Dalila Di Lazzaro: La battaglia per le adozioni internazionali dei single dopo la sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale italiana abolisce l’articolo che impediva ai single di adottare, suscitando la gioia di Dalila Di Lazzaro, attivista e attrice, che ha lottato per i diritti di adozione.
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Dalila Di Lazzaro: La battaglia per le adozioni internazionali dei single dopo la sentenza della Corte Costituzionale - unita.tv

La recente decisione della Corte Costituzionale ha segnato una svolta significativa nella legislazione italiana riguardante le adozioni internazionali. L’abolizione dell’articolo che impediva ai single di adottare minori ha suscitato reazioni positive, tra cui quella di Dalila Di Lazzaro, attrice e attivista, che ha dedicato anni alla lotta per i diritti di adozione. La sua storia personale e il suo impegno hanno reso questa notizia ancora più significativa.

La gioia di una nuova opportunità

Dalila Di Lazzaro ha espresso la sua felicità per la decisione della Corte, definendola una “notizia bellissima”. Per lei, che ha vissuto un lungo percorso di sofferenza e lotta, questa sentenza rappresenta un’opportunità per molte persone che desiderano diventare genitori. “Ho il cuore pieno di gioia”, ha dichiarato, ma ha anche condiviso il dolore di aver combattuto contro “muri insormontabili” per anni. La sua battaglia è iniziata dopo la tragica perdita di suo figlio, Christian, in un incidente stradale, un evento che ha profondamente segnato la sua vita.

Un percorso di lotta e speranza

Dalila ha dedicato quattro anni della sua vita a cercare di cambiare le leggi che limitavano le adozioni ai single. Dopo la morte di Christian, ha trovato conforto visitando orfanotrofi, dove ha incontrato bambini in cerca di affetto e stabilità. “Davo qualche soldo alle suore e andavo a trovare i bambini”, ha raccontato, descrivendo come questi incontri le abbiano riempito il cuore. La sua esperienza l’ha spinta a desiderare di adottare, ma le leggi italiane le hanno sempre impedito di realizzare questo sogno.

La battaglia legale e sociale

Per affrontare la sua battaglia, Dalila si è rivolta a un avvocato e ha utilizzato i media per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ha sostenuto che un bambino in orfanotrofio sarebbe felice di avere anche un solo genitore che lo ami. “Se una donna oggi lavora e dimostra di essere in grado di accogliere e crescere un bambino ma non è sposata, perché non può sperare di donare amore adottando?”, ha chiesto. La sua determinazione ha messo in luce la necessità di rivedere le norme che regolano le adozioni in Italia.

Le sfide del passato

Dalila ha dovuto affrontare non solo le leggi restrittive, ma anche il giudizio sociale. “Avevo tutti contro o almeno quasi tutti”, ha ricordato, sottolineando come la sua lotta fosse vista con scetticismo da molte persone, comprese donne che la accusavano di voler “sostituire” il figlio perduto. “Era una pugnalata”, ha commentato, evidenziando come la sua intenzione fosse sempre stata quella di aiutare i bambini in difficoltà, non di negare il suo dolore.

La sua esperienza mette in evidenza la necessità di un cambiamento culturale e legislativo in Italia, affinché tutti possano avere la possibilità di offrire amore e stabilità a un bambino, indipendentemente dal loro stato civile.

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