La strada statale 51, conosciuta come “Alemagna“, fondamentale per collegare la pianura con Cortina d’Ampezzo, tornerà accessibile anche nelle ore notturne a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno. La riapertura sarà possibile grazie all’installazione di un sistema avanzato di monitoraggio e allertamento voluto dalla Provincia di Belluno. L’intervento arriva dopo mesi di chiusure notturne, causate da rischi legati alla sicurezza stradale.
Decisioni prese durante il tavolo tecnico operativo a Belluno
La Prefettura di Belluno ha convocato un tavolo tecnico nella giornata odierna che ha visto la partecipazione diretta della Provincia di Belluno, Anas, Veneto Strade, le forze dell’ordine, la Protezione civile regionale e rappresentanti dei Comuni di Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore. Quest’incontro ha avuto l’obiettivo di valutare lo stato attuale dell’arteria e mettere a punto il piano operativo per la riapertura. A seguito delle indicazioni fornite dalla ditta specializzata incaricata dell’installazione del nuovo impianto di monitoraggio, si è stabilito di riaprire la strada anche durante la notte, condizione che fino a poco fa risultava impossibile per ragioni di sicurezza.
Durante la riunione si è discussa la necessità di garantire un controllo costante delle condizioni della statale, per prevenire eventuali situazioni di pericolo, soprattutto nei tratti più esposti alle condizioni meteorologiche avverse o franosi. Il sistema di allerta si basa su sensori e dispositivi di controllo in tempo reale, capaci di rilevare movimenti del terreno e altre anomalie che possano compromettere la sicurezza degli automobilisti.
Sopralluogo previsto e test del sistema di monitoraggio avanzato
Per verificare l’efficacia dei dispositivi, domani è in programma un sopralluogo congiunto tra i tecnici della Provincia di Belluno, di Anas e della ditta che ha installato l’impianto. Questo test sul campo servirà a simulare diverse situazioni di allerta previste dal protocollo di sicurezza. L’obiettivo è quello di mettere alla prova le procedure di intervento e il funzionamento del sistema in condizioni simulate, prima di aprire definitivamente la viabilità notturna.
Le prove dovranno confermare che l’impianto è in grado di rilevare tempestivamente eventuali rischi e di attivare le procedure di allerta per bloccare la circolazione qualora si verifichino condizioni pericolose. La collaborazione tra enti pubblici e soggetti tecnici specifici garantisce un’attenzione meticolosa al corretto funzionamento della tecnologia e all’applicazione delle misure di sicurezza.
L’importanza della riapertura notturna per l’area di San Vito Di Cadore e Cortina
La riapertura della statale Alemagna durante la notte rappresenta un passo significativo per la mobilità territoriale. Questo collegamento è vitale per chi raggiunge Cortina d’Ampezzo dalla pianura, specialmente in periodi di maggiore afflusso turistico. Il blocco notturno della strada aveva costretto gli automobilisti a deviazioni complesse o a ritardi significativi, con ripercussioni sul commercio locale e sulle attività di trasporto.
Mantenere aperta la strada anche dopo il tramonto è inoltre cruciale in caso di emergenze mediche o interventi urgenti che richiedano spostamenti rapidi. La scelta del sistema di monitoraggio è quindi strategica per assicurare che la sicurezza non venga sacrificata, pur migliorando sensibilmente la fruibilità della viabilità in un’area montana particolarmente delicata.
Ruolo degli enti locali nella gestione della viabilità e sicurezza stradale
Il progetto di riapertura della statale Alemagna nasce dalla sinergia tra diversi enti pubblici, con ruoli specifici nella gestione delle infrastrutture e della sicurezza. La Provincia di Belluno coordina le attività di mantenimento e monitoraggio del tratto, lavorando a stretto contatto con Anas, che gestisce la rete stradale nazionale. Veneto Strade supporta con la manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre le forze dell’ordine assicurano il controllo del territorio e l’applicazione delle disposizioni in caso di emergenza.
La collaborazione con la Protezione civile regionale si inserisce nella logica di prevenzione dei rischi naturali, fondamentali in una zona soggetta a cedimenti e frane. Il coinvolgimento dei rappresentanti comunali, infine, garantisce che le necessità locali siano ascoltate e integrate nei piani di gestione.
Il sistema di monitoraggio adottato rappresenta un modello replicabile anche in altre aree alpine dove il rischio ambientale impone chiusure temporanee o limitazioni, ma dove la domanda di mobilità resta alta.
Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi