La ricerca di un alloggio a Venezia si trasforma in una vicenda di discriminazione per una giovane studentessa di economia, che racconta di essere stata allontanata dalla proprietaria di casa dopo insulti e litigi. Il caso, diffuso sui social, evidenzia difficoltà e tensioni tra studenti fuori sede e proprietari nella città lagunare.
La giovane studentessa racconta l’accaduto e i motivi dell’allontanamento
Virginia, 22 anni, laureanda in economia all’università Ca’ Foscari di Venezia, ha riferito di essere stata sfrattata dalla proprietaria dell’appartamento in affitto dove si era fermata per una quindicina di giorni, periodo concesso per cercare una sistemazione stabile per l’anno accademico in arrivo. La decisione improvvisa della padrona di casa è arrivata dopo un piccolo diverbio che sembrava risolto, ma che invece ha scatenato una reazione severa, con la confisca delle chiavi e la richiesta di abbandonare immediatamente l’alloggio.
Virginia ha negato qualsiasi motivo valido per un simile comportamento e si è detta sorpresa e amareggiata dalla rapidità con cui è stata allontanata, nonostante non vi fossero stati fatti o condizioni che giustificassero un provvedimento così drastico. La studentessa segnala che nei due anni precedenti aveva vissuto in altre città venete, tra Treviso e Mestre, senza mai incorrere in problemi con i proprietari, i quali avevano concesso referenze positive.
Gli insulti rivolti a partire dalle origini geografiche e il problema della discriminazione
Nel corso del conflitto, Virginia ha riportato di essere stata offesa con termini offensivi riferiti al suo presunto luogo di provenienza, in particolare l’epiteto “terrona”, voluto come insulto. La giovane ha precisato però di non avere origini del Sud Italia ma del Centro-Nord, sottolineando che questo tipo di offese sono prive fondamento e destano ancora più disagio.
La reazione della padrona di casa ha sorpreso l’intera comunità, anche perché nel 2025 si riteneva superato l’uso di stereotipi e discriminazioni basate sull’origine geografica. Virginia ha contestato questa modalità di offendere, definendola “aberrante e preoccupante per il livello di intolleranza ancora presente nel contesto sociale”, specialmente in ambito universitario dove vivono tanti studenti fuori sede.
Difficoltà degli studenti fuori sede e fragilità nei rapporti con i proprietari
Il caso di Virginia apre una riflessione sulle condizioni di chi studia lontano da casa e deve affrontare ricerche di alloggi temporanei o definitivi. Molti studenti fuori sede si trovano esposti a tensioni con i proprietari, che a volte sfociano in situazioni di disagio e mancanza di tutela. La giovane ha definito la sua esperienza “imbarazzante” e ha denunciato la scarsa protezione legale e pratica per chi si trova in questa situazione.
In molte città universitarie italiane, la domanda di case in affitto supera spesso l’offerta e i ragazzi si vedono costretti a soluzioni poco stabili. Il mancato supporto nelle fasi iniziali di affitto si traduce in episodi di conflitto, spesso aggravati da motivi personali o discriminatori, come nel caso verificatosi a Venezia. La vicenda sottolinea l’urgenza di un miglioramento delle condizioni per gli studenti, per garantirgli spazi sicuri e dignitosi.
Le tensioni sociali intorno alla questione degli alloggi per giovani fuori sede restano una sfida aperta. Le testimonianze come quella di Virginia mostrano come, oltre alla ricerca materiale di un’abitazione, si aggiungano problematiche culturali e sociali che pesano sulle esperienze di chi vive lontano dalla propria città di origine.
Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2025 da Serena Fontana