Il 3 luglio arriva nelle sale Incanto, una pellicola pensata per ragazzi che mescola fiaba, circo e un pizzico di magia. Diretta da Pier Paolo Paganelli, la storia ruota attorno a Margot, una bambina di dieci anni costretta a confrontarsi con un destino segnato dalla perdita e dall’inganno. Nel film spiccano Vittoria Puccini nel ruolo della governante malvagia Felicia, Mia McGovern Zaini che interpreta la protagonista e Giorgio Panariello nei panni di Charlie, il clown bianco. Tutti elementi che compongono un racconto dove fantasioso e reale si intrecciano.
La trama di incanto e i personaggi principali
La vicenda prende il via con Ludovico, padre di Margot, che sul punto di morire affida la custodia della figlia a Felicia, la governante di famiglia. Il suo desiderio è trasformare la villa in un orfanotrofio dove la piccola possa crescere felice insieme ad altri bambini. Tuttavia Felicia ha intenzioni ben diverse. Invece di prendersi cura di Margot mira esclusivamente al patrimonio della bambina. Con l’aiuto di Max, suo spasimante, sfrutta gli orfani della casa e tiene Margot segregata, trascurandola fino al punto che la bambina si rinchiude in sé stessa e smette di parlare.
Una svolta arriva una notte quando Margot riesce a scappare. Attraversa un bosco buio e inaspettatamente si imbatte in un circo. Qui entra in scena Charlie, il clown bianco che la accoglie e le rivela il segreto del loro tendone: è un luogo magico. Grazie a questa nuova famiglia, Margot comincia a risplendere e senza accorgersene ritrova la parola. A quel punto però Felicia è sulle sue tracce, pronta a riprendere il controllo sulla bambina.
Il circo magico e il ruolo di charlie nel cambiamento di margot
Il circo rappresenta il fulcro magico e liberatorio della narrazione. Non si tratta solo di uno spettacolo ma di un rifugio che accoglie Margot e la aiuta a uscire dalla solitudine e dal silenzio. Charlie, personaggio interpretato da Giorgio Panariello, funge da guida e supporto. La sua figura di clown bianco non è solo simbolo di leggerezza ma anche di protezione e affetto.
Il tendone circolare si trasforma così in un luogo capace di restituire la fiducia alla bambina. La magia non è solo nella scenografia o negli effetti, ma nella capacità di quel mondo di riaccendere in Margot il desiderio di esprimersi e di essere parte di qualcosa di più grande. Il suo risveglio alla parola segna il passaggio dal dramma subito a una fase di rinascita.
Attraverso i personaggi circensi Margot scopre un tipo di relazione basata su empatia e supporto. Il circo diventa la famiglia che l’ha accolta, la cornice in cui ritrovare la propria identità in mezzo al caos e all’incertezza del passato. Questo aspetto sottolinea il valore della solidarietà e dell’amore come antidoti alle ingiustizie.
La figura di felicia: ostacolo e minaccia per la piccola margot
Felicia si ritaglia il ruolo di antagonista centrale. La sua ambizione la porta a tradire la fiducia di Ludovico e a mettere in pericolo il benessere di Margot. La governante rappresenta una presenza cupa nella storia, incapace di infondere cura o affetto, mossa unicamente dall’interesse personale.
Lutare contro Felicia significa affrontare non solo un confronto con un singolo individuo ma un sistema di potere che si oppone alla libertà di Margot. La sua ricerca della bambina allarma lo spettatore, mettendo in evidenza i rischi reali a cui è esposta la protagonista. La condizione di segregazione e abuso è descritta con toni che evidenziano il dolore e la distanza emotiva che la bambina subisce.
Il personaggio di Felicia e il suo complice Max creano una dinamica di tensione e pericolo che cresce parallelamente al percorso di crescita di Margot nel circo. La loro presenza serve a ricordare che la fuga dalla prigionia e la conquista dell’autonomia sono un processo complesso e minacciato da forze esterne. Il conflitto tra Margot e Felicia mantiene vivo il ritmo narrativo e l’interesse verso lo svolgimento della storia.