Un episodio di violenza ha scosso il carcere nicandro izzo di viterbo, dove alcuni detenuti sono rimasti gravemente feriti in seguito a una lite scoppiata in un’area comune. La dinamica dell’accaduto coinvolge l’uso di una bomboletta spray che ha causato ustioni e il trasporto urgente dei feriti all’ospedale locale.
Intervento delle autorità e accertamenti in corso
Le forze dell’ordine interne al carcere hanno subito preso il controllo della situazione dopo lo scoppio della bomboletta per evitare ulteriori scontri tra i reclusi coinvolti nella lite. La polizia penitenziaria sta collaborando strettamente con la procura del tribunale di viterbo per ricostruire nei dettagli quanto accaduto.
Sono state avviate verifiche sulle responsabilità individuali dei partecipanti allo scontro e sull’origine dello strumento usato durante la rissa. L’obiettivo è chiarire se ci siano stati errori nella sorveglianza interna o eventuale complicità esterna che abbia favorito questo episodio violento dentro la struttura detentiva.
La dinamica della lite e l’esplosione della bomboletta
La vicenda si è svolta all’interno del carcere nicandro izzo, nella zona destinata alla socializzazione tra i reclusi. Durante un alterco tra due gruppi, uno dei detenuti ha lanciato contro gli altri una bomboletta contenente gas irritante o infiammabile. Il dispositivo però non ha colpito le persone come previsto ma è andato a sbattere contro una parete, provocando un’esplosione.
L’esplosione ha generato ustioni serie alle gambe degli stessi aggressori, quattro in totale. Le condizioni dei feriti hanno richiesto un immediato trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale santa rosa di viterbo per ricevere cure specialistiche contro le bruciature riportate.
Possibili cause del conflitto: regolamenti di conti legati a droga o soldi
Secondo quanto emerso dalle prime indagini condotte dalla polizia penitenziaria insieme alla procura locale, la rissa potrebbe essere riconducibile a motivazioni interne legate al controllo delle risorse illegali all’interno della struttura carceraria. In particolare si ipotizza che il litigio sia nato da dispute riguardanti traffici di droga o somme di denaro fra detenuti.
Questi episodi riflettono tensioni profonde presenti nel sistema penitenziario e mettono in luce i rischi connessi alla gestione degli spazi comuni dove convivono soggetti con storie criminali complesse e rivalità radicate.
Il caso riporta nuovamente sotto attenzione le condizioni nelle carceri italiane e le difficoltà nell’assicurare sicurezza ai reclusi stessi oltre che agli operatori penitenziari impegnati quotidianamente nel mantenimento dell’ordine interno.