Un episodio di violenza domestica è stato fermato in tempo dai carabinieri di Vigodarzere, intervenuti nella zona Arcella a Padova domenica scorsa. Un cittadino moldavo è stato arrestato per aver cercato di entrare con forza nell’abitazione dell’ex moglie, violando il diritto alla sicurezza della donna e della figlia minorenne presente in casa. Il fatto conferma le misure restrittive già poste dall’autorità giudiziaria nei suoi confronti.
Tentativo di ingresso forzato in casa con la minore presente
L’allarme è scattato quando la donna ha chiamato il 112, segnalando che il marito stava provando a varcare la soglia di casa senza alcun consenso. I carabinieri sono arrivati rapidamente e hanno trovato la vittima sul balcone, visibilmente scossa e in lacrime. Ha indicato la presenza del marito che continuava a insistere davanti alla porta d’ingresso, cercando di forzarla.
La scena si è svolta sotto gli occhi della figlia che si trovava all’interno dell’appartamento. La presenza della bimba ha aggravato la situazione, aumentando la tensione emotiva e la pericolosità del gesto del padre. La donna ha spiegato ai militari che si trattava di una condotta reiterata, evidenziandone la gravità.
Precedenti di maltrattamenti e accuse di atti persecutori
Dai controlli è emerso che l’uomo era già stato condannato nel 2024 per maltrattamenti in ambito familiare. A seguito di quella sentenza era stato allontanato dall’abitazione comune, con divieto di avvicinamento alla moglie e alla figlia. Nonostante ciò, aveva tentato più volte di entrare nell’appartamento in giorni precedenti, senza successo.
In uno degli episodi recenti, aveva colpito violentemente la porta di casa e minacciato la donna di morte se avesse chiamato aiuto. Questi atti persecutori avevano prodotto un grave stato di ansia nella vittima, che si è poi sottoposta a controlli medici presso l’ospedale locale, dove è stata assistita per lo stress subito.
Provvedimenti giudiziari e misure di sicurezza adottate
Dopo l’arresto operato dai carabinieri, il caso è passato all’esame del giudice per le indagini preliminari. Il magistrato ha convalidato il fermo e ha disposto per l’uomo una misura cautelare severa: il divieto di avvicinamento ai familiari a meno di 500 metri. Per rafforzare il controllo sulla sua osservanza, è stato applicato un braccialetto elettronico.
Questi interventi legali mirano a impedire qualsiasi possibile contatto futuro tra l’aggressore e le sue vittime, salvaguardando la sicurezza della donna e della figlia. Le forze dell’ordine mantengono alta allerta per impedire ulteriori violazioni di diritto e mantenere l’ordine pubblico.
La vicenda mette in luce il lavoro svolto dagli operatori dell’Arma per proteggere chi subisce violenza in famiglia, specie quando ci sono minori coinvolti, e dimostra l’importanza di segnalare prontamente le violazioni alla legge.
Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Davide Galli