
Venezia si distingue alla Conferenza ONU di Nizza 2025 come modello di ingegneria ambientale e governance urbana per la difesa delle città costiere dai rischi climatici, promuovendo un impegno globale con il “blue deal” per la tutela degli oceani e del Mediterraneo. - Unita.tv
Venezia continua a catturare lo sguardo internazionale, partecipando alla terza Conferenza delle Nazioni Unite dedicata agli oceani e al Mediterraneo, che si svolge a Nizza nel 2025. Questa occasione riunisce governi, scienziati e rappresentanti della società civile, unendo energia e conoscenze per contrastare le minacce che interessano le città costiere e gli ecosistemi marini. La città lagunare si distingue per la capacità di passare dalle idee a interventi concreti, con una particolare attenzione alle tecnologie ambientali e alla gestione urbana in risposta al rischio climatico. Nel cuore dei dibattiti emerge l’esperienza veneziana come modello da studiare e replicare.
La conferenza onu di nizza: un confronto globale sui rischi degli oceani e delle coste
La terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani e sul Mediterraneo si tiene a Nizza con l’obiettivo di mettere a fuoco le strategie necessarie per difendere le coste dall’innalzamento del mare, dall’erosione e dalla perdita di biodiversità. Il Mediterraneo è uno degli hotspots climatici più delicati al mondo. Alla kermesse partecipano rappresentanti di Stati, enti locali e accademici che analizzano insieme scenari e soluzioni per prevenire danni irreversibili. Tra i temi confrontati c’è la gestione sostenibile delle risorse marine e l’adattamento infrastrutturale, questioni vitali per città come Venezia, che si trovano a fronteggiare continui eventi estremi.
Ruolo centrale di venezia per interventi ambientali
In questo contesto, Venezia assume un ruolo centrale per le azioni già intraprese e per i progetti futuri. Le esercitazioni e gli interventi di ingegneria ambientale rappresentano strumenti tangibili per rispondere all’incertezza climatica e alle fluttuazioni marine. Non si tratta solo di difendere il patrimonio culturale o urbanistico, ma di garantire la vivibilità stessa della città e la protezione dell’habitat lagunare. Questo confronto internazionale offre un palco inedito per mettere in luce esperienze italiane che possono diventare punto di riferimento per altri territori esposti al medesimo rischio.
Il ruolo di venezia: ingegneria ambientale e governance urbana favorite dal mose
Affrontare il cambiamento climatico con soluzioni concrete è una sfida che Venezia si trova ad affrontare da anni. Il Mose, il sistema di dighe mobili progettato per schermare la laguna dall’acqua alta, è uno degli strumenti principali di questa difesa. L’impianto, nato per ridurre l’emergenza delle inondazioni, ha dimostrato come la tecnologia possa integrarsi con la gestione urbana, creando un equilibrio tra interventi artificiali e tutela ambientale.
Visione condivisa tra istituzioni e comunità scientifica
La presenza veneziana a Nizza non si limita a portare dati o aggiornamenti tecnici, ma testimonia una visione che combina l’ingegneria con una governance attenta ai cambiamenti in atto. Il dialogo tra istituzioni, comunità scientifica e cittadini contribuisce a definire strategie condivise con l’obiettivo di prevenire danni strutturali e sociali. Le esperienze di Venezia illustrano come una città possa anticipare scenari climatici complessi, agendo con tempestività e progettualità anche sui territori delicati.
In quest’ottica, si approfondiscono interventi che prevedono l’adozione di infrastrutture adattive, capaci cioè di evolversi in base all’andamento del clima e dei livelli marine. La strategia veneziana spinge inoltre per sviluppare nuove competenze professionali e modelli di impresa legati alla salvaguardia della “hydrosfera”. Un approccio multidisciplinare che valorizza il rapporto tra uomo, tecnologia e natura.
Il blue deal di venezia: proposta per un impegno collettivo contro la crisi idrica e climatica
A Nizza Venezia ha rilanciato l’idea di un “blue deal”, una sorta di patto dedicato alla tutela del mare e delle città costiere. L’iniziativa invita governi, comunità economiche, regioni e città a unirsi per studiare e mettere in pratica tecnologie marine diffuse e infrastrutture capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è creare nuove opportunità per il lavoro e l’imprenditoria legata al mondo acquatico, sostenendo attività compatibili con la conservazione degli ecosistemi marini.
Il blue deal insiste sull’importanza di un impegno collettivo che prescinda dalle divisioni territoriali, promuovendo una piattaforma condivisa per la ricerca, la formazione e l’adozione di strumenti di difesa costiera. Venezia si propone non solo come esempio, ma anche come motore di una rete globale che punta a sviluppare economie circolari e pratiche sostenibili incentrate sull’acqua. Questa visione integra capacità tecniche con la necessità di costruire un consenso socio-politico forte e duraturo.
Il messaggio del sindaco Luigi Brugnaro riassume questa posizione con una formula che richiama l’identità della città: “Venezia non è solo una città del pianeta Terra, ma la capitale del pianeta Acqua”. Una definizione che sottolinea come l’ambiente lagunare sia al centro di un dibattito sui rischi ambientali e sulle possibilità di risposta in cui Venezia vuole restare in prima linea. La partecipazione a Nizza conferma il ruolo della città nella comunità internazionale delle città costiere che lavorano per ridurre le minacce climatiche e proteggere i propri spazi dall’acqua che li circonda.