La storia del bar di Vedano al Lambro: un legame tra passato e presente

Il bar dei Biassoni a Vedano al Lambro, fondato nel 1881, è testimone di storie storiche e incontri celebri, tra cui quelli tra Re Umberto I e la duchessa Eugenia.
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La storia del bar di Vedano al Lambro: un legame tra passato e presente - unita.tv

Nel cuore di Vedano al Lambro si trova un bar che ha attraversato generazioni, testimone di eventi storici e incontri celebri. Questo locale, situato di fronte a Villa Litta, ha un legame diretto con la storia d’Italia, essendo stato il luogo di incontri tra Re Umberto I e la sua amante, la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini. La storia di questo bar è raccontata da Silvana Biassoni, bisnipote del fondatore, che ha mantenuto viva la tradizione di un’attività che risale al 1881.

Un’attività che affonda le radici nel 1881

Il 3 febbraio 1881 rappresenta una data fondamentale per il bar di Vedano al Lambro. In quel giorno, un documento ufficiale del Regno d’Italia attestava un rimborso erariale a Eugenio Biassoni, il fondatore del locale. Silvana Biassoni, attuale titolare e custode della tradizione familiare, racconta che, sebbene il bar possa esistere già dal 1875, la famiglia celebra ogni anno il 3 febbraio offrendo caffè e panettone di San Biagio ai clienti. Le fotografie storiche che Silvana conserva mostrano come il bar sia rimasto pressoché invariato nel tempo, mantenendo il fascino di un’epoca passata. Situato al piano terra di un antico edificio, che si presume fosse un convento degli Umiliati, il bar è un punto di riferimento per la comunità locale.

Di fronte al locale si trova l’ingresso di Villa Litta, residenza della duchessa Eugenia, che ha avuto un ruolo significativo nella storia locale. La duchessa, nota per la sua bellezza e il suo impegno sociale, era una figura rispettata a Vedano al Lambro. Percorrendo via Ferrari, si può anche raggiungere il parco che dal 1922 conduce all’autodromo, un altro simbolo della storia della zona.

Testimone di eventi storici

Il bar dei Biassoni ha assistito a numerosi eventi storici, alcuni dei quali sono stati raccontati da Silvana. Suo bisnonno Eugenio narrava di come Re Umberto I si recasse a Vedano per incontrare la duchessa, e di come, durante i suoi passaggi a cavallo, lanciava monetine ai bambini. La duchessa Litta, grande benefattrice del paese, era sempre accolta con rispetto dalla comunità. Un episodio drammatico che ha segnato la storia italiana, il regicidio del 29 luglio 1900, è stato vissuto in diretta dal bar. Giovanni, nonno di Silvana, era già alla guida dell’attività e ricordava le luci nel parco e il passaggio di una carrozza diretta alla Villa Reale, dove la duchessa fu chiamata per dare l’ultimo saluto al re.

Le generazioni successive hanno visto il bar affrontare sfide e cambiamenti, come la Prima guerra mondiale, durante la quale le donne della famiglia hanno gestito il locale. Negli anni Venti, la costruzione dell’autodromo e dell’ippodromo ha portato una clientela nuova e abitudini diverse, come l’aperitivo con il bitter Campari. Gli operai del luogo iniziavano le loro giornate con colazioni a base di grappa e altre specialità locali, creando un’atmosfera vivace e accogliente.

Un luogo di incontro per personaggi famosi

Silvana Biassoni descrive il bar come un luogo che è diventato parte della sua vita. Cresciuta tra le mura di questo locale, ha accolto nel corso degli anni numerosi piloti di Formula 1 e celebrità del cinema, tra cui Alain Delon, che si è recato in incognito per acquistare sigarette mentre girava un film nel parco. La storia del bar non si limita solo ai clienti famosi, ma include anche momenti di grande emozione personale per Silvana.

Nel 1971, durante le riprese de “Il Giardino dei Finzi Contini” di De Sica, Silvana ha avuto l’opportunità di recitare come controfigura di Dominique Sanda. Ricorda con affetto quel periodo, in cui, mentre la neve scendeva, lasciava il parco vestita come Micol Finzi Contini, contribuendo a rendere il film ancora più memorabile.

La storia del bar di Vedano al Lambro non è solo una cronaca di eventi passati, ma un racconto di come un luogo possa mantenere viva la memoria di un’intera comunità, continuando a essere un punto di riferimento per generazioni di vedanesi e visitatori.

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