La polizia di Padova ha portato a termine lo sgombero di una palazzina di tre piani vicino alla stazione ferroviaria, occupata da sette persone senza fissa dimora, di cui sei cittadini nordafricani irregolari e un italiano. Lo stabile era stato preso abusivamente dopo aver forzato l’accesso, creando una situazione di degrado e condizioni precarie. L’intervento mira anche a contrastare l’immigrazione clandestina e i rischi sanitari legati alla permanenza in luoghi non idonei per l’abitazione.
Sgombero dell’edificio in disuso nella zona della Stazione Ferroviaria Di Padova
La palazzina al centro dell’operazione si trova nel cuore di Padova, accanto alla stazione ferroviaria, ed era inutilizzata da tempo. Alcune persone senza un’abitazione stabile hanno demolito travi di legno poste a chiusura della porta d’ingresso per entrare senza autorizzazione. All’interno gli agenti hanno trovato giacigli di fortuna, vestiti sparsi, residui di cibo e vari effetti personali in disordine, che indicano la presenza di un’intera comunità di occupanti. Dopo il sopralluogo, la struttura è stata riconsegnata al legittimo proprietario, una società con sede a Padova.
L’occupazione abusiva di edifici abbandonati è un problema frequente in molte città italiane. Qui, come altrove, spesso coinvolge persone in condizioni di marginalità sociale, senza tetto e con difficoltà a trovare soluzioni abitative. Questi fenomeni mettono in luce le mancanze delle reti di assistenza e le sfide legate all’accesso alla casa. Le forze dell’ordine intervengono periodicamente per far rispettare la legge, recuperare la proprietà privata e affrontare i rischi connessi a condizioni igieniche scadenti.
Destinazione dei migranti irregolari e misure amministrative dopo lo sgombero
Tra gli occupanti identificati, sei risultano cittadini nordafricani presenti irregolarmente in Italia, mentre uno è un cittadino italiano senza casa. La questura di Padova ha disposto il trasferimento di due stranieri al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo. Un altro, richiedente asilo, ha avviato la procedura di revoca del permesso di soggiorno, mentre altri tre stranieri irregolari, impossibilitati ad accedere al CPR per la presenza di scabbia, sono stati segnalati per immigrazione clandestina.
Le persone segnalate sono state inoltre invitate a lasciare il territorio nazionale entro sette giorni. Queste misure rientrano nella gestione amministrativa standard in casi di occupazione abusiva e presenza irregolare sul suolo italiano. Le autorità devono contemperare l’applicazione della legge con i diritti umani e le condizioni sanitarie delle persone coinvolte.
La situazione riflette la complessità delle procedure di rimpatrio e le difficoltà che emergono nel trattare casi con condizioni mediche contagiose. Una malattia come la scabbia richiede interventi specifici che possono rallentare l’espulsione immediata, ma impongono comunque l’adozione di provvedimenti amministrativi precisi.
Condizioni igienico-sanitarie precarie e implicazioni sociali dell’occupazione
L’edificio occupato mostrava situazioni di degrado diffuso, con materassi e giacigli improvvisati, rifiuti sparsi e segni di vita basata sull’emergenza. Gli occupanti vivevano in uno spazio inadatto, privo delle condizioni necessarie a garantire salute e sicurezza. Alcuni risultavano affetti da scabbia, una patologia della pelle contagiosa, che indica la vulnerabilità sanitaria di chi vive senza assistenza adeguata.
Questi elementi mettono in evidenza i problemi spesso legati all’occupazione di immobili abbandonati: mancanza di servizi, rischi sanitari, condizioni di vita difficili. Le amministrazioni locali tentano di fronteggiare queste realtà con interventi occasionali, ma resta un nodo irrisolto quello di offrire alternative abitative dignitose e assistenza sanitaria ai soggetti più fragili.
Il fenomeno richiama anche l’attenzione sulle dinamiche sociali e migratorie che portano molte persone a scegliere l’occupazione abusiva come unica soluzione possibile. Le strutture pubbliche e le organizzazioni sociali lavorano per l’accoglienza e il sostegno, ma spesso non riescono a far fronte al numero crescente di situazioni di emergenza abitativa causate, oltre che dalla povertà, da complicazioni come regolarizzazioni irrisolte e malattie infettive.
Le autorità di Padova dovranno mantenere alta la sorveglianza su questo tipo di edifici, per evitare nuovi abusi e garantire sicurezza pubblica, tenendo conto delle criticità socio-sanitarie che si trovano spesso in queste realtà.
Ultimo aggiornamento il 1 Settembre 2025 da Elisa Romano