Questa sera, il programma “Ulisse – Il piacere della scoperta” condotto da Alberto Angela su Rai1 esplorerà la vita di Vincent Van Gogh, uno dei più influenti artisti del XIX secolo e figura emblematica del post-impressionismo. Al centro di questa narrazione c’è il rapporto con il fratello Theodorus Van Gogh, conosciuto come Theo, la cui presenza è stata cruciale nella vita di Vincent. Nonostante le tensioni e i conflitti, la loro corrispondenza ha fornito una visione profonda della vita e delle sfide affrontate dall’artista.
Un legame fraterno complesso
Nato nel 1857 in Olanda, Theo Van Gogh era il secondo dei sei figli della famiglia Van Gogh, e il suo legame con Vincent, nato quattro anni prima, si rivelò particolarmente intenso. Entrambi condividevano una passione per l’arte, sebbene le loro strade professionali fossero diverse: Vincent si dedicava alla pittura, mentre Theo intraprese la carriera di mercante d’arte. Questo contrasto professionale non impedì ai due di mantenere una comunicazione costante, come dimostrano le numerose lettere scambiate nel corso degli anni. Questi scritti, raccolti in opere come “Lettere a Theo“, offrono uno spaccato della loro relazione, caratterizzata da momenti di affetto e di tensione.
Le lettere rivelano un rapporto intriso di amore e conflitto. Vincent spesso esprimeva la sua frustrazione nei confronti di Theo, accusandolo di non promuovere adeguatamente le sue opere. D’altra parte, Theo si impegnava costantemente per supportare il fratello, sia economicamente che emotivamente, cercando di stargli vicino anche nei momenti più difficili della sua vita, segnati da malattie e crisi esistenziali. Nonostante le divergenze, il loro legame era profondo, tanto che Theo scelse di chiamare il suo primo figlio Vincent, in onore del fratello, un gesto che commosse profondamente Vincent.
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La vita di Theo Van Gogh: matrimonio e tragedia
Theo Van Gogh non è solo noto per il suo legame con Vincent, ma anche per la sua vita personale. Sposato con Johanna Bonger, una pittrice, Theo e Johanna ebbero dei figli, tra cui un altro Vincent. La moglie di Theo giocò un ruolo fondamentale dopo la morte di Vincent, pubblicando le lettere tra i due fratelli e contribuendo a preservare la loro memoria. La vita di Theo, tuttavia, fu segnata da tragedie personali. Dopo la morte del fratello, avvenuta nel 1890, Theo cadde in una profonda apatia, aggravata dalla sua malattia di sifilide. Solo sei mesi dopo la scomparsa di Vincent, Theo morì in un ospizio a soli 33 anni, lasciando un vuoto incolmabile nella vita di chi lo conosceva.
La storia di Theo Van Gogh non si esaurisce qui. Un suo pronipote, anch’egli di nome Theo, divenne un regista e scrittore di successo, ma la sua vita fu tragicamente interrotta nel 2004, quando fu assassinato da un estremista islamico in risposta al suo film “Submission“. Questo episodio ha riacceso l’attenzione sulla storia della famiglia Van Gogh, evidenziando le sfide e le sofferenze che hanno segnato le loro vite.
L’eredità di Vincent e Theo Van Gogh
Il legame tra Vincent e Theo Van Gogh continua a suscitare interesse e ammirazione, non solo per il loro contributo all’arte, ma anche per la complessità della loro relazione. Le lettere tra i due non sono solo un documento storico, ma un tesoro di emozioni e pensieri che raccontano la vita di un artista tormentato e del suo più grande sostenitore. La loro storia è un esempio di come l’arte possa essere influenzata da dinamiche familiari e personali, creando un’eredità che trascende il tempo e continua a ispirare generazioni di artisti e appassionati.