esteriore di una famiglia che amava, la mancanza di maturità emotiva nei genitori ha lasciato tracce. La mancanza di fratelli ha rafforzato una predisposizione a vivere in modo introspettivo, trovando nel cinema uno strumento di comunicazione e rielaborazione personale. Questo percorso emotivo si riflette nella forza dei personaggi femminili e nei temi che emergono dagli scenari dei suoi film.
Da bolzano all’impegno artistico, il percorso di maura delpero
Delpero è nata a bolzano e ha scelto di lasciare la sua città natale per inseguire una carriera nel cinema, un ambiente dove la sua visione si è sviluppata e consolidata. Il suo approccio narrativo si nutre delle radici alpine ma guarda anche verso contesti più ampi, con uno sguardo attento alla dimensione umana più che a quella geografica. Le esperienze personali, unite all’attenzione verso temi sociali come la maternità, la famiglia e la memoria storica, hanno costruito un percorso solido.
Una voce significativa del cinema italiano contemporaneo
La regista si inserisce oggi tra le voci più interessanti del cinema italiano contemporaneo, capace di coniugare storie intime e grandi eventi storici in maniera autentica e coinvolgente. La vittoria a venezia e la presenza a toronto confermano il valore di un cinema che non evita la complessità, ma la racconta attraverso le persone e i loro legami. Vermiglio rappresenta un passo significativo verso un modo di fare cinema che mette al centro la relazione umana e le emozioni, lontano da ogni artificio o spettacolarizzazione.