La recente decisione del Ministero dell’Educazione francese di escludere la nuova versione de La Bella e la Bestia, realizzata dal disegnatore Jul, ha sollevato un acceso dibattito sulla censura e sull’adeguatezza dei contenuti per i giovani lettori. Questo classico della letteratura, reinterpretato in chiave moderna, è stato destinato a 800.000 alunni di quinta elementare, ma è stato giudicato inadeguato per la sua rappresentazione di temi complessi come l’alcol e i social media. La polemica ha coinvolto l’autore, che ha denunciato la decisione come una forma di censura politica.
La nuova interpretazione di Jul
Jul, il cui nome completo è Julien Berjeaux, ha cercato di avvicinare i giovani lettori a una delle storie più iconiche della tradizione francese attraverso un approccio ironico e contemporaneo. Nella sua versione, il padre di Bella è rappresentato come un uomo che consuma alcol, mentre elementi moderni come telefoni cellulari e social network si intrecciano nella narrazione. Questa scelta stilistica mirava a rendere la storia più rilevante per i ragazzi di oggi, ma ha incontrato l’opposizione del Ministero dell’Educazione, che ha ritenuto tali contenuti non adatti per un pubblico di 10-11 anni.
Le motivazioni del Ministero dell’Educazione
Il Ministero ha giustificato la sua decisione con una lettera ufficiale in cui si evidenzia che i temi trattati nel libro, come l’alcolismo e le dinamiche dei social media, richiedono una maturità che gli alunni di quinta elementare non possiedono ancora. Inoltre, è stato sottolineato che la lettura del libro non potrebbe avvenire in modo autonomo, senza la guida di un insegnante, rendendolo poco idoneo per un progetto di lettura estiva. Questa posizione ha suscitato non poche polemiche, in quanto molti ritengono che la scuola debba essere un luogo di esplorazione e discussione anche su temi complessi.
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La reazione di Jul e le sue accuse
Jul ha espresso la sua indignazione per la decisione del Ministero, definendo le motivazioni addotte come “fallaci” e “pretestuose”. L’autore ha descritto il suo lavoro come un’opera “espiègle, tenera e fiabesca”, pensata per stimolare la riflessione e il divertimento tra i giovani lettori. Secondo Jul, il problema principale risiederebbe nella rappresentazione di un mondo inclusivo e diversificato, che ha urtato la sensibilità di alcuni ambienti conservatori. In particolare, ha fatto riferimento alla modernizzazione dei personaggi, come la sostituzione delle tradizionali principesse bionde con figure di origini mediterranee, come un possibile motivo di contestazione.
La scelta alternativa del Ministero
In sostituzione della versione di Jul, il Ministero ha optato per una riedizione de L’Odissea di Omero, adattata da Murielle Szac e illustrata da Catel. Questa decisione ha suscitato ulteriori interrogativi riguardo all’apertura del sistema educativo francese verso opere che tentano di reinterpretare i classici in chiave moderna. La ministra dell’Educazione, Elisabeth Borne, ha difeso la scelta, riconoscendo il talento di Jul ma ribadendo che l’opera richiede un accompagnamento pedagogico per essere compresa appieno, rendendola quindi inadeguata per una lettura autonoma durante le vacanze.
Un dibattito sulla modernità nei classici
La controversia riguardante La Bella e la Bestia di Jul pone interrogativi più ampi sul ruolo della scuola nel promuovere opere che riflettano la società contemporanea. Da un lato, c’è chi sostiene che i classici debbano essere adattati per rimanere rilevanti per le nuove generazioni, utilizzando linguaggi e temi a loro familiari. Dall’altro, ci sono timori che tali reinterpretazioni possano compromettere il valore educativo e universale delle opere originali. La questione centrale rimane: fino a che punto è possibile innovare senza snaturare il messaggio originale? La risposta a questo interrogativo è ancora in fase di definizione, ma la discussione è destinata a proseguire.