Dopo la chiusura dell’offerta pubblica di scambio di Unicredit, gli occhi restano puntati su Banco Bpm. Davide Leone, fondatore dell’asset manager Davide Leone & Partners e uno dei principali azionisti della banca, mette in chiaro una cosa: la valutazione fissata da Unicredit non si può ignorare. È il punto di partenza, il metro con cui si dovranno misurare tutte le future operazioni o fusioni che riguardano Piazza Meda.
La valutazione di Unicredit, l’asticella sotto cui non si scende
Leone è netto: chi vuole fare un’offerta a Banco Bpm deve fare i conti con il prezzo indicato da Unicredit. Non è solo un riferimento, ma la soglia minima che assemblea e consiglio non possono superare al ribasso. Se si andasse sotto, si danneggerebbero gli azionisti e si tradirebbero le decisioni già prese.
Dopo il flop dell’offerta di Unicredit, il prezzo delle azioni di Banco Bpm in Borsa ha addirittura superato quel valore. Un segnale chiaro: il mercato dà ragione al consiglio di amministrazione, che vede la banca più preziosa di quanto proposto da Unicredit.
Questo allineamento tra mercato e CdA non è cosa da poco. Serve mantenere questa linea nei prossimi passaggi, per garantire agli azionisti che il valore reale della banca venga rispettato.
Niente sconti sotto la valutazione: le condizioni di Leone sulle alleanze
Leone non nasconde il suo sostegno a un percorso indipendente per Banco Bpm. Ma non chiude la porta a fusioni o alleanze con altri istituti, purché il prezzo non scenda sotto quello fissato da Unicredit.
In pratica, il consiglio d’amministrazione non può accettare un’intesa che faccia perdere valore agli azionisti. È una questione di tutela del capitale e di rispetto per il management, che ha sempre difeso con forza l’autonomia e il valore della banca.
Il dibattito resta aperto, ma con regole ben precise e condivise da chi conta davvero nelle scelte strategiche.
Mps, tutto in sospeso fino all’8 settembre
Su Monte dei Paschi di Siena, invece, Leone invita a non correre. La valutazione di Mps dipenderà dall’esito dell’OPA su Mediobanca, che si chiude l’8 settembre. A seconda di quanto Mps riuscirà a prendere in Mediobanca, il suo valore potrebbe oscillare tra 9 e 24 miliardi di euro.
Per questo ogni discussione su una possibile fusione o acquisizione con Mps resta troppo incerta fino a quella data. La differenza tra una partecipazione sotto il 35% e una sopra il 66,7% cambia tutto e rende complessa qualsiasi trattativa.
Le mosse strategiche dovranno aspettare i risultati dell’OPA su Piazzetta Cuccia per avere basi più solide e rispecchiare la realtà del mercato.
Credit Agricole, un azionista che gioca secondo le regole
Credit Agricole ha ormai la maggioranza delle azioni di Banco Bpm, in attesa del via libera della Banca Centrale Europea per superare ufficialmente il 20%. Leone lo definisce un azionista serio, che si muove dentro le regole.
Quando si parla di operazioni straordinarie, sottolinea, bisogna rispettare la parità di trattamento tra tutti gli azionisti. Qualunque accordo deve garantire le stesse condizioni a Credit Agricole e agli altri soci, per evitare tensioni e mantenere l’equilibrio.
Insomma, Credit Agricole conta molto ma deve sempre giocare con carta in regola, nel rispetto delle aspettative di un mercato regolato.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Rosanna Ricci