La rappresentazione della geisha è spesso associata a immagini di grazia e bellezza, ma questa visione è lontana dalla realtà per molte donne giapponesi. L’esperta di cultura nipponica Rossella Marangoni, nel suo libro “Yamanba. Donne ribelli del Giappone“, sfida gli stereotipi occidentali e offre una nuova prospettiva sulla femminilità giapponese, evidenziando la complessità e la ricchezza delle esperienze femminili nel Giappone tradizionale e contemporaneo.
La figura della yamanba: simbolo di ribellione
Nel suo lavoro, Marangoni esplora la figura della yamanba, una strega di montagna che incarna una dualità affascinante. Descritta come una vecchia dalle sembianze mostruose, la yamanba vive isolata nelle montagne e rappresenta una minaccia per gli esseri umani, in particolare per i bambini. Tuttavia, la sua natura è ambivalente: può essere malvagia, ma anche benevola, specialmente nei confronti delle donne che lavorano. Quando una donna fatica al telaio, la yamanba può intervenire per aiutarla, rivelando così un aspetto di solidarietà femminile.
Questa figura mitologica diventa un simbolo della lotta delle donne giapponesi contro i modelli di comportamento imposti dalla società . Marangoni sottolinea come, nel corso della storia, le donne abbiano cercato di liberarsi da un’immagine di sottomissione e docilità , rivendicando la propria voce e il proprio spazio. La yamanba rappresenta quindi non solo una figura leggendaria, ma anche un simbolo di resistenza e di emancipazione.
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La percezione della geisha in Occidente
La geisha, spesso vista come un’icona di eleganza e raffinatezza, è un’immagine che continua a persistere nell’immaginario collettivo occidentale. Marangoni spiega che questa visione è il risultato del Japonisme, un movimento artistico che ha avuto inizio nel XIX secolo, quando il Giappone ha aperto i suoi porti al commercio internazionale. Le stampe giapponesi, apprezzate da artisti come Van Gogh e Monet, hanno contribuito a diffondere l’immagine di donne bellissime e sofisticate, vestite con kimono colorati.
Tuttavia, questa rappresentazione è fortemente semplificata e non riflette la realtà delle donne giapponesi. La geisha è spesso ridotta a un ruolo di intrattenitrice, mentre la sua vita è molto più complessa. Marangoni invita a considerare le esperienze reali delle donne giapponesi, che si trovano a dover affrontare sfide quotidiane e a lottare per la propria autonomia.
La voce delle donne giapponesi oggi
Nel suo libro, Marangoni non si limita a esaminare il passato, ma esplora anche le voci contemporanee delle donne giapponesi. La figura della yamanba diventa un punto di partenza per riflettere su come le donne abbiano iniziato a reclamare il proprio spazio e a esprimere il proprio disagio. Attraverso la narrazione di storie di vita, l’autrice mette in luce le esperienze di donne che, dopo anni di silenzio, hanno trovato il coraggio di parlare e di rivendicare i propri diritti.
Questa evoluzione è fondamentale per comprendere il contesto attuale della femminilità in Giappone. Le donne stanno iniziando a sfidare le aspettative tradizionali e a costruire una nuova identità , che si distacca dagli stereotipi imposti. Marangoni sottolinea l’importanza di dare spazio a queste voci, affinché possano contribuire a una narrazione più autentica e complessa della cultura giapponese.
La figura della geisha e il mito della yamanba rappresentano due facce della stessa medaglia: da un lato, l’immagine idealizzata e stereotipata della donna giapponese, dall’altro, la realtà di una femminilità in continua evoluzione e lotta per l’emancipazione. La riflessione di Rossella Marangoni offre un’opportunità preziosa per riconsiderare le narrazioni sulla donna giapponese e per riconoscere la ricchezza delle sue esperienze.
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