Werner Herzog, Leone d’Oro alla carriera 2025, ha portato alla Mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo documentario, Ghost Elephants. Il film segue la spedizione del dottor Steve Boyes tra le montagne boschive dell’Angola, alla ricerca di un branco di elefanti quasi leggendari, noti come “fantasma”. È una storia che mescola natura, cultura e spiritualità, ma soprattutto racconta la determinazione di chi prova a scovare ciò che sembra scomparso per sempre.
Alla ricerca degli elefanti fantasma: mito e natura selvaggia in Angola
Ghost Elephants accompagna il conservazionista sudafricano Steve Boyes in una missione difficile: trovare un gruppo di elefanti misteriosi, che si nascondono da anni in un’area remota dell’Angola, grande quanto l’Inghilterra. Qui, tra altopiani coperti di boschi fitti, le tracce di questi animali si sono perse nel tempo. La spedizione si trasforma in una vera sfida, quasi una caccia mitica, come quella alla balena bianca in Moby Dick, dove la preda resta sfuggente fino all’ultimo.
Il documentario va oltre il semplice racconto naturalistico. Mostra la passione e l’urgenza di capire queste creature elusive. A fianco di Boyes c’è un gruppo di tracciatori KhoiSan, originari della Namibia, tra gli ultimi esperti capaci di leggere i segni lasciati dagli animali. Il loro sapere antico è prezioso per provare a localizzare gli elefanti. E non manca una riflessione più profonda: il film esplora anche il valore spirituale e mitologico che circonda questi animali, dando al racconto una dimensione più intensa, che supera la pura esplorazione scientifica.
Herzog e il suo sguardo unico nel cinema documentaristico
Con una carriera che conta tra i 70 e gli 80 film, Herzog ha attraversato generi e temi diversi, ma sempre con una visione personale e inconfondibile. A Venezia, rispondendo ai giornalisti, il regista ha spiegato che ciò che unisce i suoi lavori è proprio questo approccio unico, difficile da imitare. Ha citato artisti come Buster Keaton, per la loro capacità di raccontare storie basate su solitudine e originalità.
Ghost Elephants si inserisce bene in questa linea, mescolando documentario e narrazione quasi epica. Herzog ha parlato con la sua consueta naturalezza, svelando di avere diversi progetti in corso: due film con attori come Kate e Rooney Mara e Orlando Bloom, più due libri in uscita. Il suo interesse va sempre verso storie che sente urgenti, quasi come se fosse un “soldato del cinema”, impegnato con passione in ogni lavoro.
Questa capacità di immergersi nelle storie senza seguire mode o imitare stili altrui lo rende ancora oggi una figura solida e riconoscibile nel panorama del cinema documentaristico.
Herzog, la politica e il ricordo di Gorbaciov
Durante l’incontro con la stampa, Herzog ha ricordato il suo documentario su Mikhail Gorbaciov, Herzog incontra Gorbaciov. Ne è nata una riflessione sul presente politico mondiale, con una critica netta all’Occidente. Per il regista, l’Occidente ha sprecato molte occasioni per cambiare le cose e aprire a un futuro diverso.
Senza entrare troppo nei dettagli, Herzog ha lasciato intendere che i suoi film, pur molto diversi tra loro, contengono sempre una riflessione sulla condizione umana e sulle scelte collettive che influenzano il mondo. Questa idea si lega anche alla storia degli elefanti fantasma: un modo per mettere insieme natura, cultura e politica, senza mai perdere di vista la dimensione umana e spirituale.
Il quadro che Herzog traccia ci spinge a vedere il cinema come uno strumento per esplorare la complessità del presente e per raccontare storie che mostrano il legame profondo tra uomini, animali e territori ancora poco conosciuti.
Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi