La crescente tendenza di molte persone in Europa a decidere di non avere figli ha suscitato un interesse significativo tra i ricercatori. Un recente studio internazionale ha esaminato come la cultura, le aspettative sociali e la parità di genere influenzino le opinioni riguardo alla genitorialità nei vari paesi europei. I risultati rivelano differenze sostanziali tra le diverse regioni del continente, offrendo spunti interessanti sulle motivazioni dietro questa scelta.
La decisione di non avere figli: fattori in gioco
La scelta di non diventare genitori può derivare da una molteplicità di fattori, tra cui scelte personali, condizioni socio-economiche e convinzioni religiose. Negli ultimi decenni, si è osservato un aumento significativo del numero di individui che, pur avendo la possibilità biologica di avere figli, decidono di non farlo. Questo fenomeno ha spinto gli studiosi a indagare come le percezioni sociali riguardo alla “childlessness” varino da nazione a nazione e come queste influenzino le decisioni individuali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS One, ha analizzato le opinioni su questa scelta in 27 paesi europei, evidenziando l’impatto di fattori culturali, economici e sociali sull’accettazione di tale decisione. I ricercatori hanno distinto tra due aspetti fondamentali: le aspettative sociali e le conseguenze percepite della scelta di non avere figli. I risultati offrono un quadro complesso, dove il contesto nazionale e le caratteristiche individuali giocano un ruolo cruciale.
Leggi anche:
Aspettative sociali e percezione delle conseguenze
La ricerca, condotta dalla dottoressa Ivett Szalma del HUN-REN Center for Social Sciences di Budapest, in collaborazione con Marieke Heers e Maria Letizia Tanturri, ha analizzato dati provenienti da numerosi studi precedenti per comprendere le attitudini nei confronti della scelta di non avere figli. Gli studiosi hanno identificato due modalità distinte di valutare il fenomeno: gli atteggiamenti prescrittivi, che riguardano le aspettative sociali, e gli atteggiamenti proscrittivi, che si concentrano sulle conseguenze negative percepite.
Il primo aspetto si riferisce alla pressione sociale di avere figli, misurata attraverso domande come “Approvi o disapprovi la scelta di un uomo o una donna di non avere figli?”. Il secondo aspetto indaga come la mancanza di figli possa influenzare la percezione di realizzazione personale di un individuo. I risultati mostrano che nei paesi con un tasso maggiore di cittadini senza figli, la tolleranza verso chi decide di non diventare genitore tende ad aumentare, soprattutto in relazione alle conseguenze personali.
Accettazione e contesto nazionale
Dall’analisi emerge che nei paesi con un numero elevato di persone senza figli, la tolleranza verso la scelta di non avere figli è più alta, ma solo in riferimento alle conseguenze personali. In contesti dove non avere figli è comune, si tende a ritenere che questa scelta non pregiudichi la realizzazione personale. Tuttavia, la maggiore accettazione non implica necessariamente una riduzione della pressione sociale. Anche in paesi con alti tassi di childlessness, persiste l’idea che avere figli sia un dovere sociale o un percorso naturale della vita.
Inoltre, il livello di uguaglianza di genere gioca un ruolo significativo. Nelle nazioni in cui le donne occupano posizioni economiche rilevanti e non sono valutate esclusivamente in base alla maternità , l’accettazione della scelta di non avere figli risulta più elevata. Questo suggerisce che una maggiore parità tra i sessi possa contribuire a ridurre lo stigma associato alla decisione di non diventare genitori.
Fattori sociodemografici e religione
Lo studio ha anche rivelato che l’atteggiamento nei confronti della scelta di non avere figli è influenzato da caratteristiche sociodemografiche. Le donne, le persone con un livello di istruzione più elevato e i giovani tendono a essere più aperti riguardo a questa decisione. Questo potrebbe derivare da una maggiore consapevolezza dei costi, sia fisici che psicologici, legati alla genitorialità .
Per quanto riguarda il ruolo della religione, i ricercatori hanno osservato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il livello di religiosità di un paese non ha un impatto significativo sulle opinioni generali. Tuttavia, a livello individuale, le persone più religiose tendono a essere meno tolleranti nei confronti di chi sceglie di non avere figli, sia per quanto riguarda le aspettative sociali sia per le conseguenze percepite.
Le differenze tra le regioni europee
I dati raccolti mostrano che nei paesi scandinavi, come Svezia e Danimarca, dove la parità di genere è elevata e il ruolo delle donne è ampiamente riconosciuto, l’accettazione della decisione di non procreare è tra le più alte. Al contrario, in nazioni dell’Europa meridionale, come Italia e Spagna, le aspettative sociali legate alla famiglia sono più forti, rendendo la scelta di non avere figli meno accettata, anche se la percezione delle conseguenze personali rimane relativamente tollerante. Nell’Europa orientale, in paesi come Ungheria e Polonia, le tradizioni culturali e il forte legame con la religione contribuiscono a mantenere una pressione sociale significativa per avere figli.
Questi risultati evidenziano come le opinioni sulla natalità e sulla decisione di avere figli siano influenzate da una combinazione di fattori culturali, economici e individuali. Distinguere tra aspettative sociali e percezione delle conseguenze ha permesso di comprendere perché questa scelta venga giudicata in modo diverso a seconda del contesto. I ricercatori suggeriscono che il progresso sociale e una maggiore parità di genere potrebbero favorire una maggiore comprensione e inclusività verso chi decide di non avere figli, riducendo le pressioni sociali e tutelando la salute mentale.
Â