Giulio Beranek racconta il personaggio di gerri nella serie poliziesca rai 1 e il mondo dei giostrai
La serie “Gerri” su Rai 1, con Giulio Beranek nel ruolo di Gerri Esposito, esplora il passato tormentato di un poliziotto e affronta pregiudizi legati al mondo nomade.

La serie poliziesca "Gerri", in onda su Rai 1 dal 12 maggio, segue l'ispettore Gerri Esposito, un uomo segnato da un passato difficile e da un'identità complessa, interpretato da Giulio Beranek, attore di origini nomadi che affronta stereotipi e marginalità attraverso questo ruolo intenso. - Unita.tv
La nuova serie poliziesca “Gerri” arriva su Rai 1 il 12 maggio, portando al centro della scena un protagonista segnato da un passato difficile e da un’identità complessa. Giulio Beranek, 38 anni, figlio di giostrai con origini ceche e spagnole, interpreta Gerri Esposito, un ispettore di polizia di Trani cresciuto in una casa famiglia. L’attore si è raccontato in una lunga conversazione, spiegando cosa lo ha spinto ad accettare il ruolo e come il suo vissuto abbia influito sul suo lavoro, oltre a chiarire alcuni pregiudizi legati alla vita nomade dei giostrai.
Chi è gerri esposito, il protagonista con un passato segnato e un carattere tormentato
Gerri Esposito si presenta come un personaggio complesso, con un passato doloroso che si sviluppa lentamente nel corso della serie. Nato come Goran e abbandonato dalla madre rom quando aveva appena quattro anni, è stato cresciuto in una casa famiglia sotto la guida di un sacerdote. Il suo passato lo ha lasciato bloccato in una sorta di adolescenza infinita, incapace di costruire rapporti stabili, soprattutto con le donne. Le sue insicurezze si traducono in comportamenti irruenti e in un rifugio nei cibi poco sani, usati per colmare un vuoto emotivo. La serie esplora anche la difficile ricerca di Gerri di una forma d’amore materno, un ricordo vago che tutt’ora lo tormenta.
Un poliziotto con una missione
Il suo ruolo da poliziotto va oltre il semplice dovere: Gerri si dedica ai casi che riguardano i più deboli, come donne e bambini vittime di violenze. Nel corso delle indagini, trova accanto a sé la viceispettice Lea Coen, anch’essa vittima di pregiudizi, che instaura subito con lui un rapporto di solidarietà. Gerri ha anche un riferimento nella figura del dirigente della Mobile , che funge da padre putativo, proteggendolo e guidandolo sia sul lavoro che nelle situazioni sentimentali difficili.
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La carriera di giulio beranek: dal mondo dei giostrai al cinema grazie a un incontro fortunato
Giulio Beranek proviene da una famiglia di giostrai, un mondo in cui ha vissuto un’infanzia itinerante tra la Puglia e la Grecia, dove la famiglia gestiva un luna park. Questo stile di vita gli ha fatto cambiare scuola più volte e conoscere la sensazione di non avere radici stabili. Figlio di padre ceco e madre spagnola, si definisce “dritto”, termine scelto dai giostrai per distinguersi da altre comunità nomadi come i rom. Tra l’altro aveva il talento per il calcio e ha giocato nelle giovanili dell’Olympiakos, ma un infortunio lo ha costretto a fermarsi.
Ingresso nel mondo del cinema
Il passaggio al cinema è avvenuto quasi per caso. A 16 anni, mentre frequentava il liceo classico a Taranto, ha superato un casting con oltre 4000 partecipanti e ha ottenuto il ruolo principale nel film di Alessandro Di Robilant “Marpiccolo”. Da allora ha coltivato il rapporto con la regia, collaborando anche con Giuseppe Bonito, che poi lo ha scelto per “Gerri”. Beranek è riservato e schivo, elogia il lavoro sul personaggio e ammette che, però, preferisce evitare eventi pubblici e fare tutto con la massima concentrazione.
Pregiudizi e stereotipi: tra la docuserie e il ruolo in gerri, beranek affronta le falsità sul mondo nomade
Giulio Beranek ne ha viste tante della superficialità con cui la società guarda ai giostrai e ai rom. Non è raro, spiega, che accadano giudizi affrettati e sospetti che si estendono a tutta la comunità. Per esempio, molti si sorprendevano del fatto che nei camper dove lui abitava ci fossero bagni e condizioni di vita dignitose. Le accuse di furti al loro arrivo in una nuova città erano all’ordine del giorno, spesso senza un reale motivo. Per sfatare questi luoghi comuni Beranek ha realizzato insieme a Marco Pellegrino la docuserie “I re del luna park”, disponibile su Sky, che mostra il vero volto di questo mondo poco conosciuto.
Una rappresentazione diversa
Allo stesso tempo sottolinea come anche i rom siano vittima di stereotipi radicati, e nel personaggio di Gerri Esposito vede un’opportunità per raccontare una storia diversa. La serie, tratta dai romanzi di Giorgia Lepore, offre uno sguardo più profondo su un’identità complicata, lontana dai cliché. Questi temi sono centrali per Beranek, che conosce bene l’esperienza della marginalità e dei pregiudizi. Il racconto di Gerri porta così in tv un personaggio ricco di sfumature, frutto di un vissuto autentico e di una scrittura che rispetta la complessità umana.