Un giovane italiano di 33 anni, residente a Londra dal 2009, è stato trovato senza vita nella sua abitazione. Riccardo Pulvini, originario della provincia di Vicenza, si era trasferito in Inghilterra giovanissimo per lavoro e vita. I dettagli sul ritrovamento e le attività svolte dal ragazzo confermano un legame solido con la città britannica.
Ritrovamento del corpo a Londra e i primi accertamenti sulla morte
Venerdì scorso il corpo di Riccardo Pulvini è stato scoperto nell’appartamento in cui viveva a Londra. La notizia ha subito attirato l’attenzione dei media locali e italiani. Al momento gli inquirenti non hanno rilevato segni evidenti di violenza o cause traumatiche legate al decesso. La mancanza di indizi sulla scena lascia aperta ogni ipotesi. Per chiarire con precisione cosa abbia provocato la morte, le autorità inglesi hanno fissato un’autopsia già programmata per oggi, presso un istituto specialistico della capitale.
L’appartamento, frequentato soprattutto dal giovane e poco da altri, non ha mostrato elementi riconducibili a un’aggressione o a incidente domestico. Fonti vicine agli investigatori precisano che verranno esaminate in modo approfondito cause naturali, malori improvvisi o possibili situazioni mediche pregresse. L’attesa per i risultati dell’esame post mortem è alta, per fornire risposte certe a familiari e conoscenti. L’indagine sulla dinamica del ritrovamento proseguirà quindi in parallelo agli accertamenti medico-legali.
La vita a Londra dal diploma all’ultima occupazione nei magazzini di lusso
Riccardo si era trasferito a Londra appena diciannovenne, subito dopo aver conseguito il diploma superiore in Italia. La scelta di emigrare verso la capitale britannica è stata motivata dalla ricerca di opportunità lavorative e personali. Per anni si è dedicato al settore dell’allestimento e della comunicazione visuale, specializzandosi nella preparazione e decorazione delle vetrine per negozi di alta gamma.
Il suo ultimo incarico lo ha visto impiegato come responsabile delle food halls, dell’enoteca e dei ristoranti all’interno del grande magazzino Harrods, una delle realtà commerciali più famose di Londra. Qui aveva costruito una reputazione solida legata alla cura dello spazio e all’organizzazione degli ambienti dedicati alla vendita di prodotti alimentari. La sua esperienza ha toccato un ambito particolare, con attenzione ai dettagli e allo spettacolo visivo offerto ai clienti.
Questa attività è una tra le più complesse nel contesto del retail, in cui estetica e funzionalità si uniscono per attrarre pubblico e garantire un’esperienza di acquisto particolareggiata. Pulvini aveva ottenuto anche il rispetto tra colleghi per la sua capacità di coordinare diversi ambienti e mantenere alto lo standard di presentazione. Il trasferimento e la costruzione di una vita lavorativa a Londra rappresentavano per lui un traguardo importante.
Impegno sociale: partecipazione a campagne di prevenzione HIV
Nel corso della sua vita professionale e personale, Riccardo Pulvini aveva pubblicamente aderito a cause sociali, legate in particolare alla sensibilizzazione sanitaria. Tra le esperienze più significative vi è la sua partecipazione come volto testimonial in una campagna di prevenzione contro l’HIV, intitolata “Hiv is: just a part of me”. Questa iniziativa era stata promossa dalla società biofarmaceutica americana Gilead.
La campagna si distingue per il suo approccio diretto e concreto verso la lotta allo stigma associato all’HIV, raccontando esperienze quotidiane di persone coinvolte. Pulvini ha messo la sua immagine e la sua voce a disposizione del messaggio, dando un contributo personale alla diffusione di informazioni utili e alla promozione di comportamenti responsabili. L’appartenenza a questa iniziativa indica una certa attenzione verso temi sociali di portata internazionale e verso la tutela della salute pubblica.
Il coinvolgimento in un’attività simile sottolinea anche un aspetto umano meno visibile della sua vita: l’impegno a favore di un ambiente sociale più inclusivo e attento. Riccardo non era solo un professionista nel campo dell’allestimento ma anche un individuo consapevole dell’importanza di dare spazio a messaggi di cura e prevenzione in settori sensibili come quello sanitario. Questa sfaccettatura rende più complessa la sua figura, raccontata oggi in relazione alla sua scomparsa prematura.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Davide Galli