Vittorio boiocchi avrebbe minacciato di morte mauro russo per soldi legati ai parcheggi di san siro

Nuove indagini a Milano rivelano il coinvolgimento di Mauro Russo e Vittorio Boiocchi in estorsioni legate ai parcheggi di San Siro, con minacce e ricatti tra ultrà e criminalità organizzata.
L'inchiesta milanese svela un sistema di estorsioni e usura legato agli ultrà dell'Inter, con minacce e racket nei parcheggi di San Siro, coinvolgendo figure chiave come Mauro Russo e la memoria del defunto Vittorio Boiocchi. - Unita.tv

Nell’ambito delle indagini milanesi sulle violenze e i ricatti tra ultrà, emergono nuovi dettagli sul ruolo di vittorio boiocchi, storico capo della curva interista assassinato nel 2022. Secondo gli atti dell’inchiesta, lo scontro tra fazioni rivali si sarebbe concretizzato anche con minacce di morte per ottenere somme ingenti legate al controllo dei parcheggi attorno allo stadio di San Siro. L’ex capo della curva nord, mauro russo, finito agli arresti domiciliari, è al centro delle indagini per estorsioni e usura, coinvolto in un sistema informale di “protezione” per imprenditori locali.

La dinamica delle minacce verso mauro russo raccontata nelle intercettazioni

Le indagini, affidate alla squadra mobile e al nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, si sono arricchite di nuovi elementi grazie alle intercettazioni telefoniche condotte nel 2023. Giuseppe caminiti, legato alla ‘ndrangheta e arrestato nel maxi blitz contro gli ultrà, ha rivelato dialoghi con i principali esponenti della curva nord, tra cui andrea beretta, che ora collabora con la giustizia, e marco ferdico, anch’egli in carcere.

In una conversazione intercettata, caminiti riferisce come boiocchi, ancora vivo all’epoca, avrebbe minacciato mauro russo per ottenere una cifra tra i 100mila e i 200mila euro. La richiesta era accompagnata da minacce esplicite: “se la somma non fosse stata consegnata, boiocchi avrebbe promesso di uccidere russo e i suoi familiari.” A conferma del clima di tensione, russo avrebbe ceduto la somma richiesta, secondo quanto dichiarato da caminiti. Questi episodi chiariscono la violenza radicata dietro la gestione degli affari della curva.

Il ruolo di mauro russo nell’organizzazione criminale legata ai parcheggi di San siro

Le carte dell’inchiesta descrivono mauro russo come un attore chiave nella gestione di un business non ufficiale ma redditizio: quello dei parcheggi attorno a San Siro. Russo avrebbe ricoperto la funzione di intermediario, collaborando con caminiti, per imporre ai titolari dei parcheggi un pizzo mensile. L’imprenditore gherardo zaccagni, vittima principale, sarebbe stato costretto a versare 4mila euro al mese per garantirsi “tranquillità” e non incorrere in ritorsioni da parte della curva guidata da boiocchi e beretta tra il 2018 e il 2020.

Il sistema, basato su intimidazioni e pagamenti forzati, si inscrive nel quadro più ampio di estorsioni e usura contestate dal pm paolo storari e sara ombra, che coordinano il procedimento. Le modalità del ricatto evidenziano una gestione parallela di affari incriminati, lontana dallo scontro calcistico e ancorata a interessi economici illeciti sul territorio. Le accuse riguardano pure fatture false, parte della strategia per occultare i movimenti di denaro.

Nuovi sviluppi: la soffiata di zaccagni e le indagini sulla procura di Milano

Nel febbraio 2024 un ulteriore spunto investigativo coinvolge sempre mauro russo e gherardo zaccagni. Secondo i documenti, zaccagni avrebbe segnalato a russo che la procura di Milano stava monitorando i loro movimenti bancari. Questa informazione riservata sarebbe arrivata da un direttore di banca, il che apre nuove piste sull’efficienza delle indagini e possibili fughe di notizie interne.

L’episodio conferma la complessità del quadro criminale dietro alle curve milanesi. La macchina investigativa punta ora a scavare nei rapporti fra ultrà, esponenti della criminalità organizzata e figure del mondo finanziario, per delineare tutti i collegamenti che hanno reso possibile questa gestione di interessi illeciti. Russo rimane sotto controllo, con la posizione aggravata dal fatto di aver ricevuto e probabilmente condiviso dati sensibili sulle indagini in corso.

Questi fatti si inseriscono nel contesto più ampio di una guerra tra clan ultrà con ramificazioni criminali che superano il confine dello sport e coinvolgono territori e affari paralleli decisamente più pericolosi di una guerriglia da stadio. Gli sviluppi futuri saranno fondamentali per stabilire il grado di responsabilità e definire l’entità del sistema di racket dietro le curve milanesi.